I ricordi sono ancora nitidi, per niente sbiaditi, seppur è passato mezzo secolo. Giacomo Sciacca, 93 anni, è stato per decenni il cuoco della famiglia Tusa a Selinunte. Negli anni ’60 da pescatore di Marinella si è ritrovato operaio negli scavi archeologici dell’antica città, sotto la direzione di Vincenzo Tusa, che in quegli anni era Soprintendente ai beni culturali della Sicilia Occidentale. Poi è finito in cucina: «Preparavo da mangiare al dottor Tusa e alla moglie Aldina – racconta il signor Sciacca – non ero un grande cuoco ma tutto ciò che mi chiedevano riuscivo a farlo».

Giacomo Sciacca, come tanti altri abitanti di Selinunte, venne ingaggiato proprio da Tusa per partecipare agli scavi dell’antica città greca. Sono ancora lucidi i suoi ricordi dei cantieri a Manicalunga, poi sull’Acropoli ma anche a Malophoros. È grazie a Vincenzo Tusa che oggi esiste il Parco archeologico di Selinunte. Lui volle proteggere e salvare il sito archeologico dalla speculazione edilizia e dall’incuria del territorio. Alla costituzione del Parco Tusa lavorò per più di 20 anni: dopo il 1985 venne definitivamente chiusa e delimitata un’area di 270 ettari, oggi incontaminata.

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