«Stavo per far ritorno a Castelvetrano dalla mia famiglia quando ho deciso, per precauzione, di effettuare il test per accertarmi di non essere un eventuale veicolo di contagio. Poi è arrivato l’esito positivo e il mondo mi è crollato addosso». A parlare è Anna Maria Viola, giovane di Castelvetrano che, otto mesi fa, prima che il Coronavirus stravolgesse tutto, era partita per la Spagna per il Servizio civile.
«Si sono susseguiti attimi di paura misti a incredulità e delusione», spiega la giovane a CaselvetranoSelinunte.it. «Avevo deciso di fare il test, ma mai avrei immaginato di risultare positiva. Quando a marzo è esplosa la pandemia qui in Spagna tutti gli italiani sono rientrati, ma io ho deciso di non correre il rischio e, con consapevolezza, sono rimasta in Spagna, pur non sapendo quando sarei potuta ritornare a casa».
Dopo i primi mesi di Servizio civile, Anna Maria si è vista costretta a cercare un lavoro; a causa della pandemia Coronavirus il centro educativo dove prestava servizio, è stato chiuso. Ora, arrivate finalmente le ferie, Anna Maria aveva deciso di tornare a Castelvetrano per riabbracciare i propri affetti. Per lei, però, è stata necessaria la quarantena in isolamento.
«Da una parte sono molto triste perché penso alla sofferenza che stanno provando i miei genitori in questi mesi; dall’altra parte, invece, penso che ho fatto la scelta giusta perché, seppur in molti mi hanno consigliato di fregarmene e partire lo stesso senza fare nessun test, mi sarei sentita colpevole a sapere che tutte le persone che avrei incontrato nel tragitto, o i miei familiari stessi, avrebbero corso un pericolo a causa mia. Non me la sono sentita».
E ancora: «La mia scelta responsabile vuole essere un monito verso i miei coetanei che fin troppo spesso sono superficiali e continuano a comportarsi come se il virus non esistesse», spiega la giovane. «Qui a Madrid non ho frequentato né locali, né ristoranti e non ho preso parte a serate o feste – spiega – da più di 3 mesi ormai il mio unico tragitto è casa, lavoro e viceversa. Qui in Spagna le persone sembrano molto più attente rispetto all’Italia, dove la mascherina è quasi un accessorio superfluo».
Le condizioni di salute di Anna Maria, tuttavia, sono buone e non presenta particolari sintomi. A pensare a lei nelle commissioni quotidiane ci sono gli amici che se ne prendono cura, facendole la spesa e che non la fanno sentire sola. «Adesso l’Ufficio dove lavoro è stato messo in quarantena e io sono in attesa di negativizzarmi nella speranza di riuscire a tornare a casa, seppur per 2 giorni, per riabbracciare i miei familiari», conclude la giovane.