Il Ministero delle Politiche agricole ha dato l’ok al Piano di controllo predisposto dalla Camera di Commercio di Trapani per il riconoscimento della Indicazione Geografica Protetta del Sale Marino di Trapani.
Il disciplinare venne presentato nei mesi scorsi alla Camera di Commercio di Trapani dalle associazioni di categoria e dal “Consorzio per la valorizzazione del sale marino di Trapani”, che riunisce tutte le saline trapanesi. Con il parere positivo reso dal Gruppo tecnico di valutazione del Ministero delle Politiche Agricole, il “Sale Marino di Trapani-Igp” diventa una realtà già operativamente efficace.
A partire dalla campagna produttiva 2012 la Camera di Commercio di Trapani potrà, come ente valutatore, verificare, garantire, certificare e pertanto proteggere l’origine geografica del Sale Marino prodotto nella fascia costiera che unisce Trapani a Marsala attraverso il territorio di Paceco. Tutti i produttori trapanesi, entro il prossimo mese di aprile, potranno chiedere che la loro produzione del 2012 rientri sotto l’egida della protezione geografica, sotto il controllo della Camera di Commercio di Trapani. Si tratta di un bacino potenziale di quasi 100 mila tonnellate di sale.
Il “Sale Marino di Trapani-Igp” entra così nel gotha dei prodotti agroalimentari italiani. Ed è il primo sale in Europa a ricevere il suggello della protezione della propria origine. Soddisfatto per l’importante riconoscimento il presidente della Camera di Commercio di Trapani Giuseppe Pace, che ha ricordato come l’Igp rappresenta il sigillo di garanzia e genuinità ambientale dell’area in cui si produce il sale.
Si tratta di un risultato che premia l’impegno del Consorzio per la Valorizzazione del Sale Marino di Trapani come ricordato dal presidente del Consorzio Antonio D’Alì Staiti. Soddisfazione anche da Giacomo D’Alì Staiti, presidente della Sosalt, il maggiore produttore di Sale Marino nell’area trapanese, azienda che ha da sempre sposato e sostenuto il progetto del Consorzio per la Valorizzazione del Sale Marino di Trapani.
AUTORE. Redazione
E quindi? Costerà di più? Meno male che, sul mercato, non mancano alternative..
caro valenziano certo che il tuo commento fa davvero cadere le braccia, scusami per lo sfogo
@calò…ma dai…capisco valorizzare la ‘vastedda del belice’, il pane nero di Castelvetrano ( ma anche quello bianco di Mazara, ancora sconosciuto ), o la nostra sottovalutatissima pasticceria a base della ricotta più buona del mondo..insomma i prodotti alimentari ove interviene la manifattura umana…ma il sale preso dal mare..il fatto è che stì trapanesi sono sempre e solo ‘chiacchiere e distintivo’..