Sul sito la stessa tratta costa anche la metà che al telefono. Anche la nuova Alitalia, come la vecchia compagnia di bandiera pubblica, continua a chiudere i suoi bilanci in rosso: 326 milioni di perdita nel 2009.
Non bastano il monopolio sulle rotte più redditizie e le tattiche che, a quanto risulta al Fatto Quotidiano, usano i suoi call center per strappare ai clienti qualche decina di euro in più sui biglietti acquistati via telefono.
LE DENUNCE.
Sono molte le denunce di chi, telefonando al call center Alitalia per comprare un biglietto, non si vede indicare la tariffa più economica nemmeno su esplicita richiesta. Basta andare sul sito Internet della compagnia per scoprire, però, che esistono voli più economici di quelli suggeriti dagli operatori del call center.
Ecco cosa succede se, per esempio, si chiama il numero 062222 (il call center Alitalia) per prenotare la tratta Milano-Roma con partenza l’8 maggio e ritorno il giorno successivo: alla richiesta precisa del volo più economico, in qualsiasi fascia oraria ed esplicitando che va bene qualunque aeroporto, il prezzo proposto dall’operatrice è di 201 euro.
Ma basta accedere al sito per verificare che c’è una soluzione che costa quasi la metà: 133 euro, è sufficiente atterrare a Malpensa invece che a Linate. Com’è possibile? Perché il call center non indica il volo più economico? L’operatrice, messa di fronte all’evidenza, si corregge subito: “Certo, scusi. Se le va bene anche Malpensa allora sì, può partire con 133 euro”. Non è un caso unico. Il Fatto Quotidiano ha telefonato al call center prenotando anche voli di sola andata, nazionali e internazionali: le offerte ricevute sono state, in cinque casi su cinque, notevolmente superiori a quanto indicato sul web per combinazioni analoghe. Lo scarto minimo è stato di 50 euro e quello massimo di 68. A volte gli operatori hanno danno per scontato che si volesse per forza atterrare in un determinato aeroporto, altre hanno deciso autonomamente che un aereo decollava troppo presto o troppo tardi per essere preso in considerazione. Altre ancora, senza particolari spiegazioni: “Davvero c’è lo stesso volo alla metà del prezzo sul sito? Si affretti”. “È una grave scorrettezza”, commenta Carlo Rienzi, presidente del Codacons, l’associazione che difende i diritti dei consumatori. E aggiunge: “Trattano l’utente come il turista straniero che al ristorante non è in grado di valutare i prezzi. Anche se non si configura alcuna ipotesi di reato, reputo che sia un modo assai poco etico per guadagnare più denaro”.
I CALL CENTER.
Esistono due tipi di call center Alitalia: uno in appalto alla società per azioni Alicos e uno interno all’azienda. In entrambi i casi i dipendenti percepiscono uno stipendio fisso, non in percentuale alle vendite portate a termine. Dunque che incentivo hanno a proporre tariffe più salate rispetto a quelle disponibili sul sito aziendale? “Ricevono istruzioni da chi dirige il call center di proporre opzioni che, pur esistendo, non sono mai le più convenienti”, sostiene Rienzi. Alitalia replica al Fatto Quotidiano: “Quello che denunciate non dovrebbe succedere. A noi non risulta ma, nel caso fosse vero, la responsabilità sarebbe interamente dell’operatore”.
L’ufficio stampa della ex compagnia di bandiera rivendica che non c’è alcuna discriminazione economica telefonando al call center: “Abbiamo provato anche noi a fare l’esperimento confrontando i due canali d’accesso alla biglietteria. Tramite il call center è stato proposto un prezzo addirittura più basso che sul web”. Anche Adoc, altra associazione di consumatori, in un comunicato ha scritto: “A seguito di centinaia di telefonate giunte all’Adoc relative a un’anomalia dei prezzi dei voli internazionali europei ed extraeuropei dell’Alitalia, che mostrava uno scostamento tra l’offerta online e quella del call center (a parità di volo, destinazione, data, orario), l’Adoc ha chiesto chiarimenti”. Alitalia, sollecitata dal Fatto e dai consumatori, rassicura: “Provate ora, vedrete che i prezzi corrispondono”.
Beatrice Borromeo
per Antefatto
Io ci lavoro, non c’è nessuna pressione da parte di chi dirige, figurarsi. L’esempio di Malpensa non calza a pennello. E’ come dire Trapani o Palermo visto che Malpensa dista un’ora da Milano. Magari l’errore sta nel fatto che non è stato chiesto dall’operatore (o specificato dal cliente) se andavano bene come soluzioni anche Orio e Malpensa.
A parte l’errore umano, le tariffe a video sono uguali a quelle del web. C’è di più, Alitalia ha sempre spinto per l’autonomia via web del cliente, con bonus millemiglia e quant altro.
il 100% degli errori umani???!! ma è possibile per l’alitalia avere tanta sfortuna da essere messa in difficoltà dagli “unici” operatori che non sanno lavorare?! forse sono tutti così…forse,forse..
Nino, ma secondo te dei lavoratori che non sono certamente in possesso del miglior lavoro del mondo, reggono un gioco simile? Stessa cosa che ho scritto alla Borromeo, vieni a Palermo e chiedi a campione ad alcuni dei 1200 ragazzi che lavorano per Alitalia e troverai le tue risposte. I superiori, poi, figurati se si mettono a chiedere di vendere i biglietti più cari. A quelli interessa solo che venga garantito un servizio di pronta risposta e nulla più, cercando di garantire la risposta nel più breve tempo possibile. Ti consiglio di leggere le risposte dei colleghi sul sito Antefatto. La Borromeo sgarrò sta vota.