I sottoscritti Bartolomeo La Croce e Vincenzo Agate, consiglieri comunali della lista civica “Castelvetrano Avvenire”, di concerto con Giacomo Saladino e Giuseppe Zaccone, consiglieri comunali del “Movimento Per le autonomie – Partito dei Siciliani”,
Premesso:
- § Di avere appreso dagli organi di stampa che è stata raggiunta una intesa tra codesto Sig. Sindaco e una non meglio individuata “Green Oil Energy” per la realizzazione di un genericamente descritto impianto di produzione di energie da biomasse vegetali nel territorio di Castelvetrano.
Considerato:
- Che solo qualche mese fa codesta amministrazione e questo Consiglio comunale hanno preso una forte posizione contraria ad un progetto di ricerca di idrocarburi che interessava territori viciniori, nemmeno confinanti con il nostro, ritenendolo lesivo degli interessi della Comunità, della vocazione e delle scelte di sviluppo territoriale;
- Che i Comuni di Ribera, Calatafimi–Segesta e di Menfi, per riferirci all’ambito di un territorio a noi prossimo e con omologa vocazione di sviluppo, per volontà popolare, hanno chiuso le porte dei loro territori ad analoghe società ritenendo i loro progetti altamente inquinanti, dunque pericolosi per la salute dei propri cittadini e in ogni caso non compatibili con lo sviluppo del loro territorio;
- Che addirittura il Comune di Menfi ha rigettato un progetto delle “Cantine Settesoli” che prevedeva un impianto per la produzione di meno di un Mw e l’utilizzazione di sola biomassa locale degli agricoltori associati;
- Che la combustione all’interno delle centrali a biomasse legnose in impianti industriali pur ad alta efficienza termica e con adeguati trattamenti dei fumi riduce ma non annulla la produzione di: idrocarburi policiclici aromatici, diossine, furani, ossidi di azoto, ossidi di carbonio, formaldeide, mercurio, benzopirene e polveri sottili, le cosiddette nanopolveri non recuperabili nemmeno dai filtri più moderni, tutti composti altamente cancerogeni, oltre che ceneri fortemente inquinate;
- Che la pericolosità di questi composti non è dovuta soltanto alla loro concentrazione nell’aria, ma alla concentrazione nel tempo, nelle diverse matrici ambientali e lungo la catena alimentare, fino al consumatore finale;
- Che è reale il pericolo che le Centrali a biomassa non siano altro che inceneritori (nell’ipotesi prevista dall’art. 2 del D.Lgs. 387/03: “Per biomasse si intende: la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonche’ la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”;
- Che gli inquinamenti emessi dalle centrali a biomasse comportano, come dimostrato da vasta letteratura scientifica, un aumento dell’incidenza del tasso dei tumori, delle malattie polmonari e di altre gravi patologie quali quelle cardiovascolari e neurologiche;
- Che gli inquinanti, immessi direttamente e indirettamente nell’ambiente dall’attività della centrale possono, in modo rilevante, ridurre la produzione agricola e l’accumulo nell’ecosistema di composti persistenti (metalli, policiclici, diossine) prodotti dalla combustione, incompatibili con gli obiettivi di una produzione agricola ed alimentare di alta qualità;
- Che gli elevati consumi di acqua per il raffreddamento dell’impianto termoelettrico si metterebbero in concorrenza con l’uso agricolo di questa risorsa;
- Che nel bilancio ambientale, occorre sommare anche le emissioni prodotte dal traffico pesante indotto dagli automezzi necessari per i conferimenti di biomasse e per il ritiro e lo smaltimento delle ceneri.
Ritenuto:
- Che i rischi sanitari indotti da questa contaminazione non siano giustificati dai benefici collettivi indotti dalla realizzazione dell’impianto, il cui principale scopo è quello di massimizzare gli utili dei proponenti in base agli attuali incentivi alla produzione di elettricità da biomasse;
- Che le centrali a biomasse proposte non siano assolutamente una scelta obbligata, né tantomeno una scelta strategica per lo sviluppo della Città;
- Che il progetto non sia compatibile con la vocazione e le scelte di sviluppo territoriale: agricoltura di qualità, sviluppo turistico, tutela delle risorse, del territorio, del paesaggio;
- Che l’annunciato vantaggio per gli agricoltori, anche riguardo allo smaltimento dei residui di coltivazione non risponda del tutto al vero. Gli stessi, infatti, usufruiscono di servizio gratuito da imprese private che imballano i tralci risultanti dalla potatura, utilizzati quali combustibili per forni e caldaie a legna;
- Che non sia opportuno avallare scelte non condivise con la popolazione per un progetto così carico di conseguenze vuoi in positivo che in negativo;
- Che sia necessario vigilare attentamente per non assecondare eventuali speculazioni economiche portate avanti da gruppi di imprese ai danni della nostra Comunità cittadina;
Tutto ciò premesso, considerato e ritenuto, nell’esercizio delle proprie funzioni, i sottoscritti consiglieri comunali, interrogano il Sig. Sindaco per sapere:
- Se le notizie riportate dai media rispondano, o no, al vero;
- In caso affermativo, per sapere quali siano i contenuti e le ragioni dell’intesa con la “Green Oil Energy”; ovvero per sapere se e quando sarà reso pubblico il protocollo di intesa fra il Comune di Castelvetrano e la “Green Oil Energy”;
- Se il know out della Green Oil Energy risulti consolidato e accertato nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili in generale e da biomasse in particolare;
- Se la “Green Oil Energy” abbia già realizzato ed eventualmente dove impianti simili a quello che dovrebbe essere realizzato a Castelvetrano;
- Se sia stata compiuta una valutazione di impatto ambientale relativa all’impianto di cui alla presente interrogazione;
- Se sia stato compiuto uno studio sulla sostenibilità della filiera bioenergetica nel nostro territorio;
- Se nell’impianto che verrà realizzato dalla “Green Oil Energy”, risulti, in modo ufficiale e vincolante, che saranno utilizzate soltanto sostanze vegetali provenienti dall’agricoltura del territorio ovvero anche la parte biodegradabile dei rifiuti urbani;
- Se la “Green Oil Energy” dovrà, prima delle realizzazione dell’impianto ovvero prima della messa in funzione dello stesso, contrarre una polizza assicurativa che appaia congrua a risarcire i danni ambientali eventualmente derivanti dall’impianto;
- Se la “Green Oil Energy” si occuperà soltanto della realizzazione ovvero anche della gestione dell’impianto per la produzione delle energie da biomasse;
- Se e quali costi sono posti a carico del bilancio comunale della città di Castelvetrano e, in caso affermativo, per sapere sia già stata stanziata una copertura economica del progetto;
- Se sia già stata individuata la zona nella quale insisterà l’impianto. In caso affermativo per sapere quale sia tale zona, in caso negativo per sapere con quali criteri sarà individuato il sito;
- Se dalla realizzazione ovvero dall’esercizio di tale impianto sia previsto un ritorno economico per il Comune di Castelvetrano. In caso positivo per sapere di quale entità, in quali termini e in che tempi;
- Se dalla realizzazione ovvero dall’esercizio di tale impianto sia previsto un ritorno occupazionale. In caso affermativo di quale entità per gli abitanti del Comune di Castelvetrano;
- In ogni caso, se ritenga o meno opportuna e in sintonia con la vocazione turistica ed agro-alimentare, la realizzazione dell’impianto di produzione di energia da biomasse tramite processi termochimici nel territorio di Castelvetrano.
Ai sensi degli artt. 54 e 55 del regolamento del Consiglio comunale, si chiede l’iscrizione della presente interrogazione all’o.d.g. del prossimo Consiglio comunale.
I Consiglieri comunale di “Castelvetrano Avvenire”
Bartolomeo La Croce
Vincenzo Agate
I Consiglieri comunali del “M.P.A. – Partito dei Siciliani”
Giacomo Saladino
Non ho nulla contro la specifica persona dei consiglieri di codesta interrogazione,ma mi viene spontaneo chiedermi,ma dove era la politica quando il cancro della nostra città,cioè la mafia,ha nascosto tutti gli scarti d italia nella nostra terra?vi faccio presente che siamo la prima provincia d italia per tasso di tumoralità,ma senza avere industrie e quant altro…fate un analisi retroattiva sulle porcate della politica…e poi interrogate…
chi fà accuminciamu!!!!!, e piantatela per favore.
un appello per il Sindaco, se il progetto è valido sostienilo con convinzione e portalo avanti, non farti condizionare da questi detrattori che cercano di strumentalizzare l’inziativa a fini politici. Il castelvetranese medio è maturo elettoralmente e capirà dove sta la ragione. L’Italia ha bisogno di innovarsi e di nuovi investimenti tecnologici per consolidare economicamente, rafforzandole, le filiere produttive anche quelle dell’agro industria.
Caro “cittadino qualunque” Lei dov’era “quando il cancro della nostra città,cioè la mafia,ha nascosto tutti gli scarti d italia nella nostra terra?”. Buoni quelli che sanno recriminare solo dopo e mai mentre qualcosa accade! La filosofia del mugugno senza mai sbracciarsi e intervenire ha permesso quello che denuncia! Perchè infine si nasconde dietro uno pseudonimo? Per pavidità o cosa?
Calò, hai toppato alla grande! Ma l’hai letta l’interrogazione o hai un’idea e sempre solo quella?
Il Sindaco sicuramente sa quello che fa, a guardia degli speculatori ma concedi che se a Menfi, Ribera e Caltafimi c’è stata una vera rivolta popolare un motivo ci sarà pure.
X Carlo Mistretta, si certo che una ragione c’è, è quella di dire NO a tutto ed a prescindere, guardi il caso del MUOS nonostante ci sia un autorevole pronunciamento che esclude ogni rischio per la salute ci si ostina nel portare avanti la battaglia, stessa cosa dicasi per i NO ai rigassificatori ed ai termovalorizzatori, salvo poi ostinarsi a non fare una corretta differenziata fenomeno assai diffuso alle nostre latitudini. Per quanto riguarda il caso di Menfi siamo veramente al ridicolo, il No al progetto presentato dalla Settesoli la dice lunga sul fatto che la politica oggi è lontana anni luce dai bisogni e poco lungimirante, non si sono resi conto che con quella scelta insensata hanno arrecato un danno economico al comparto agricolo pregiudicandone il rilancio e la possibilità di offrire maggiore valore aggiunto agli agricoltori.