Hanno spostato cenere e rifiuti e hanno iniziato a montare nuove baracche con legno, plastica e cartone. I migranti stagionali sono tornati nuovamente all’interno dell’ex ‘Calcestruzzi Selinunte’ di Castelvetrano, lì dove giovedì notte il fuoco ha bruciato tutto. Nel rogo è morto anche un giovane di 40 anni che non è riuscito a scappare mentre le fiamme avvolgevano anche il suo alloggio di fortuna. Ai migranti non ha fatto paura tornare dentro l’ex campo annerito e pieno di cenere, eternit bruciato e detriti di ogni genere. Le prime capanne sono state già montate.

Stamattina i volontari dell’associazione “Libera” hanno portato 200 sacchetti di indumenti per i migranti. Alcuni sono stati distribuiti proprio tra i migranti dell’ex campo bruciato, altri, invece, sono stati donati agli extracomunitari lavoratori stagionali che, nel frattempo, si sono sistemati – sempre abusivamente – all’interno dell’ex oleificio “Fontane d’oro”. Il sindaco di Campobello di Mazara stamattina ha fatto un sopralluogo in quest’ultima struttura, confiscata alla mafia e trasferita al patrimonio indisponibile del Comune.

Castiglione si è detto preoccupato dell’occupazione abusiva del bene comunale e, in una lettera inviata al prefetto di Trapani, ha evidenziato il ruolo di alcune associazioni: «Chi si trova ora dentro gli spazi dell’ex oleificio ha dichiarato di non gradire la presenza della CRI – ha detto il sindaco – e poi ci sono varie associazioni di volontariato (il sindaco fa chiaro riferimento a “Fuori Mercato”, “Contadinazioni”, “Reagire”, “Rosa Balistreri”) che, di fatto, stanno cercando, in maniera del tutto autonoma, di gestire in proprio il campo di accoglienza, senza nessun atto di assenso da parte del Tavolo tecnico permanente della Prefettura», ha concluso Castiglione.

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