E’ già disponibile sul sito www.ilmiolibro.it e su www.bennycalasanzio.blogspot.com il libro “Disonorevoli Nostrani.

Indagini, arresti e disavventure dei Diversamente Onesti dell’attuale Assemblea Regionale Siciliana”, scritto da Benny Calasanzio, 23 anni, nato inprovincia di Agrigento (vive in Toscana) è collaboratore del CorriereFiorentino e del periodico Fuori Riga.

Il libro traccia gli identikit dei parlamentari siciliani che hanno avuto vicissitudini giudiziarie ed etiche, e rilanciaa gran voce la questione etica nella politica. Partendo dal predecessore, Totò Cuffaro, fino all’attuale presidente, Raffaele Lombardo, passando per moltideputati, sono raccontati minuziosamente i trascorsi di tutti coloro che hannoconosciuto in prima persona indagini, processi e a volte anche gli arresti, citando esclusivamente atti e documenti ufficiali.

Il libro, 185 pagine, èacquistabile esclusivamente su http://www.ilmiolibro.it/libro.asp?id=48709 al prezzo di 10 euro.

Ecco l’introduzione:
IDivonesti non sono frutto di un refuso nato dalla tastiera di un computer.Divonesto è l’acronimo di Diversamente Onesto. Il Diversamente Onesto non è perforza un condannato, a volte non è nemmeno indagato. Ma si rende protagonistadi vicende grottesche e odiose, molto spesso al limite del reato.
Il Divonesto si nutre diraccomandazioni, a volte di amicizie poco raccomandabili, nella quasi totalitàdei casi pensa di essere semplicemente il più furbo e si compiace di farlafranca. Il Divonesto a volte si può intendere pure come un Divoratore diOnesti, un profittatore, un palazzinaro di anime. Si insinua nelle insicurezze,nelle carenze della gente e dello Stato e si qualifica come messia.

Prima delleelezioni il Divoratore fa la spesa agli elettori e paga le bollette, e quandogli dicono “Ma questo è voto di scambio” lui risponde: “No, sono solo gentile”.Di diversamente onesti e divoratori la Sicilia ne annovera migliaia diesemplari, alcuni pregiatissimi, ma qui analizzeremo quelli che calcano ibanchi dell’assemblea regionale siciliana, l’Ars, compreso il presidente incarica e quello dimessosi qualche mese fa. Tra gli arrembanti descritti moltihanno raggiunto quei luoghi di potere, secondo le indagini, grazie ai voti diCosa Nostra. Molti altri promettendo posti di lavoro e avanzamenti di carriera.Ci sono anche tanti “figli dei padri”, persone che avranno certamente altreabilità, ma che hanno il principale merito di essere, appunto, figli dei padri,e Grandi Fratelli che nulla hanno a che fare con le telecamere ma molto con laparentocrazia isolana.

A detenere lo scettro dei Divonesti, bisogna darne atto,è il centro destra alleato con l’Mpa, ma non mancano le eccezioni, addiritturanel partito che fu di Pio La Torre e che oggi è (sigh) di Vladimiro Crisafulli,l’amico del mafioso di Enna, Bevilaqua, videoripreso con lo stesso mentre siaccordavano su affari e assunzioni di taglialegna. Crisafulli, difeso a spadatratta dai Ds, ad esclusione di Claudio Fava, semplicemente perché “è delpartito”. Sicuramente ci sfuggirà qualcuno, ma un libro è fatto proprio perfornire informazione e per riceverle. Speriamo in futuro di non doverne piùcontare, ma se così non fosse, noi siamo qui, come una cooperativa sociale direcupero dei diversamente onesti, pronti a schedarli ed aiutarli ad usciredalla politica per darsi ad altre attività che non richiedono una perfettaintegrità morale: non c’è niente di male a pretendere persone integerrime agovernarci. Non si vogliono tagliare teste, ne mandare alla forca i nostripolitici regionali. Si vogliono raccontare dei fatti, accertati, che voglionocontribuire a quella trasparenza che proprio i citati vedono come fumo negli occhi,come un’ offesa personale. Scrive Marco Travaglio nel suo libro “La scomparsadei fatti”: ‘[…] quei rapporti esistono e non dovrebbero esistere e chili intrattiene non dovrebbe più ricoprire alcuna carica pubblica. Se poi queirapporti siano reato o meno, se gli elementi che li dimostrano sianosufficienti per integrare una fattispecie prevista dal Codice Penale èquestione che riguarda i diretti interessati ai processi. La presunzioned’innocenza sancita dalla Costituzione non c’entra nulla: è un principiogiuridico sacrosanto che attiene al processo e all’impossibilità di considerareuna persona colpevole di un reato prima della condanna definitiva.

Ma, perconsiderare una persona amica della mafia non è necessario attendere nè ilrinvio a giudizio nè la sentenza di primo grado nè tantomeno quella dellaCassazione. Bastano i fatti documentati’.

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