liquami-castelvetranoIl versamento delle acque nere sotto la via Campobello (QUI IL VIDEO), non ha avuto affatto “il carattere dell’eccezionalità”, così come ha dichiarato il sindaco di Castelvetrano Felice Errante (QUI la dichiarazione completa). Il furto di rame invece si, perché era la prima volta che avveniva in quell’impianto. E per denunciarlo bisognava accorgersene, capire un po’ di elettricità e sapere che il catenaccio del cancello era stato rotto di recente. Nella vicina cabina elettrica per esempio, al posto del catenaccio c’era un fil di ferro. Se a Castelvetrano tutto funzionasse ottimamente, non ci sarebbe certo stato bisogno di essere degli elettricisti per accorgersi che questa volta c’era un problema in più.
Ma furto o non furto, il senso del video non cambia di una virgola.
Perché lo capiscono anche i sassi che il furto di rame è soltanto una foglia di fico con cui si è cercato di nascondere un problema che esiste da prima del 2008.
Quello spiazzo si è allagato di liquami un sacco di volte. Altro che “eccezionalità”.

A dirlo è anche il Giornale di Sicilia del 15 maggio, in un paio di passaggi illuminanti che smentiscono il primo cittadino: “Alcuni cittadini del quartiere anche in passato, oltre al problema della presenza dell’amianto, hanno denunciato la fuoriuscita di acque reflue da alcuni pozzetti vicino all’impianto che fanno confluire quest’acqua in un canalone”.
Si dirà: i soliti criticoni. Ma poi segue il parere dei tecnici che “Fanno sapere che si tratta del sovra pieno fisiologico che ogni tanto, quando le pompe non riescono a portare il tutto nelle fognature, si manifesta con lo sversamento, ma solo per pochissimo tempo e in un terreno incolto”.

Winston Churchill diceva che a volte l’uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada. Ringrazio Elio Indelicato del Giornale di Sicilia, per aver fatto un po’ di chiarezza. Prima che si rialzi, ovviamente.

Egidio Morici
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