Siccità, peronospera ma anche difficoltà del mercato per il vino rimasto invenduto. Il comparto vitivinicolo soffre la crisi e rischia il default. Da tempo gli agricoltori alzano la voce e, qualche settimana addietro, il presidente della cantina “Colomba bianca”, Dino Taschetta ha sollevato la questione del vino rosso rimasto invenduto. Ieri al Comune di Marsala, su convocazione del sindaco Massimo Grillo e del collega di Petrosino Giacomo Anastasi, si sono riuniti le associazioni di categoria, alla presenza dei deputati regionali della provincia, per discutere delle problematiche del comparto. «Non serve solo che il presidente Renato Schifani chieda al governo nazionale lo stato di calamità per il comparto vitivinicolo siciliano ma è ora che giungano concreti aiuti economici a sostegno degli agricoltori siciliani. Il settore è ormai sotto attacco da mesi a causa dei repentini e imprevedibili cambiamenti climatici. L’intera filiera produttiva, già in crisi da decenni, ora si trova letteralmente in ginocchio e senza i fondi dello Stato rischia di soccombere e sparire», ha commentato il deputato Pd Dario Safina.

Quest’anno la peronospora ha fatto tanti danni. «Il danno già calcolato è pari al 40% netto in meno della produzione dell’intero comparto, con conseguente riduzione delle tonnellate di uve raccolte e declino delle qualità dei vini generati», ha aggiunto l’onorevole Safina. Per i sindaci Grillo e Anastasi «è opportuno sostenere il grido d’allarme nelle sedi opportune». Da più parti è stata chiesta la distillazione di crisi per smaltire il vino rosso rimasto invenduto. L’UE l’ha accordata ma a valere sui fondi Ocm, riducendo di fatto le somme a disposizione per gli investimenti.

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