Privatizzare i più bei monumenti della Sicilia, primo fra tutti la Valle dei Templi di Agrigento, per fare cassa. La brillante idea è venuta alla giunta Lombardo.
«Per rendere il più possibile redditizia la gestione dei beni culturali in Sicilia dobbiamo affidare a un privato di qualità il pacchetto completo di un sito turistico per trent’anni. Penso ad esempio alla Valle dei Templi o al teatro greco di Siracusa. In cambio – annuncia Antinoro – i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell’indotto. Penso alle strade o a un certo numero di alberghi. Nel caso della Valle dei Templi potremmo chiedere ai privati di migliorare la Palermo-Agrigento e un eliporto». La proposta è dell’assessore regionale ai Beni culturali, Antonello Antinoro.
L’idea sarà contenuta in una relazione che l’esponente dell’Udc proporrà alla giunta Lombardo: «L’elenco di siti dovrà essere concordato con l’assessorato regionale al Turismo – dice l’assessore – ma sicuramente potrebbero essere inseriti il teatro antico di Taormina, Selinunte o la Cappella Palatina. Ma non solo: potremmo affidare anche gruppi di opere in cambio della realizzazione di un museo per ospitarle in Sicilia».
Inorridite le reazioni dell’opposizione. Prima fra tutte quella di Vincenzo Cerani, ministro ombra dei Beni culturali. «Forse sarà stato il caldo e l’afa soffocante che in questi giorni attanaglia il Paese e surriscalda la testa di qualche assessore avventurista, ma non possiamo lasciare sotto silenzio la proposta che arriva dalla Sicilia. Siamo effettivamente esterrefatti circa l’ipotesi che il responsabile alla cultura della regione possa cedere a privati la Valle dei Templi e altri gioielli che fanno parte del patrimonio del nostro Paese». «Lo Stato che appalta i suoi tesori ci sembra una proposta irricevibile – aggiunge – Suggerisco, quindi, all’assessore Antinoro e al neo sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, che si è subito accodato (probabilmente anche lui sotto il pericoloso influsso del solleone) di aspettare l’autunno e con un clima più adatto, a mente fresca, riflettere meglio su questa sciagurata ipotesi».
Critiche del Pd sulla proposta di privatizzare la Valle dei Templi avanzata dall’assessore ai beni Culturali, Antonello Antinoro. «È un paradosso che nella regione che ha il più altro numero di dipendenti, si pensi di affidare i beni pubblici a soggetti privati», dice Filippo Panarello, (Pd) vicepresidente della quinta commissione Beni culturali dell’Ars.
«Prima di lanciare ipotesi falsamente innovatrici – prosegue Panarello – Antinoro farebbe bene a spiegare come viene utilizzato il personale attualmente in carico alla Regione: oltre ai dipendenti di ruolo vi sono, infatti, articolisti, lsu, e dipendenti della società mista “Arte e Vita”».
«Non basta che ci stanno togliendo il presente e stanno pesantemente ipotecando il nostro stesso futuro – dice Mario Bonomo, deputato regionale siracusano del Partito Democratico – Adesso vogliono anche toglierci il passato, la storia della civiltà millenaria di una Terra che, oggi come oggi, meriterebbe certamente ben altra classe dirigente». «Quest’idea di provare a fare cassa in tutti i modi, di trasformare in business anche la nostra stessa memoria mi fa semplicemente inorridire -aggiunge Bonomo -. E non faccio del moralismo spicciolo».
No anche dal Fai Deciso no anche dal Fai, il Fondo italiano per l’ambiente presieduto da Giulia Mozzoni Crespi, all’ipotesi di privatizzazione della Valle dei Templi. Beni di tale importanza «sono e devono restare pubblici in virtù del loro valore simbolico», fa notare l’associazione ambientalista alla quale il neo sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi ha proposto di affidare il progetto messo in campo dall’assessore regionale ai beni culturali della sicilia Antonello Antinoro (Udc). Un invito al quale l’associazione risponde con la richiesta a Stato e Regione Sicilia a «non rinunciare al proprio compito istituzionale».
Cedere la gestione e la valorizzazione dell’intero parco di Agrigento – la più vasta area archeologica greca in Italia, singolare integrazione di arte e natura -, fa notare il Fai, «apparirebbe come una rinuncia definitiva dell’Ente Pubblico a uno dei suoi compiti primari».
La Valle dei Templi, così come altri siti archeologici come Pompei o monumenti come il Colosseo, ribadiscono i responsabili della associazione, «per la loro vastità e il loro immenso valore culturale, non possono essere ceduti a privati perchè necessitano di una gestione che va ben oltre le logiche del profitto, inevitabili e corrette per un soggetto privato». Si tratta di tesori straordinari, proseguono, «che richiedono una continua attenzione culturale e scientifica che solo lo Stato con le proprie svariate strutture e competenze può garantire».
Il Fai si augura quindi «che lo Stato non rinunci ai propri doveri, difendendo un bene che appartiene a tutti i cittadini italiani e che è anche patrimonio dell’umanità» e chiede «di agire con fermezza per mantenere inalterata la bellezza del paesaggio, proteggendolo dalla speculazione edilizia, intervenendo sulla viabilità, per esempio con la chiusura al traffico della strada che attraversa la Valle e incrementando il turismo, con strutture non invasive e rispettose dell’ambiente».
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AUTORE. Redazione