Un articolo del Giornale di Sicilia del 30 dicembre scorso parla di arretrati non pagati da un anno ai vigili urbani, per un progetto partito a natale del 2009.

La giornalista, Francesca Capizzi, descrive il fatto riportando alcune dichiarazioni dal Comando: “Noi vogliamo i nostri soldi, non è giusto che abbiamo lavorato di notte, lasciando le nostre famiglie, non è tutto dovuto”.

Altri invece hanno esposto le proprie considerazioni più diplomaticamente.
Antonino Cognata afferma: “Ci sono dei ritardi. Il segretario comunale, Elia Maggio, recentemente, ha chiesto dei chiarimenti al dirigente Bucca sulle modalità dello svolgimento del lavoro effettuato dai vigili. Sono fiducioso che il progetto verrà liquidato, nella misura in cui è stato lavorato da ogni singolo vigile urbano”.


L’assessore alla Polizia Municipale Enrico Adamo invece dice: “Ci sono state delle problematiche per le modalità di pagamento, per problemi di bilancio, ma al più presto provvederemo alla liquidazione”.
Infine il dirigente del comando dei vigili Vincenzo Bucca: “E’ vero, i soldi effettivamente devono essere liquidati, ma giorno 17 abbiamo mandato la richiesta con una lettera scritta, sia al sindaco che al segretario generale. Diamo tempo all’amministrazione di fare il loro lavoro. I miei vigili possono dormire sonni tranquilli, il sindaco Pompeo sa quello che deve fare, ci vuole soltanto un po’ di pazienza”.

A questo punto la giornalista chiede al sindaco una replica
, che però fa sapere di non volere rilasciare alcuna dichiarazione in merito.
Un paio di giorni dopo però, in un comunicato stampa, il primo cittadino fa sapere che la verità non corrisponde a quanto scritto sull’articolo, specificando che “il personale di ruolo non ha diritto ad alcun rimborso in quanto le ore di servizio prestate sono state eseguite nell’ambito delle 36 ore previste dal consueto orario settimanale, con l’applicazione di un terzo turno di servizio. Le uniche somme che saranno liquidate saranno quelle riconosciute al personale contrattista”. Poi prosegue augurandosi che nel futuro “i nostri agenti del corpo di polizia municipale sappiano dedicare maggiori attenzioni allo svolgimento del loro lavoro per conseguire risultati migliori di quelli sin qui ottenuti”.

Nello stesso comunicato stampa, vengono riportate anche le “nuove” dichiarazioni del comandante Bucca e dell’assessore Adamo.
Il comandante ribadisce la piena e totale fiducia nel confronti dell’Amministrazione e aggiunge: “Tutto il personale smentisce e si dissocia da quanto scritto, in quanto non è stata intrapresa alcuna forma di protesta sindacale o legale”.

L’assessore Adamo invece replica così: “La protesta di un esiguo numero di vigili va stigmatizzata poiché inopportuna nei tempi e sicuramente è stata amplificata da chi ha scritto l’articolo”.
Insomma, impegnati a smentire o sminuire quanto riportato dalla giornalista, nessuno dei due spiega ai cittadini se questo debito ci sia oppure no.

Ma, anche se una protesta sindacale e un diffuso malcontento non sono la stessa cosa, la questione sembra essere più chiara proprio leggendo le affermazioni del Sindaco e le “nuove posizioni” dell’assessore e del comandante. Infatti lo stesso Pompeo afferma che ci sono somme che devono ancora essere liquidate al personale contrattista, l’assessore Adamo ammette l’esistenza di una protesta, seppur di un numero esiguo di vigili, mentre il comandante Bucca smentisce e si dissocia in termini piuttosto vaghi, senza entrare nel merito del documento da lui inviato al Sindaco e al segretario generale.

Ma allora cos’è successo? La giornalista si era inventata tutto, o si è trattato soltanto di “spiacevoli equivoci” tra personale della pubblica amministrazione e datore di lavoro?
Francesca Capizzi intanto ritiene di “aver espletato tutti i passaggi che la deontologia professionale richiede” avendo anche chiesto invano, ancor prima della pubblicazione dell’articolo, una replica al primo cittadino. Inoltre, in una nota, ha sottolineato con chiarezza che se il sindaco “pensa che fare il giornalista, significhi solo riportare ciò che lui desidera, mi dispiace per lui ma non appartengo a questa categoria. Sono rispettosa dei principi democratici che regolano il mio lavoro e la vita sociale di questa nazione – ha aggiunto la giornalista del Giornale di Sicilia – Il mio dovere è quello di informare quando sono in possesso di notizie e, allo stesso modo, di dare la parola a chi viene criticato”.

Egidio Morici

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