EXPO, domenica 20 settembre. Migliaia e migliaia di visitatori di tutte le età e colori affollano il decumano, il grande vialone centrale, e gli ingressi ai vari padiglioni.

Io, mia moglie e i miei amici Giovanni, Rosa e la loro nipotina Emma, temevamo di trovare parecchia gente, dato che è domenica e che ormai alla pubblicità dei media si è via-via aggiunta la pubblicità del passaparola. Ma non così tanta!

Camminiamo da questa mattina ammirando un po’ tutto, la creatività, l’architettura e l’arredo dei vari padiglioni. Alcuni stupiscono proprio, particolarmente per le forme degli edifici. Peccato che per vedere cosa c’è all’interno bisogna fare code di ore e ore.

castelvetrano selinunte EXPO Milano 4

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Sono le tre del pomeriggio e, a parte il padiglione Zero, “Divinus halitus terrae”, visitato appena aperto, cioè un’ora dopo l’apertura dell’EXPO (non abbiamo capito perché un’orario così sfalsato) nonché il padiglione della Korea e qualche altro padiglione di minore interesse, non siamo riusciti ad entrare in alcuno dei padiglioni che avremmo voluto vedere: Italia, Stati Uniti, Cina, Emirati Arabi, Germania, Giappone.

Per entrare a Palazzo Italia, uno stupendo edificio bianco, l’addetto al servizio d’ordine avverte dell’attesa in coda di circa 3 ore e mezza e analoghe attese per gli altri Paesi appena citati. Ma ecco che mentre delusi ci consoliamo con un appetitoso panino proprio nei pressi di Palazzo Italia e ammiriamo il magico Albero della Vita, sentiamo una musica e un canto intriganti: pare un dialetto di nostra conoscenza.

Ma sì, qui vicino ci sono le regioni e ci deve essere anche la Sicilia. Infatti… ci spostiamo un po’ e sentiamo nitidamente la melodia e le parole di ..”e vui dormiti ancora!” Che meraviglia! L’entusiasmo ci fa correre, c’è un bello spazio con tante persone che applaudono due simpatici cantanti che con chitarra, microfoni e filmati di immagini siciliane alle spalle, allietano questo publlico.

Sono il duo “ Calandra e Calandra” di Alcamo. Eseguono solo pezzi della tradizione popolare siciliana e per alcuni di essi, veri saggi da cantastorie, si giovano anche di filmati alle loro spalle che arricchiscono e aiutano per la comprensione del racconto, come nel caso della leggenda di “ ColaPesce”. E intorno si vedono manifesti con scritte “Castelvetrano Selinunte – Sciacca – Vigata“, cioè non solo il mare, ma anche la letteratura. Ma …Il bello deve ancora venire.

Si avvicendano subito altre persone e alcuni ragazzi. Sorpresa, si tratta di insegnanti e studenti dell’Istituto alberghiero di Castelvetrano che grazie ad un finanziamento dell’Unione Europea,, ma soprattutto al loro impegno e alla collaborazione dei rappresentanti delle Istituzioni locali, hanno ottenuto il privilegio di poter promuovere all’EXPO il nostro mare e la nostra terra, la nostra cucina e la genuinità dei nostri cibi.

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castelvetrano selinunte EXPO Milano

I ragazzi Marika Romano, Francesco Maggio, Vito marino, Salvatore Bongiovanni e Giorgia Valerio sono guidati dalla preside Rosalba Montoleone e dai professori Sutera, Segreto e Ciaccio. Mentre il giorno prima, ci dicono, aveva partecipato anche il sindaco Felice Errante. Il gruppo dà subito prova degli obiettivi di professionalità perseguiti preparando direttamente alcuni piatti per l’assaggio di tutti i presenti.

Si comincia con una gustosissima pasta mantecata con gamberetti rosa di Mazara, crema di mandorle e pesto alla siciliana(sapeva di finocchietto), seguono quindi un involtino di pesce spada e poi carpaccio di polpo e pesce spada affumicato, tutto irrorato da un delizioso vinello di antico vitigno nostrano : catarratto. Viene Centrato così lo scopo, l’obiettivo di genuinità del cibo voluto dall’EXPO.

Ma non è finita, dopo cominciano i dolci. Le specialità siciliane. Io ne ho gustato di tre tipi, cassata, gelato e vari dolcetti a base di mandorle. Una vera goduria , mi spiace non saperli descrivere né trovare parole che rendono il piacere e la gioia che abbiamo provato. Ci siamo sentiti veramente in debito con gli organizzatori e i ragazzi dell’ Istituto alberghiero di Castelvetrano e naturalmente li abbiamo ringraziato e coperto di auguri: un vero successo.

A sera sotto l’Albero, al suono della musica struggente che accompagnava le fantasmagoriche colarazioni dei getti d’acqua, pensavamo ancora ai ragazzi di Castelvetrano che passando tra le sedie ci offrivano il frutto delle loro speranze.

Mimmo Accardo, Abbiategrasso

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