Martina, 16 anni, gli stringe la mano: «Auguri signor Giuseppe per la sua vita e complimenti ancora per la testimonianza resa oggi a tutti noi». Giuseppe, 51 anni, lascia trapelare la sua emozione e trova la forza di rispondere: «Grazie». Giuseppe è un ex detenuto che ha finito di scontare la sua pena: 4 anni e 4 mesi per traffico di droga trascorsi dapprima all’Ucciardone, poi al Pagliarelli di Palermo e, infine, al carcere di Castelvetrano. Nella città che ha lasciato da detenuto fine pena, ieri Giuseppe è tornato per incontrare 5 classi di studenti del Liceo Scientifico “Michele Cipolla” e 2 dell’Istituto alberghiero “Virgilio Titone”.

Con la città di Castelvetrano e i volontari che, insieme alla Caritas diocesana e le suore di Maria Bambina, svolgono attività didattiche all’interno del penitenziario, Giuseppe ha mantenuto un rapporto “fuori le mura”. Sin da quando nel 2017 lasciò definitivamente il carcere di Castelvetrano. Questo rapporto è diventato nel tempo una testimonianza viva di chi ha vissuto l’istituto penitenziario. Ecco perché Giuseppe non si è tirato indietro nel raccontare la sua storia, i suoi errori, la vita in carcere e quella che oggi vive, con la sua famiglia, a Palermo.

L’incontro al Liceo Scientifico.

«La testimonianza di oggi lascia il segno negli studenti – spiega suor Cinzia Grisafi – con Giuseppe abbiamo voluto affrontare coi giovani i temi di libertà, giustizia e volontariato, non perdendo di vista l’art. 27 della Costituzione». La curiosità intelligente dei ragazzi ha incontrato la disponibilità al racconto di Giuseppe. A partire dalla vita vissuta all’interno del carcere, dalle amarezze, dal suo impegno per la biblioteca del carcere, ai rapporti con la famiglia «che, anche lontano, continua a volerti bene».

L’incontro all’Istituto Alberghiero “Virgilio Titone”.

In carcere a Castelvetrano, Giuseppe ha scoperto il valore del volontariato: «Quelle due ore a settimana quando venivano le volontarie era una boccata d’aria esterna che entrava nei nostri cuori»ha raccontato agli studenti. «Conobbi suor Cinzia la prima volta in cappella mentre ero detenuto qui a Castelvetrano, da lì è nato un bellissimo rapporto che oggi continua». La prima testimonianza di Giuseppe avvenne nel 2016 in carcere, davanti a un gruppo di liceali entrati dentro la struttura. Poi è successo ancora un’altra volta, stavolta da ex detenuto. Ieri mattina la terza occasione dentro gli istituti scolastici, grazie alla disponibilità delle dirigenti Tania Barresi e Rosanna Conciauro: «Il mio racconto da ex detenuto e pronto a una nuova vita, spero sia l’occasione per gli studenti di riflettere sul vero valore della vita, loro sono la speranza di un domani migliore».

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