Sofferente nella voce, perché già combatteva contro il tumore ai polmoni che pochi mesi dopo – nel marzo 2013 – l’avrebbe avuto vinta sulla vita. Chi allora c’era ricorda bene quando Antonio Manganelli da capo della Polizia il 29 settembre 2012 venne da Roma per inaugurare il commissariato di pubblica sicurezza di Castelvetrano. Un presidio di legalità in un terreno strappato dalle mani del boss Totò Riina dove sono stati costruiti commissariato e caserma della Guardia di Finanza. A 13 anni da quell’inaugurazione oggi è stata intitolata la sala riunioni del commissariato alla memoria di Manganelli. A Castelvetrano è giunto l’attuale capo della Polizia Vittorio Pisani, la vedova Manganelli, Adriana Piancastelli e la figlia Emanuela. «La vicinanza di Adriana Piancastelli a ogni iniziativa della polizia ha dimostrato che Antonio aveva trasferito nelle mura domestiche il suo amore per la polizia», ha detto Pisani. Il capo della Polizia ha detto di aver scritto di suo pugno la motivazione per l’intitolazione della sala e ha ribadito che l’impegno per la sicurezza deve essere corale: «questo è il nostro compito quotidiano».
«Essere poliziotto non è un lavoro come un altro, significa fa parte non di una semplice famiglia ma di una squadra – ha detto la vedova Manganelli – oggi venire in questi luoghi dove è stato mio marito mi emoziona tanto. Lui era già sofferente per il suo tumore ai polmoni ma nelle aveva una forza che è stata poi quella che ci ha fatto andare avanti insieme. Alla base di tutto c’è stato, però, un profondo senso religioso e morale della vita. Siamo fieri che lui abbia far parte di una squadra che ancora oggi gioca per l’Italia».
Presenti in sala anche il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e il collega di Trapani Gabriele Paci e di Marsala Ferdinando Asaro, il sindaco di Castelvetrano Giovanni Lentini, il presidente del consiglio comunale Mimmo Celia, alcuni sindaci della provincia, i Vescovi di Trapani e Mazara del Vallo. «Le parole che pronunciò Manganelli all’inaugurazione di questo commissariato sono ancora oggi esclusive e suonano come suggerimenti attuali, preziosi come eredità per tutti noi – ha detto il questore di Trapani Giuseppe Felice Peritore – non dobbiamo farci prendere dalla sfiducia ma guardare con ottimismo al futuro».
AUTORE. Max Firreri