Cosa è successo nella tua vita dopo l’incidente del ’92? E poi ancora: dove trovi la forza per fare tutto ciò che pratichi? Un susseguirsi di domande, allievi attenti ad ascoltare ma anche a chiedere per sapere e, forse, per ritrovare la forza interiore per andare avanti, nonostante la vita è fatta anche di ostacoli e intoppi. È stata una testimonianza apprezzata quella di Fausto Firreri, 54 anni, atleta diversamente abile che nel 1992, quando aveva 22 anni, perse la gamba sinistra a seguito di un incidente in moto sulla Sp 51 Campobello-Tre Fontane. Fausto Firreri ha raccontato la sua vita davanti gli allievi del corso serale dell’Istituto alberghiero “Virgilio Titone” di Castelvetrano, proprio l’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie. Un gruppone di adulti che per vari motivi non si sono potuti diplomare in tempo e che ora si ritrovano tra i banchi. Fausto Firreri di Campobello di Mazara è stato invitato a raccontare la sua vita prima del ’92 e dopo l’incidente, trasmettendo forza e determinazione nella vita. «Ho sempre praticato l’apnea e sono stato un giocatore di pallamano – ha raccontato Fausto Firreri – l’incidente del ’92 ha cambiato la mia vita. L’amputazione della gamba sinistra e l’impossibilità di poter continuare a giocare». È stato il nuoto, l’elemento acqua, a consentire a Fausto Firreri di continuare a praticare sport. «Mai arrendersi. Subito dopo pochi mesi dal ricovero in ospedale, ho iniziato a tornare in mare – ha raccontato agli allievi – a riscoprire l’elemento acqua che, seppur ero con una gamba sola, mi ha consentito di assaporare la libertà consentendomi di continuare a coltivare la passione per l’apnea».
Fausto Firreri oggi è educatore al Convitto dell’Alberghiero di Sciacca e, in questi anni, oltre al nuoto ha praticato il basket in carrozzina e ha conseguito i diversi livelli di istruttore in “Apnea Academy” di Umberto Pellizzari. «La disabilità non è certo una barriera fisica – ha raccontato agli allievi del serale – spesso è solo mentale. Pensate che la prima espressione che un normodotato fa quando vede un disabile è “mischino” (poveretto) e questo vi fa capire le barriere dove stanno». Fausto Firreri ha raccontato, altresì, la fatica che, in alcuni casi, ha dovuto fare per convincere alcuni genitori di ragazzi diversamente abili a far praticare il basket in carrozzina ai propri figli: «Per alcuni ci siamo riusciti a farli portare alle sedute di allenamento, a farli giocare, in altri casi i genitori hanno detto di no, ma questo non certamente ha fatto bene ai propri figli diversamente abili».
AUTORE. Redazione