La protesta degli agricoltori, tranne che accendere i riflettori sulla questione, ha sortito poco effetto. La contrattazione al ribasso da parte dei commercianti di olive e i produttori rimane in alto mare, perché la via “diplomatica” che i sindaci volevano intraprendere, incontrando i commercianti (soprattutto napoletani, i grossi acquirenti di olive da mensa), è fallita. Quindi, da un lato c’è il prezzo imposto da chi compra e dall’altro gli agricoltori preoccupati anche per una grave crisi che potrebbe far collassare il comparto. Sabato scorso, dopo la manifestazione presso l’area attrezzata dalla diga Trinità, agricoltori e sindaci si sono dati appuntamento presso lo spiazzale antistante il centro commerciale “Belicittà”, sempre su iniziativa di Enza Viola, Nicola D’Aguanno e Francesco Marino. E se la questione per quest’anno sembra rimanere per com’è, gli agricoltori hanno ravvisato la necessità di mettersi insieme, sotto qualsiasi forma associativa, per così acquisire un maggiore potere contrattuale. L’obiettivo è quello di non “svendere” il prodotto, sia come oliva da mensa che come olio.

E sull’idea di far nascere un consorzio per l’oliva “Nocellara del Belìce” si sono trovati concordi anche i sindaci intervenuti. Come Enzo Alfano (Castelvetrano): «Sosterrò gli agricoltori in questa iniziativa e in ogni azione al fine di scongiurare il collasso di un settore, che rappresenta il fiore all’occhiello dell’economia locale e che da anni subisce forti penalizzazioni».

Intanto è allo studio l’eventuale possibilità di un sostegno da parte della Regione agli agricoltori, da capire in che termini e con quale formula. Già gli Uffici regionali, ad esempio, sono intervenuti per “calmierare” i ruoli dei Consorzi di bonifica notificati agli agricoltori. Ma in questo caso, dove la questione è legata alle dinamiche di mercato (incontro tra domanda e offerta), bisognerà capire come un intervento pubblico possa essere giustificato.

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