Ho partecipato ad un interessante convegno di venerdì sera al Teatro Selinus dal titolo “la presunzione d’innocenza e il diritto di cronaca”, sono lì arrivato trafelato un po’ in ritardo perché ho lavorato anche di pomeriggio in un processo penale, che ho vinto.
Tra la stanchezza dell’intensa giornata di lavoro e la soddisfazione di quel risultato, sono capitato su una comoda poltroncina in prima fila della sala in platea e mi sarei volentieri rilassato o addirittura assopito, ma l’argomento trattato era fra quelli che ti coinvolgono irrimediabilmente.
D’altronde se di mestiere fai l’avvocato penalista, un tema simile è proprio di quelli che non ti lasciano scampo: devi proprio partecipare con il massimo interesse professionale possibile. Ma la questione che ti colpisce davvero, a prescindere dal mestiere che fai, è il convolgimento della tua coscienza morale di cittadino.
E allora le cose si fondono in un lucido turbinio di pensieri che elabori da avvocato ma anche da cittadino ed è così che ti indigni quel po’ che serve per suscitare il tuo libero pensiero ed intervenire in quel dibattito.
Avrei voluto rilassarmi su quella comoda poltroncina della platea del teatro della mia città, ma i pensieri mi assalgono e penso al processo pomeridiano il cui verdetto risolve una vicenda processuale durata alcuni anni e che ha messo sulla graticola mediatica una buona metà del massimo consesso cittadino castelvetranese.
Una ventina fra consiglieri comunali oramai uscenti e dipendenti comunali andati alla sbarra per reati che vanno dal tentativo di truffa al falso ideologico e che sono finiti alla gogna mediatica per essere stati accusati di aver intascato indebitamente 80 euro di indennità, con titoloni giornalistici che sbattono il mostro in prima pagina.
Capita proprio per caso che stasera io porti a casa un risultato di assoluzione dei miei clienti per insussistenza del fatto di reato e che assista ad una relazione di un bravo giornalista che conosco da anni, di livello professionale elevato, ai vertici della propria categoria che sproloquia sfacciatamente sul suo diritto di essere giornalista, ma di poter esprimere la propria posizione un po’ partigiana sulla pubblicazione del mostro in prima pagina, perché in siffatto modo vende i giornali?
Sono rimasto davvero basito sulla sua coraggiosa presa di posizione a difesa del diritto di cronaca basata sulla sua teoria delle “3 S”. Credo si riferisse al Sangue, al Sesso, allo Scandalo di cui si pasce l’opinione pubblica che avida acquista, per bramosia e morbosa curiosità, i giornali che così si ritrovano a pubblicare ciò che la gente vuole con complice interesse con lo spregiudicato mondo giornalistico.
Chi pubblicherà allora la notizia dell’assoluzione dei miei clienti con la stessa rilevanza con cui è stata data in pasto alla morbosità della gente la notizia del loro rinvio a giudizio?
Mi è sembrato troppo e ho provato a fare un intervento duro e determinato a contrasto col pensiero colpevolista del capo dei giornalisti palermitani.
Adesso mi sento meglio, dire quel che pensi aiuta a farti stare meglio come cittadino e professionista, ma la notizia dell’assoluzione?
Pensavo di scrivermela giornalisticamente da solo, ma in ogni campo ognuno deve fare il proprio di mestiere ed il mio è quello dell’avvocato penalista pensante e socialmente impegnato.
Così la responsabilità di coscienza di passare la notizia che restituisca la attentata dignità e l’onorabilità dell’avv. Felice Errante junior, del Dott. Salvatore Martino e del funzionario comunale Mariano D’Antoni, insieme agli altri numerosi assolti dalla vicenda processuale dei “gettoni di presenza” delle commissioni consiliari per insussistenza del fatto di reato, la lascio ad altri.
Ad ognuno il suo mestiere
Avv. Franco Messina
AUTORE. Franco Messina
Scusi se vado fuori tema, però ho un pensiero un po’ estremo: per me nelle categorie di giornalisti e avvocati gli onesti sono come le mosche bianche! Per quanto riguarda i primi spesso pur di accaparrarsi uno scoop o di riempire uno spazio passerebbero pure sopra loro madre.
Per quanto riguarda i secondi è emblematico un discorso di Giovanni Falcone, penso proposito del berlusca, nel quale diceva che spesso se un giudice dichiara che un imputato non è colpevole non significa che sicuramente è innocente! Quante volte capita di assistere a degli stravolgimenti della verità durante i processi? come vi comportate quando sapete di difendere una persona che ha commesso un reato?
Lei sa che se riesce a far assolvere un colpevole aumenta il suo conto in banca ma calpesta la giustizia?
Io nn so se il lavoro dell’avvocato è quello di conoscere la verità e cercare di camuffarla a favore del proprio assistito, se è così non è un bel lavoro.
Naturalmente il mio pensiero nn si riferisce ad alcun processo in particolare e tantomeno a questo da lei menzionato.
La difesa penale è un diritto costituzionalmente garantito dalla repubblica democratica ed è pertanto sempre rispettosa di quel principio garantito a favore di tutti i cittadini.
Quello della ricerca della verità processuale è un principio che attiene alle regole dello svolgimento del processo penale a cui tutte le parti devono attenersi nel pubblico dibattimento innanzi al giudice terzo ed imparziale (art. 111 Cost) in quello che viene definito, dalla modifica costituzionale del 2001, un giusto processo.
Su tutti, si erge il principio della presunzione di innocenza dell’imputato sino a sentenza definitiva.
Altra questione è il diritto di cronaca, anch’esso garantito da norme di respiro costituzionale.
Ogni aspetto normativo viene interpretato dal ruolo che ognuno incarna nella società, ma vi è una regola per ogni ambito e poco spazio per una eccessivamente libera interpretazione.
Anche la notizia di una assoluzione può “maliziosamente” essere pubblicata con un taglio critico, come è accaduto per l’articolo apparso ieri sul giornale di sicilia, proprio a commento del processo dei gettoni di presenza.
E’ mia opinione personale che quell’articolo ha riportato gravi errori concettuali che una diversa più approfondita competenza del settore giudiziario non avrebbe provocato, ma ciò attiene al senso di responsabilità del giornalista e della sua fonte che hanno entrambi voluto offrire questo taglio malevolo.
Ognuno faccia il suo mestiere ma lo faccia responsabilmente.
Avv. Franco Messina
..alcuni dei consiglieri coinvolti realmente meritavano la condanna. sia un monito per i consilgieri nuovi lavorare onestamente e non “campare” co questi gettoni o quelli delle commissioni varie. purtroppo alcuni (che fanno di “lavoro” solo questo) sono stati rieletti………….
Per onore di cronaca riporto testualmente L’articolo riportato dal Giornale di Sicilia del 02/06/2012 a firma di Filippo Siragusa che certamente non è un giornalista di “primo pelo” e che è anche un giornalista “vicino” all’Amministrazione Comunale non fosse altro per avere gestito negli anni precedenti in qualità di Presidente della “Creative Piccola Soc.” i locali ex Saica acquistati dal Comune di Castelvetrano nella persona dell’allora Sindaco Bongiorno e se non ricordo male essere anche l’addetto stampa del Presidente della Provincia di Trapani. Tale articolo riporta: Comune, processo “commissioni facili” Assolti in 19 con formula dubitativa…….. e subito sotto si legge: La vicenda risale al 2005. L’accusa aveva chiesto l’assoluzione per gli imputati con formula dubitativa: L’avvocato Signorello: “Faremo ricorso, vogliamo l’assoluzione piena” Come si vede a parlare non è un cittadino comune che non mastica il penale ma un’altro avvocato che di penale sicuramente è fortificato. Un’avvocato che è insoddisfatto della formula utilizzata dal Giudice e che intende proporre ricorso (a questo punto necessario, non fosse altro per le cariche istituzionali ricoperte dai personaggi invischiati in questa incresciosa e scabrosa vicenda) Come si vede esistono due versioni contrastanti della vicenda che sicuramente sarà chiarita inequivocabilmente con il deposito delle motivazioni di assoluzione. Certamente da come sono elencati i fatti e riportati nel predetto articolo a firma del Siragusa, riesce difficile a comprendere questa assoluzione, che ribadisco sarà intellegibile e fugherà ogni legittimo dubbio solo ed esclusivamente con la lettura delle motivazioni che hanno indotto il Giudice Monocratico ad emettere tale sentenza…..
CONCORDO PIENAMENTE CON IL PENSIERO DEL SIG. DANIELE BARRESI
Premessa che il discorso detto dal sig.Messina non vale solo per questo caso ma per tutti i fatti che succeddono nella nostra terra per i quali la gente inizialmente viene considerata un “criminale” e molte volte l’innocenza viene a galla ma in silenzio rispetto al trambusto iniziale….Per quanto riguarda i gettoni di presenza,credo che per uscire fuori questo scandalo qualcosa di concreto ci sia stato ed è stato pure visto,d’altronde chissà quanti introiti siccedono di cui noi siamo all’oscuro…Sono sicuro che se si abbolisse il gettone di presenza,anzi si spettasse in beneficenza per chi a castelvetrano ne ha realmente bisogno per mangiare,nessuno si metterebbe più in lista e si dimostrebbe chi realmente farebbe il consigliere,l’assessore,ecc per il vero spirito di fare politicha per il proprio paese da chi lo fà per il semplice MAGNA MAGNA…E dei nuovi eletti un paio di “Professionisti” del MAGNA MAGNA ci sono….
Non riesco ad esimermi dall’esigenza di rivolgere un appello ai Signori della Giustizia a tutti i costi!!
praticare e non solo predicare i principi del diritto civile, quelli che magari più sono riconducibili alla carità cristiana che, sono certo, sanno benissimo essere lontanissina dalla forzata applicazione della giustizia che il potente potere della chiesa cattolica metteva in opera legittimando anche la tortura e le sevizie fisiche purchè funzionali alla confessione di reità per sfinimento dei malcapitati accusati che, seppure innocenti, preferivano la morte alla perpetuazione della molto cattolica e, per niente cristiana, metodologia inquisitoria. Torquemada in nome di Dio ???!!! manco del Sagrista ! La peggiore espressione della cattiveria umana. Un colpevole a tutti i costi? “UN” !! Non importa se non “IL”.!!!!
Per capire veramente cosa significhi l’ingiustizia purtroppo pare sia indispensabile esserne direttamente colpiti. E dire che sarebbe sufficiente dare più spazio alla tolleranza umana, alla bontà (che non è affatto una brutta parola!), alla comprensione intelligente dei fatti, alla conoscenza. Sull’argomento in ispecie: una domanda ai Signori integerrimi custodi della Giustizia : quanto è costato allo Stato, ergo a NOI, il processo durato sei anni? per trovare se vi fossero fatti di reato non sussistente? Si badi bene. non per verificare se qualcuno li avesse commessi conseguentemente !!!! Epperò venti cittadini Italiani per sei anni sono stati privati di tutti i diritti civili previsti dalla Costituzione. Quanti tra questi avrebbero preferito pagare immediatamente le somme (qualche diecina di euro) presuntivamente sottratti allo Stato, chiedendo contemporaneamente accertamenti approfonditi pur di non avere “carichi giudiziari pendenti” preclusivi di qualsivoglia libera attività professionale ? Assolti???? e tutte le notizie giornalistiche ? Eureka! Si però con la formula dubitativa ! e la Patria è salva!!! Viva la libertà d’informazione !!! o il liberticidio della Civiltà Umana e giuridica? Culla del diritto , una volta ! Catafalco funebre della Giustizia oggi! Chiedo scusa per lo sfogo, ancorchè appena accennato, molto molto sofferto, tanto da non augurare a Nessuno di sentire sulla propria anima l’angoscia e lo sgomento dell’ingiustizia!!
L’articolo sul giornale di sicilia rende ingiustizia, non giustizia! Non è mai capitato dare la propria solidarietà a coloro che vengono assolti da un lungo processo, ma mi sento davvero in dovere di solidarizzare con tutti gli assolti di questo processo!
Mi hanno spiegato che la verità processuale non sempre coincide con quella reale. Di fronte ad un’assoluzione con formula DUBITATIVA, ad un ignorante in materia come me, non può che rimanere un DUBBIO.
La prego avvocato di rispondermi se vuole senza giri di parole,perchè questo non è un tribunale. Lo so che tutti hanno diritto ad essere difesi, ma la mia domanda era un’altra. Non si può cercare l’assoluzione di una persona di cui si conosce la colpevolezza.
Ribadisco che di questo processo so poco e soprattutto spero sia andata veramente così perchè se i consiglieri avessero commesso veramente questi reati sarebbe stata una situazione molto triste.
SIGNOR BALDASSARE GENOVA, GRAZIE PER L’APPROVAZIONE.
Nei processi penali, ritengo, che non ci sono ne vinti ne vincitori ma c’è una sentenza emessa nel nome del popolo italiano che deve essere rispettata qualumque essa sia.
Pertanto non ritengo di aver vinto alcunchè.
Preciso che ne io ne il Dott. F. Siragusa hanno voluto distorcere la realtà dei fatti ma lo scrivente si è attenuto a quanto dichiarato dal Giudice Monocratico di Castelvetrano il quale ha assolto tutti gli imputati perchè il fatto non sussiste ai sensi dell’art. 530 comma II° cpp, anche se sono fermamente convinto che gli stessi andavano assolti ai sensi del I° comma dello stesso articolo.
D’altronte, se il legislatore ha previsto i due commi del detto articolo, vuol dire che hanno una qualificazione giuridica diversa.
Pertanto sono fermamente convinto di quello che ho dichiarato al Dott. Siragusa.
Comunque resto in attesa di leggere le motivazioni della sentenza al fine di adottare ogni, opportuna ed utile difesa in favore dei miei assistiti.
Avv. Girolamo Signorello
Se gli inquirenti, nel raccogliere gli indizi di reato, avessero fatto con più attenzione il proprio lavoro il P.M. non sarebbe stato costretto a concludere con una richiesta di assoluzione, per mancanza assoluta della prova, cioè i fatti probabilmente si sono verificati ma non vi è la piena certezza.
Anche il Giudice ha dovuto, logicamente, uniformarsi alla richiesta avanzata dal P.M.
Bastava che le indagini venivano condotte in maniera più incisiva ed oggi la società perbenista avrebbe speso parole diverse.
Comunque, stavolta è finita così qualcuno si è scrollato dal capo un grosso peso per dei fatti che non aveva commesso e probabilmente qualcun altro l’ha fatta franca.
Conosco la professionalità di Franco Messina e la sua onestà intellettuale….. poi … così , per curiosità leggo che l’art. 530 dice….
530 Sentenza di assoluzione
1. Se il fatto non sussiste, se l`imputato non lo ha commesso, se il fatto non costituisce reato o non Ë previsto dalla legge come reato ovvero se il reato Ë stato commesso da persona non imputabile (c.p 85 sg..) o non punibile per un`altra ragione, il giudice pronuncia sentenza di assoluzione indicandone la causa nel dispositivo.
2. Il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, Ë insufficiente o Ë contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l`imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato Ë stato commesso da persona imputabile.
aspetteremo la lettura….. delle motivazioni…cosi ne sapremo di più
oppure andremo a lezioni di diritto heheheh
dal primo intervento ho sostenuto che è necessario per dipanare questa matassa attendere il deposito delle motivazioni……..e per capire questa cosa certamente non è necessario andare a prendere lezioni di diritto penale……heheheheheh. Comunque il secondo comma andrebbe eliminato in toto o uno è colpevole o è innocente ….sembrerebbe che con questo comma i magistrati si metterebbero “lu firriggiaru darrè la porta”……coma ha giustamente evidenziato l’amico Tonino Vaccarino. Ma fino a quando questa norma esiste e non viene abolita dal CPP i Giudici ne possono prendere atto ed applicarlo…. come nel nostro caso!