Percezione sociale, lavoro, economia, impresa. Sono tante le sfaccettature del servizio televisivo di La7 (“fratelli di mafia”) andato in onda un paio di settimane fa, che ha coinvolto la città di Castelvetrano.
Ma l’intervista ad un cittadino che elogia Matteo Messina Denaro e condanna la classe politica italiana, ha prodotto le prevedibili reazioni da orgoglio ferito che forse non hanno lasciato la necessaria serenità per ragionare meglio anche sul resto del servizio.
Exit intervista anche l’imprenditore che ha vinto la gara d’appalto per la costruzione del Commissariato di Polizia su un terreno confiscato alla mafia, il quale rivela di aver conosciuto Giovanni Filardo, uno dei fiancheggiatori poi arrestati, proprio nel cantiere di fronte, dove stavano costruendo l’edificio per la nuova sede del Comune. “Se era cugino di Matteo Messina Denaro me lo dovevano dire le forze dell’ordine”. Anche il cemento è stato fornito da un impianto che aveva come gestore occulto un altro fiancheggiatore rinviato a giudizio, Giovanni Risalvato. Persone per bene, secondo l’imprenditore, puntuali nei pagamenti.
Insomma, che alla costruzione di un Commissariato sui terreni confiscati alla mafia, abbiano partecipato proprio i fedelissimi di Matteo Messina Denaro, sembra un paradosso davvero singolare, davanti al quale appare insufficiente trincerarsi dietro il solito “non ne sapevo nulla”.
Nel servizio però non ci sono soltanto vecchietti che pensano che il latitante di Castelvetrano sia una persona come tutte le altre.
La giornalista di Exit fa due chiacchiere anche con Nicola Clemenza, un imprenditore che si era ribellato al prezzo imposto dell’olio e voleva creare un consorzio. A dare fuoco alla sua auto un altro fiancheggiatore, Enzo Catania, lavagista che il giorno prima dell’attentato intimidatorio gliel’aveva pure lavata. La giornalista gli chiede se si sente un eroe, lui risponde: “No. Se comportarsi come qualunque cittadino ha il dovere di fare significa essere un eroe, allora vuol dire che siamo alla frutta”.
Ma la città sembra aggrovigliata alle prime interviste che “infangano il buon nome di Castelvetrano”. E si ribella… più alla cattiva immagine della città che alla mafia.
Giacomo Bonagiuso, esperto del sindaco nella programmazione e la promozione delle attività teatrali e culturali, scrive che “Nostra cattiva maestra televisione ci ha messo a cosce per aria, sfondandoci la vagina col fallo a forma di microfono” e fa partire un progetto “1000 facce per Exit”, poi cambiato in “1000 facce contro la mafia”: un appello ad inviare un breve video col cellulare, in cui, si dica qualcosa contro la mafia. L’esperto aggiunge su Facebook: “Possibile che uno debba scatenare l’inferno in rete perché certi giornalisti stupratori siano dignitosi?”
Gli fa eco Alessandro Quarrato, portavoce del sindaco: “Armiamoci e scateniamo l’inferno!”.
Il tempo di riorganizzarsi dopo un’ accesa lite tra un consigliere comunale (Calogero Martire) e il primo cittadino, divisi dai vigili urbani prima che potessero arrivare alle mani, e all’unanimità anche il consiglio comunale vota un documento in cui critica la trasmissione per aver presentato “in modo distorto la realtà della città”, condannando “fermamente la mafia e il malaffare”.
Da una radio locale parla anche il preside Fiordaliso che, inaspettatamente, fa delle sconcertanti dichiarazioni, tornando sul caso del pentito Calcara al Teatro Selinus, trattato anche da Exit:
“Lo stesso Ingroia ha capito il grande equivoco in cui era caduto e il grande favore che in un certo senso lui ha fatto involontariamente a Matteo Messina Denaro, perché ha denunciato una città e una scuola castelvetranese che da tempo si erano contraddistinte col loro impegno contro la mafia”.
Ingroia però si era già espresso pubblicamente sulla questione per almeno due volte, una in quel teatro mezzo vuoto e l’altra, un mese dopo, alla presentazione del suo libro al parco archeologico di Selinunte: “Un’occasione mancata, per gli studenti e per la città” aveva detto con chiarezza.
Il preside però va avanti, affermando che il magistrato avrebbe mortificato 40 anni della sua attività contro la mafia e decenni di impegno da parte di questa amministrazione comunale, con un “sindaco che ha preso chiaramente posizione contro la mafia”.
Dopodiché “svela” che l’onorevole Centorrino “in un certo senso” avrebbe convenuto con loro su questa trappola mediatica, ordita dal Giornale di Sicilia, che il preside definisce “un giornale che è stato sempre un po’ collaterale alla mafia”.
Poi indica tra gli organizzatori del fantomatico complotto, il giornalista Umberto Lucentini: “Siccome scrive libri a Vincenzo Calcara, ha interesse che questi libri vengano venduti e che le conferenze servano a propagandare i libri”. Strano convincimento quello di Fiordaliso, su un giornalista che proprio lui qualche anno fa aveva invitato ad un convegno sulla legalità, pubblicandone il contributo.
Un preside in evoluzione, che manifesta la sua approvazione per questa amministrazione comunale che, a suo dire, avrebbe creato i presupposti per uno sviluppo sano della città, “perché l’antimafia senza sviluppo non è legalità”.
E oltre ad essere convinto che “allo stato attuale noi possiamo dire chiaramente che Matteo Messina Denaro non influisce sulla politica”, parla di giustizia mettendo l’accento sulla responsabilità dei giudici e dichiarandosi a favore della separazione delle carriere: “Occorrono due Csm, uno per i pubblici ministeri e l’altro per i giudici.”
Dalla stessa radio parla anche il professore Franco Messina, referente dei progetti per la legalità ed ex avvocato difensore di Tonino Vaccarino negli anni ’90, proprio nei processi contro il pentito Calcara. L’avvocato si autodefinisce uno dei massimi studiosi di Vincenzo Calcara, affermando di averne denunciato l’inattendibilità, la falsità e la diabolicità.
Insomma, sembra di stare a sentire Vaccarino che davanti al teatro Selinus, prima della disertata conferenza, diceva ai giornalisti che Calcara è un demonio.
A nessuno viene in mente di informare i cittadini in modo corretto, magari ricordando ciò che al riguardo ha più volte dichiarato Antonio Ingroia:
“Calcara, come tutti i collaboratori, è stato sentito da varie autorità giudiziarie. Lo spettro delle sue dichiarazioni è molto ampio, ha parlato di tantissime cose, alcune delle quali sono state ampiamente riscontrate e attendibili e altre non sono state sufficientemente riscontrate”.
Anche l’esperto del sindaco, Giacomo Bonagiuso, si esprime sulla giustizia e dalla stessa radio racconta di uno scambio avuto con Massimo Russo (ancora magistrato) ad un convegno sulla legalità. Pare che al suggerimento di scansare i mafiosi per strada senza aspettare che si arrivi sempre tardi coi processi, l’intellettuale avrebbe risposto orgogliosamente: “Dottore Russo, noi alle streghe, sol perché gli trovavamo un gatto nero, abbiamo fatto peggio rispetto agli stupri dei vespri siciliani. Possiamo evitare di rifarlo? Lei me li condanna in terzo grado e io giuro che non vado neanche sullo stesso marciapiede”.
Ipse dixit. Anzi, ipse Exit.
Egidio Morici
Per L’isola del 02/04/2011
Non mi sembra neanche vero che i soliti ( professoroni della legalità ) non si siano indignati di questo articolo e con le loro figure di educatori ci avrebbero illuminato.
niente casino??non ci sono querele in arrivo??che mondo…
Ma perchè mai Vito ed Egidio Morici che danno del “professore di legalità” a chiunque esprima una opinione di legittima reazione ad articoli che mirano soltanto ad ergersi a criticone e censore di chi si prodiga all’educazione scolastica della legalità, non provano loro a redigere qualche progetto in tale direzione? Visto che non sono affatto soddisfatti dei nostri progetti scolastici, perchè anzicchè criticare chi li fa, non provano a fare qualcosa di concreto anche loro? Non pensavo valesse la pena rispondere all’ultima boutade giornalistico-criticona dell’Egidio di turno, ma visto che i suoi ammiratori mi sollecitano nel loro tentativo di dare importanza al suo scritto, non mi sottraggo.
All’amministratore di condomini e giornalista Morici, sul tema Calcara che tanto gli sta a cuore, stante che non gli vado a genio come avvocato e professore, desidero rispondere con una nota non mia, ma di un importante esponente del gruppo dirigente siciliano del P.C.I. di un tempo, che scrive per proporre “una sfida alla superficialità volgare dell’antipolitica”, l’interessante libro “Noi e la mafia” e che propugna intelligentemente una memoria storica dei fatti accaduti nell’ultimo trentennio nella nostra provincia: Nino Marino.
Pag.88: “L’altro pentito di quella stagione trapanese, Vincenzo Calcara, che autorevoli giornali e televisione, falsificando ogni oggettiva risultanza giudiziaria, hanno trasformato da squallido provocatore condannato per calunnia, in braccio sinistro di Borsellino, quello destro essendo il Maresciallo Canale, Calcara appare quando si tratta di far guadagnare a Santapaola ed Agate l’assoluzione dopo la condanna all’ergastolo per l’assassinio di Vito Lipari. E sarà un altro innocente ad andare in galera, al loro posto, per alcuni anni.”
Non mi pare che l’autore di questo libro sia mai stato difensore di qualche persona accusata ingiustamente da Calcara. Rilegga la recente storia della nostra provincia, se mai l’abbia mai fatto, il giornalista Morici e così potrà evitare di commettere errori su prese di posizione che fanno a cazzotti con la storia giudiziaria del nostro territorio.
Visto che poi potrebbe essere necessario “illuminare” qualche mente malevola e informare i lettori meno faziosi, su un tema interessante come il pentitismo ad “intermittenza” (il pentito può dire un monte di castronerie, nonostante dica comunque la somma verità), di cui alcuni importanti magitrati in difficoltà attualmente si pasciono, prometto che scriverò un articolo anch’io.
D’altronde perchè mai gli avvocati non possono avverturarsi nel giornalismo giudiziario?
Oggigiorno scrivono tutti, ma proprio tutti!
Prof. Avv. Franco Messina
x Franco Messina
Dato che ti sei sentito “solleticato” ti dico che sicuramente non sei tu la persona che può “illuminarmi” e in quanto a ” mente malevola” mi viene da pensare che dietro il tuo “attivismo” ci siano le elezioni( pensare male a volte non è così brutto), in ogni caso io non ho mai fatto il censore di nessuno, non rientra nel mio modo di essere, non ho mai detto niente sui “tuoi” progetti fatti nell’ambito scolastico, voglio solo sottolinearti che negli ultimi tempi ti sei reso di un protagonismo eccessivo, criticando chi pensa in altro modo, specialmente quando si parla di legalità, arrivando a pensare che la verità sta sempre dalla tua parte. Volevo anche dirti che essendo un figlio di “viddani” non so scrivere bene e mi manca il potere della “parola” avendo studiato all'”Avviamento bestiame” come veniva chiamata allora la Scuola Professionale, ma nella vita i boriosi li so riconoscere.Inoltre per tua informazione io insieme a Legambiente e Libera per molti anni ho partecipato all’ organizzazione dei campi di volontariato internazionale e dei campi di volontariato per famiglie sui terreni confiscati alle mafie, senza per questo stare a sbandierare il “mio fare” . So perfettamente che ognuno di noi deve fare la sua parte e io ho incominciato da giovane principalmente rifiutando favori dei politici del tempo(DC) e se non credi a quello che ti sto dicendo chiedi al tuo Preside, lui si che si ricorda bene!!
Ma guarda un pò che veleno che vien fuori quando si colpisce bene con le parole. E chi sarebbe colui il quale ha epitetato come “professorone della legalità”? Non mi dica che non pensava malevolmente alla mia persona! E di cosa si sta lamentando, per le cose che ho scritto? Ha qualcosa da farsi perdonare? C’è l’ha solo con me o con tutto il mondo? Secondo lei è giustificata una tale sua reazione che in quanto a contenuti espressivi è davvero poverella?
In quanto al mio “attivismo” da lei attribuito ad asseriti motivi elettorali e che io sbandiero allorquando dico che mi sono occupato di legalità da oltre vent’anni, mica dico una cosa non vera, sa?
E che qualcuno di sua conoscenza che si è attaccato ai nostri progetti per anni sfruttandoli col nostro consenso di buona fede per poi attaccarci, a lei non risulta?
Non sapevo che lei si è occupato dell’associazione Libera e visto che ne sono stato fondatore da presidente dell’A.ge, vorrei capire come mai non la ho mai conosciuta come socio. A meno che non faccia parte di quei soci che hanno occupato la Libera e che, nonostante tutto il dissenso interno al presidio, non pensano minimamente a dimettersi, forse perchè ritengono utile rifondare quell’associazione a loro immagine e somiglianza.
O, ma forse, a pensarci bene ho capito chi è lei e non credo affatto che possa indicarmi come un “borioso” che lei saprebbe riconoscere, senza manco conoscermi. E se il mio attivismo dura da così tanti anni, non avrei potuto già candidarmi alle elezioni prima?
A proposito di mente malevola, è così arrabbiato con me per qualche motivo in particolare, o forse avendo io avuto qualche discussione con qualche suo amico della Libera, forse ora lei non vede l’ora di vendicarlo con un bell’attacco personale?
Caro Vito Morici, sarebbe meglio cambiare tono ed atteggiamento ed evitare ciò che parrebbe una pratica molto frequente in chi, non avendo seri argomenti logici, preferisce polemizzare offendendo. Non sarà per caso come quelli che vogliono avere ad ogni costo un palcoscenico e pur di averlo si fanno irretire dalla mentalità del grande fratello e sparare offese senza pensarci su?
Mi auguro di no, anche perchè se lei fosse basso, tarchiato, capelli ricci e baffi e se ho ben capito di chi si tratta, dichiaro la mia profonda delusione per il suo attacco che non è proprio da lei.
O forse mi sbaglio signor Morici?
P.S.: visto che abbiamo qualcosa in comune sul versante della legalità, invece di attaccare me che qualcosina faccio nella società in cui vivo, perchè non si impegna a convincere qualcun’altro cittadino castelvetranese che magari questo “attivismo”, come lei lo chiama, non lo dimostra?
Per quanto al mio “protagonismo”, a lei dovrebbe essere nota la circostanza che chi ha pensato bene di attaccare offensivamente per primo non sono stato certo io e che tutto è nato dalle critiche che i suoi amichetti hanno fatto ingiustamente al Corteo della Legalità dell’anno scorso: che strano che chi dovrebbe marciare per la legalità attacchi un Corteo per la Legalità. Io ho soltanto difeso i miei alunni e continuo a farlo, nonostante continui a dirvi che dovremmo unirci e non dividerci in nome della legalità.
Dove porta questo gratuito polemismo?
Forse proprio a dividere ciò che dovrebbe essere unito contro l’illegalità: ciò è proprio tipico di certa sinistra miope.
Lei è di sinistra signor Morici?
Potrebbe candidarsi anche lei! Ci pensi su!
Guardi che di “illuminazione” ne ha parlato per primo lei, si rilegga le sue poche righe.
Franco Messina
Ringrazio chi mi definisce:
sedicente giornalista,
criticone,
censore,
pervicacemente fazioso,
amministratore di condominio che gioca al sensazionalismo,
demolitore ad ogni costo,
autore di boutades giornalistico-criticone…
Lo ringrazio perché paradossalmente mi aiuta ad andare avanti.
E lo ringrazierei ancora di più se magari, ogni tanto, indicasse le cose non vere, le faziosità e le eccessive critiche contenute nei miei articoli.
Articoli che forse descrivono una realtà scomoda. Ma descrivere una realtà scomoda non necessariamente coincide con la critica (peraltro sacrosanta se c’è), soprattutto quando non si appartiene a quell’autoreferenzialità che prescinde dalle fonti originali dei fatti e delle opinioni.
Io sono solo un umile collaboratore di un quindicinale di provincia, non mi piace salire in cattedra e sono aperto alle critiche. Certo, sarei più contento se queste si riferissero ai contenuti, ma non si può avere tutto dalla vita.
Egidio Morici
La potrei aiutare ancora di più se solo volesse: se dovessi cambiare il mio amministratore di condominio potrei chiamare lei. Addio criticone!
x Franco Messina
E si sono proprio io : basso ,tarchiato, capelli ricci e baffi e come si dice in dialetto”curtu e malacavatu”.
Sicuramente io non ho niente da farmi perdonare, non so tu, e dato che la mia reazione ti è sembrata nei contenuti espressi “davvero poverella” cercherò di essere più ricco nei contenuti.
Dirmi di cambiare tono e atteggiamento non mi sembra una bella frase da dire ma dimentico sei abituato a dare lezioni, continuare a ripetere che da 20 anni ti occupi di progetti sulla legalità a scuola non mi stupisce più di tanto perchè non fai niente di speciale, fai semplicemente il tuo lavoro di insegnate, inoltre neanche io ti conosco come socio di Libera non ti ho mai visto nè a collaborare, nè a partecipare a iniziative locali nè a quelle che hanno visto coinvolte Libera Nazionale insieme a Legambiente, nè in altri eventi che vedevano coinvolte altre associazioni sul tema della Mafia, tranne in quelle che ti vedono protagonista con la tua scuola. Le tue divergenze con alcuni soci di Libera ti hanno portato a dire che questa è stata “occupata” ( termine molto pesante), per me sei tu che non sei più in sintonia, dato che ti riesce molto difficile accettare qualsiasi critica specialmente sul tema della legalità ( a tal proposito ti suggerisco di ascoltare Don Ciotti proprio su questo tema)negando anche certe evidenze e giudicando addirittura fazioso chi ha solamente documentato dei fatti. Anche il termine che usi “amichetti” non mi suona bene
( dimentico pensi di parlare con un tuo alunno).Inoltre avendo assistito a una tua “arringa” e avendone ascoltato un’altra per radio sono rimasto sconcertato dal fatto che vuoi a tutti i costi definire “chi” e “come” si può essere soci di Libera e se qualcuno non rientra nei canoni stabili da te viene etichettato “comunista” e “occupante” e se come dici tutto questo è avvenuto per difendere certe scelte dei tuoi alunni discriminando di fatto sia una minoranza di alunni che hanno pensato diversamente e che non si sono omologati sia altri che la pensano diversamente sull’incisività delle parole allora ti dico che non ci siamo proprio, allora non sono io che “cerco palcoscenico ad ogni costo e pur di averlo si fanno irretire dalla mentalità del grande fratello”.Finisco rispondendo alla tua domanda : si sono orgogliosamente di sinistra ma non quella miope che pensi o che conosci tu, ma poi perchè me lo chiedi stai già facendo la lista dei buoni e dei cattivi?
Sempre più velenosetto lo scontro! Vedo che il dialogo è sempre più difficile e vi è una pervicace intenzione di proseguire nello scontro acceso. Immagino che lei vuol sostenere di appartenere a un ristretto gruppo che gestisce il presidio castelvetranese della Libera, presieduto ancora dalla stessa coordinatrice che io stesso, quale socio fondatore, proposi all’origine ed alla quale sono grato per il suo continuo impegno di volontariato. Bene, buon lavoro! Mi auguro che le iniziative del “suo” presidio siano fattive ed interessanti e spero tanto che finalmente l’associazione sia in grado di camminare da sola senza andare al carro di altri come faceva in passato. Formulo i miei migliori auguri alla Libera per la realizzazione di tante manifestazioni ed iniziative di legalità. E’ da un anno che lei non mi vede nei locali dell’associazione, salvo in una occasione di forte chiarimento alla presenza anche del responsabile regionale dopo le mie proteste in ambito di Libera nazionale e regionale, cioè da quando sono stati attaccati i miei alunni organizzatori del Corteo della Legalità del maggio 2010 dal “suo” gruppo di amici.
E’ quindi del tutto inutile che lei cerchi di sparigliare le carte: la verità è che la mia reazione si muove nella legittima difesa nei confronti di chi ha scatenato la gratuita polemica filologica su “legalità o antimafia”. Si ricorda l’inizio di tutto ciò? Tutto qui, non c’è altro. Le critiche in difesa di una manifestazione sulla legalità non le volete accettare voi che pretendere di possedere il patentino dell’antimafia. Auguro alla Libera di liberarsi presto di tale inbrigliante retaggio di limitatezza della propria importante azione sociale e auspico una rinnovata unità di tutte le risorse sociali del territorio per l’affermazione della legalità e, a tal fine, proprio per favorire questo obiettivo di unità, desidero uscire definitivamente da questo confronto/scontro e non risponderò ulteriormente a questo dibattito improduttivo.
Ciò lo farò per tentare di far sedare gli animi e favorire concretamente un clima che serva per andare avanti verso un fronte comune, magari insieme, uniti per la legalità. Mi saluti i suoi amici e ricordi che non fa parte dei miei doveri di insegnante di diritto di occuparmi dei progetti di legalità, quello lo faccio volentieri in pieno volontariato.
Rispondo a Franco Messina ,in quanto facente parte di “un ristretto gruppo che gestisce il presidio castelvetranese della Libera” che in altri termini e in altri luoghi pubblici della rete è stato definito “gruppo Garofalo & C..” Premetto che il mio intervento ha lo scopo di chiarire alcuni passaggi che Franco Messina non accetta, nonostante siano stati discussi alla presenza del referente regionale di Libera, super partes e per rendere giustizia ad una Associazione che fa della democrazia interna il metodo,al contempo desidero che i ciittadini castelvetranesi,sensibili al tema possano elaborare una opinione personale, leggendo i vari interventi.
Tra i dissidi interni formulati all’interno di una riunione cui ha partecipato Franco Messina, lo stesso ha evidenziato che la presenza di alcuni soci, quale la sottoscritta che non gestisce assolutamente niente, ma si limita ad ascoltare e partecipare come altri , tanto è vero che pur essendo stata referente alla legalità insieme ad altri colleghi del Liceo in cui insegno ed essendomi occupata per diversi anni di Progetti, ho preferito allontanarmene onde evitare che si potesse pensare ad interessi di parte piuttosto che comuni . In quella occasione , Franco Messina ha ritenuto che la nostra partecipazione danneggerebbe l’Associazione in quanto appartenenti a Rifondazione Comunista, di conseguenza la gente e soprattutto i giovani non si avvicinerebbero. Vorrei sottolineare che non siamo santi, né diavoli, siamo gente perbene, professionisti e volontari della politica, non abbiamo “poltrone,” né “ potere”, salvo quello della libertà di parlare senza peli sulla lingua e di fare ciò che ci appartiene.
Detto questo, in quell’occasione, poiché si è ritenuto che Libera fosse in qualche modo sovrapponibile a Rifondazione Comunista, eravamo disposti a fare un passo indietro, nonostante alcuni temi affrontati dall’Associazione siano condivisibili al nostro fare politica, penso alla campagna contro il reato di corruzione, contro la legge bavaglio ed è per questo che ci trovate con le nostre facce e con il nostro impegno nei banchetti di Libera.
In quella riunione il referente regionale, statuto alla mano, dice che all’interno di Libera ci possono stare tutti, di tutti gli orientamenti, colori e visioni del mondo, considerati una ricchezza piuttosto che un “limite” o un “ ostacolo” così come si vuol far credere.
Ripeto inoltre, repetita iuvant, che la gestione di Libera non è targata Rifondazione Comunista, nessuno dei soci di Libera ha la tessera del partito in questione, ad eccezione ovviamente della sottoscritta e di altri compagni.
Non entro nel merito precipuo delle sgradevolissime etichette che Franco Messina attribuisce a Vito Morici ed Egidio Morici, mi sento però di dire che la polemica su fatti e problemi non dovrebbe trascendere sul piano “personale” o “ culturale” al fine di ergersi ad “ unicum” sulla scena politico – sociale di Castelvetrano.
Questo dovevo per chiarezza e per onestà.
Maria Antonietta Garofalo.
Maria Antonietta sei sempre una polemista nata. Hai chiarito secondo il tuo personalistico punto di vista, sei contenta? Adesso basta: cui prodest ancora tutto ciò se non al gruppuscolo di rifondazione comunista?
Vi sentite davvero liberi poichè il responsabile regionale Di Maggio vi autorizza a partecipare in quanto è comunista pure lui. Bene, buon lavoro! Io non ho mai avuto alcuna preclusione per la sinistra che si confronti apertamente con gli altri, ma con voi è risultato piuttosto difficile confrontarsi e prova ne siano tutte le polemiche che godete ad ingenerare anche su questo blog. Ma comunque sia, buon lavoro e lavoriamo per la legalità in questa città. C’è davvero bisogno di legalità nel nostro territorio e di certo non v’è alcuna necessità di polemiche fra chi si impegna nella medesima direzione. Vorremmo smetterla quindi? A favore di una unità di persone per bene.
Grazie compagna di scuola.
Il mio personalissimo punto di vista può essere facilmente discusso,qualora fosse insincero, da altri che erano presenti alla riunione.In ogni caso,adesso sappiamo che lo statuto di Libera è ” comunista”,che Di Maggio è comunista e che magari Don Ciotti è marxista-leninista.Con tutti questi comunisti,le speranze che si possa cambiare rotta è più che una speranza!
Grazie e buon lavoro,”compagno” di scuola.
Un’ultimo e conclusivo intervento voglio dedicarlo al preciso ricordo di quanto detto dal responsabile regionale Umberto Di Maggio a conclusione di quella travagliata riunione presso la sede della Libera castelvetranese. Mi pare di ben ricordare che il responsabile regionale, pur affermando che anche formazioni politiche possano legittimamente far parte dell’associazione, come da statuto, avendo ascoltato tutte le voci presenti, sottolineava il fatto che era stata importante quella discussione anche animata fra noi che dimostrava l’attaccamento all’associazione. Ricordo che sulla correttezza della proposta della coordinatrice di fare un passo indietro con le dimissioni, nulla ha detto non prendendo una posizione, ma ricordo bene che ha concluso precisando che la “quadra” avremmo dovuto trovarla noi soci. In ciò penso che intendeva dire che, dopo le animate discussioni e le manifestate critiche da parte di molti soci (non solo da parte mia, ma anche di altri), le decisioni sui nuovi equilibri interni sarebbero spettate a tutti i soci. E cosa è accaduto dopo? Nulla! Nessuno ha più ritenuto opportuno ridiscutere sul rinnovamento della gestione, tutti sono rimasti nelle proprie posizioni e il presidio Libera ha fatto finta di non recepire le democratiche contestazioni fatte. Il risultato è che molti di noi si sono necessariamente allontanati da quel presidio che ritengono “occupato” arbitrariamente senza più la condivisione da parte di tutti i soci fondatori. Ma se è questo ciò che la Libera vuole, perchè no? Faccia pure ciò che si ritiene più giusto. Ma non mi si dica che io veda comunisti dappertutto, è solo una scelta che trasforma il piccolo presidio di Castelvetrano in una sezione a predominanza politica precisa. Mi spiace invece che lo spirito di pluralismo che era stato affermato appena fondato il presidio nella nostra cittadina, da parte di moltissime associazioni di volontariato di varia estrazione politica, di fatto è stato vanificato. So però che comunque il presidio castelvetranese si sta impegnando in molte utili iniziative per la diffusione di un principio di legalità e di una mentalità antimafiosa e ciò mi conforta e mi porta, sinceramente, ad augurare alla Libera di proseguire in tale percorso che è pienamente condivisibile. Ho voluto precisare che sarebbe il caso di rasserenare gli animi e riservare questi attacchi o quei suggerimenti sull’argomento a coloro che di educazione di legalità non se ne occupano affatto.
Ma qualcuno intende insistere in tale rancorosa posizione personalistica che non ha alcun futuro.
Senza ulteriore polemica quindi e nella massima serenità e sincerità, invito tutti a tentare di riunirci nella necessaria unità di intenti. L’obiettivo è il medesimo e condiviso. Nonostante vi si possa pervenire in modo, con sentimento, con idee e percezioni politiche diverse, l’attività per sensibilizzare le coscienze di tutti al rispetto dei principi di legalità, passa attraverso noi tutti senza distinzioni, trasversalmente fra persone per bene e di buona volontà. Questa polemica nuoce a chiunque e sopratutto ostacola questo comune obiettivo. Quindi invito tutti, me compreso, a sedare qualunque altra polemica e a ricominciare a rivivere una nuova collaborazione, sebbene con vitalità ideali diverse, che possa fare del percorso cittadino verso la legalità e l’antimafia, un bersaglio raggiungibile insieme. Ciò a prescindere dalle raffinatezze filologiche e terminologiche fra “legalità e antimafia” tanto care ai responsabili (non a tutti però) della Libera di Castelvetrano e da cui tutta questa polemica ha tratto ingiustificabile origine che, però, è destinata fortunatamente a finire.
Grazie a tutti.
Franco Messina
Suvvia,Franco! Prima dici “che il responsabile regionale, pur affermando che anche formazioni politiche possano legittimamente far parte dell’associazione, come da statuto…” e la tua affermazione appoggia la veridicità del mio racconto e inficia il ” personalistico punto di vista”, poi sostieni che ” Ma non mi si dica che io veda comunisti dappertutto, è solo una scelta che trasforma il piccolo presidio di Castelvetrano in una sezione a predominanza politica precisa.” A quale scelta ti riferisci? Ad una legittima tessera di socio dell’Associazione Libera? Dimmi quali sono i Comunisti occulti all’interno di Libera? Quanto meno chiedo loro se vogliano tesserarsi.Su,non scherziamo!Di’ piuttosto che il “gruppuscolo” di Rifondazione non ti piace,che la tua compagna di scuola ” polemista nata” ti innervosisce perchè non se ne tiene una e non le manda a dire e continuerà a farlo,esprimi liberamente la tua disconnessione sentimentale con noi,il tuo conclamato anticomunismo saresti,a mio avviso più credibile,ma ti prego non dire che il Presidio è “occupato” dai comunisti perchè non è vero,non trascurando che qualcuno potrebbe anche offendersi( secondo me,ingiustificatamente) Ergo siamo sereni,posso assicurare con cognizione di causa che mai abbiamo fatto prevalere posizioni politiche all’interno dell’Associazione Libera,per sua natura “apartitica”,che mai abbiamo condizionato scelte o percorsi,nè abbiamo mai sventolato le nostre belle bandiere nei banchetti.
Siamo politicamente corretti e se è vera la tua definizione di “gruppuscolo”, perchè ti preoccupi?
Ad maiora.
Come volevasi dimostrare, intendi perseguire nel polemismo fine a se stesso e hai deliberatamente ignorato tutta la parte del mio intervento in cui mi sono impegnato in un appello all’unità.
Vorrà forse dire che tu tieni più a foraggiare questa polemica personale nei miei confronti che ad assolvere all’esigenza di far fronte comune con l’obiettivo della diffusione dei principi di legalità? Non credo che tu lo possa pensare davvero, penso invece che la tua sia nota caratteriale di chi persevera pervicacemente nel controbbatere ad ogni costo chi non ha il medesimo tuo pensiero. Penso che tu ritenga che ciò che ci divide ideologicamente sia maggiore di ciò che dovrebbe unirci, cioè l’obiettivo comune. Pazienza, quindi! Debbo prendere atto che il mio sincero invito all’unità non viene accolto e non solo da te, anche tuo fratello mi è parso estremamente indisponibile.
Ognuno per la propria strada e per le proprie idee, ma se vorrete partecipare al Corteo della Legalità, almeno fisicamente sullo stesso persorso stradale ci saremo il 21 maggio e mi auguro senza ulteriori polemiche. Ma ciò dipenderà dal fatto che tu me le manderai a dire di continuo e senza fine, perchè la pervicacia del tuo essere polemista è più forte di te.
Ciao compagna di scuola. Non mi sono mai sentito minimamente preoccupato. Ad maiora anche a te!
Sono capitata per caso su questo link, e devo dire che se questi sono gli argomenti che avete per la legalità e la giustizia, fate prima ad archiviare tutto quanto! Sapete, mi sono spesso chiesta da dove si parte per dire cosa sia legale e giusto o cosa sia illegale e ingiusto! Ma quello che leggo nei vostri commenti,di certo non chiarisce il concetto di legalità e giustizia! Sembra piuttosto un diverbio su chi abbia fatto di più o meno! Sembrate come i tanti politici che hanno a cuore la sorte dell’Italia e gli italiani,ma poi concretamente pensano solo ai cavoli loro! Ma anche loro se li interpellate,fanno di tutto per il bene del popolo e si scontrano per far credere quello che poi tutti sappiamo che non c’è! Credo che insegnare la legalità, dovrebbe partire dalla più elementare delle cose:la libertà e il rispetto del pensiero altrui,anche quando non ci piace! Arruffarvi come galli in un pollaio, perdonatemi, lasciate molto a desiderare!
Cordialmente
Gent.ma signora Anna,mi scuso se i miei interventi,in qualche modo,possano averla indotta a pensare quanto liberamente scrive.Vorrei comunque precisare che sentivo doveroso fare chiarezza su un punto che riguarda un’associazione pubblica che si occupa di temi sensibili alla legalità che si vorrebbe far passare quale associazione privata.
Maria Antonietta Garofalo
Gent.ma signora Garofalo, non ha niente di cui scusarsi,la mia era ed è una libera opinione,mi ha fatto piacere leggere la sua risposta!