Che cosa è una spiaggia? «Il palcoscenico di uno spettacolo», spiega l’entomologo Calogero Muscarella. Perché questo preambolo che potrebbe sembrare un po’ esagerato? Ci serve per spiegare il valore delle dune, quelle che fanno parte dell’ambiente delle nostre frazioni estive e che, spesso, sottovalutiamo.
Cosa succede su una spiaggia? Frammenti minutissimi di cristalli di rocce si accumulano trasportati dal mare o, in alcune condizioni, gusci microscopicamente frantumati di miliardi di conchiglie accumulati dal mare stesso. Oltre il bagnasciuga le radici di piante li trattengono per evitare di essere dispersi dal vento formando quei caratteristici monticelli di sabbia che sono le dune costiere. «È un ambiente tanto meraviglioso quanto fragile – spiega l’entomologo Muscarella – e, come tale, tutelato (Direttiva “Habitat” n.92/43/CEE attuata con D.P.R. n.357\97)».
Quando parliamo di spiaggia il pensiero va subito a ombrelloni, sdraio, castelli di sabbia, luogo del relax estivo. Ma, volgendo lo sguardo alle nostre spalle, sappiamo riconoscere il valore delle dune? «Fortunatamente dei lembi di spiaggia vera, benché circondati dal cancro cementizio, sono rimasti, e fra queste quel cordone sospeso fra la costa di Menfi inclusa la Riserva naturale della Foce del Belice, le dune del Modione e Selinunte poco prima di Triscina fino a Tre Fontane – racconta l’entomologo Calogero Muscarella – ed è qui che va in scena lo spettacolo…».
Come goderselo? «Basta mollare il cellulare, prendere il figlio per la mano e, alle 20,30, quando il sole ha fatto capolino dall’orizzonte e il cielo, assaporarsi lo spettacolo della natura – dice Muscarella – ad accompagnarvi c’è un roboare continuo: è quello prodotto da decine, centinaia, di Polyphylla ragusai che svolazzano veloci sulle cime degli arbusti, un volo spasmodico e continuato dove si affannano nel pieno dell’ormonale tensione i maschi di questa meravigliosa specie alla ricerca di una femmina con cui accoppiarsi e perpetuare la specie».
A molti i loro roboare e volo incute paura. «Appartengono alla grande famiglia degli scarabeidi, Melolonthidae in particolare – spiega Muscarella – di grandi dimensioni (circa 3-4 cm), color marroncino, con squamule grio/giallastre e con i maschi dalle enormi antenne “lamellate”. Antenne potenti che servono a captare nell’aria i feromoni lanciati dalla femmina e volare quindi da lei prima di un altro maschio. Una corsa ossessiva dove vince il primo che arriva».
Ecco perché lo spettacolo della natura attorno alle dune. «Tutto finisce alle 21,15 (non un minuto prima, non un minuto dopo) – spiega Muscarella – così come rapidamente sono apparse così le Polyphylla scompaiono, a rifugiarsi sotto la sabbia fino alla sera successiva e fino alla fine di luglio». Ma le dune, nel buio della notte, regalano altri spettacoli. «Passeggiate con una torcia fra le dune – consiglia Muscarella – così non sarà difficile scorgere l’elegante Scarites buparius, un grosso coleottero Carabidae lungo fino a 4 cm (un gigante) interamente nero e dalle lunghissime e temibili mandibole. Girovaga di notte in cerca delle sue prede d’elezione: chiocciole soprattutto ma anche altri invertebrati».
E poi ancora: tenebrionidi, carabidi, formicaleoni, falene, «ognuno con una sua storia naturale da raccontare», dice Muscarella. La natura regala spettacolo. Basta fermarsi un attimo, sedersi sulla spiaggia al tramonto – e sino a sera – e voltare lo sguardo alle dune. Sarà forse quello il tempo di dare il giusto valore e rispetto alla natura.

P. ragusae_ foto: Calogero Muscarella

Polyphylla ragusae _foto: Barbera Antonino

Polyphylla ragusae _foto: Barbera Antonino
AUTORE. Redazione