In totale disaccordo con le azioni dell’attuale pubblica amministrazione, non posso esimermi dal constatare l’incapacità di porre rimedio a una tragedia sociale, che in tempi non sospetti dichiarai già allarmante.
Mi permisi di far notare, a chi siede negli scranni del potere, che la mancanza di coraggio nell’affrontare insieme al popolo e per il popolo problematiche sociali devastanti e virulente, avrebbe portato disastri irreversibili sull’intero territorio. Tutto ciò venne tradotto come arroganza e arrivismo politico. Oggi ritorno nuovamente a discutere di tale problema, da semplice e attento cittadino.
L’azienda 6 GDO è morta e sepolta, non c’è più nulla da fare, o forse non c’è mai stato nulla da fare, era destinata a soccombere come circa il novanta per cento delle aziende confiscate. L’ “apolitica” attuale ha cercato di distribuire vane speranze, con presenze illustri, ma assolutamente inefficaci perché mancano i presupposti basilari per una ripresa economica sociale e politica, ovvero le capacità.
Personalmente credo che l’Ente Comune debba assolutamente ed in tempi brevissimi capire che bisogna cominciare tutto da capo, non si salva un’azienda morta, ma bisogna attivarsi per crearne subito un’altra, diversa, che abbia connotati imprenditoriali degni di questo nome. Bisogna a questo punto salvare la struttura. Da li si dovrebbe far partire un progetto comunitario che riguardi l’intera provincia di Trapani, interpellando l’intera classe politica dirigenziale dei Comuni limitrofi e convincerli ad attuare politiche atte a far confluire all’interno di detta struttura tutto il prodotto agricolo del territorio, facendo diventare Castelvetrano e quindi la provincia di Trapani il polo principale dell’agricoltura della Sicilia occidentale, riconquistando non solo la forza lavoro ormai abbandonata a se stessa, ma avere l’opportunità di creare nuove occasioni lavorative.
L’ambizione di avere tali progetti per il proprio territorio è la base di una pubblica amministrazione utile. Questo deve FARE la POLITICA, questo è quello che farei io.
Francesco Bongiorno
AUTORE. Altre Fonti
complimenti vivissimi per la bronzità facciale!!! il suo populismo è rivoltante, accusare l’Amministrazione di immobiolismo è come dire che se piove la colpa è del Governo!!! non ho mai letto un articolo così insulso e privo di contenuti, di quello da lei scritto sig. Bongiorno. Mi piacerebbe tanto sapere se queste idee maturano dentro la sua testa o se magari se le fa suggerire da suo suocero, che ha saputo benissimo trovare la soluzione ai problemi dell’Imam, come tutti ricorderete, chiudendo l’azienda e investendo in altri settori con soldi pubblici però! In quella maniera siamo tutti bravi, alla sua maniera altrettanto, ma quando si tratta di lavorare h 24 per risolvere i problemi diventa tutto più complicato. ed allora se uno non vuole agire, il silenzio è la tattita migliore piuttosto che sparare a zero alla ricerca di un consenso che questa volta non riceverà!!
Al posto di questo inutile articolo cosa propone di concreto?non ci serve solo fumo!!
S.ra Daniela penso francamente che chi non ha il coraggio di affrontare il dibattito con il proprio nome e cognome non meriti alcuna risposta.
Quindi, cara anonima S.ra Daniela non posso risponderti come vorrei, tengo solo a precisare che NON FU IL RAG. CASCIO A CHIUDERE l’IMAM MA BENSI’ LA FIAT CHE TRASFERI’ LO STABILIMENTO PRODUTTIVO DI TERMINI IMERESE A TORINO con la conseguente chiusura dello stabilimento di Castelvetrano-
Per il resto, si presenti e così potrò anch’io sapere chi lei “conosce abbastanza bene” per poter inquadrare il suo contesto di riferibilità sociale e quindi non solo lei quello degli altri..
Non pretenderà di discutere con me a lei conosciuto, celandosi dietro lo schermo del suo anonimato?
Anzi, proverò sommessamente a proporre in generale che si obblighi tutti quanti ad intervenire in questa pagina dichiarando la propria identità.
Ciò sarebbe auspicabile per prevenire eventuali propensioni alla vigliaccheria del pensiero anonimo e quindi ad assumersi pienamente la responsabilità del proprio pensiero.
In democrazia si dovrebbe interagire così, guardandosi in faccia liberamente.
Giovanni Zizzo
Sono dell’avviso che il libero pensiero sia l’unica libertà ormai rimasta. Mi dispiace,però, constatare che questa libertà alle volte possa annebbiare quelli che sono i principi fondamentali del vivere civile. Quello che ho scritto, seppur in maniera ruvida e spigolosa, me ne rendo conto, ma sicuramente non tralasciando quei principi che mi porto dietro da quando sono nato, non ha mai dato adito a maleducazione e a sfacciataggine. Non sono mai sceso sul personale, come ha fatto lei, risultando di cattivo gusto. Chi è politico, sa per certo, che deve accettare critiche anche brutali a volte, e smentirle non a parole ma con i fatti, questa è l’unica cosa che spero faccia la Pubblica Amministrazione . Le assicuro che non cerco consensi, dato che questo penso sia l’unico motivo di una preoccupazione che l’ha spinta a scrivere ciò che ha scritto. Mi permetta di suggerirle di avere più coraggio la prossima volta, scrivendo nome e cognome, sarà sicuramente più apprezzata da tutti. Cordialmente Francesco Bongiorno
Brava Sig.Daniela…..in questo paese si improvvisano tutti tuttologi e moralisti!
Sig.Bongiorno a mio modo di vedere il suo discorso presenta dei punti discutibili.Mettendo in ballo la politica credo sia inopportuno puntare il dito contro l’amministrazione locale,non sono loro che decidono confische,licenziamenti e quant’altro.Poi se non erro in tempi non molto remoti alcune figure come la Dott.ssa Alfano e il Dott.Ingroia,figure molto più di spicco rispetto ad una giunta locale,sono venuti a Castelvetrano a portare tante belle parole e tante belle speranze con l’intento di fare vedere la propria bella immagine…dove sono queste persone?Direi che sono loro quelli che dovrebbero essere presi in causa e non una giunta che ha ereditato questa situazione dalla magistratura.E poi cosa che mi preme profondamente è che il tracollo del gruppo 6GDO è un fallimento delle istituzioni nazionali e non locali,in ambito economico-aziendale.Come puó un’azienda con i bilanci sempre apposto di punto in bianco a diventare insolvente?E poi questi commissari straordinari,con stipendi abominevoli,sanno fare qualche calcolo con la calcolatrice?conoscono un minimo di gestione aziendale?Non credo!!!
Cordialmente
Luciano Risalvato
I calcoli se li sanno fare molto bene i signori commissari, se no non sarebbe arrivata a questo punto la gruppo6, è l’ordine che hanno ricevuto, far fallire la gruppo6.
Andate a chiedere voi che siete politici, dove sono andati a finire i milioni che lo stesso amministratore si è auto accreditato sul punto vendita di Canicattì
dove anche li era amministratore giudiziario, e per coprire le perdite le ha fatte pagare a gruppo6
Per la cronaca Canicattì non ha nulla a che fare con la galassia gruppo6.
Una sola parola Ladri !!
avvocato bongiorno, prendiamo atto che la 6Gdo è fallita. Vi sono dei responsabili, no? Perchè, da avvocato quale lei è, non propone una class action dei dipendenti volta ad identificare responsabilità (preciso RESPONSABILITA’) e a chiedere un risarcimento danni?