I cittadini non pagano le tasse e il Comune di Campobello di Mazara soffre di liquidità, tant’è che la sezione di controllo della Corte dei conti ha determinato alcune “osservazioni di criticità”. A ribadirlo è stato il sindaco Giuseppe Castiglione che ha voluto informare i cittadini con un post sui social. Il Comune è stato definito dalla Corte dei conti come ente «strutturalmente deficitario». «Nel nostro caso – spiega il primo cittadino – questa situazione scaturisce da debiti che si sono accumulati negli ultimi 30 anni. Ora siamo obbligati a intraprendere un’azione di recupero dei crediti più incisiva, impedendo, al contempo, l’effettuazione di spese che non sono obbligatorie per legge». Quello che verrà sarà, dunque, un momento difficile e complesso per il Comune. E di questo ne è convinto il sindaco che assicura «di garantire i servizi fondamentali per la cittadinanza».
I numeri parlano chiaro: è di quasi 8 milioni di euro l’importo delle tasse comunali non riscosse in questi anni. Non pagano molti privati cittadini ma per la Tari, ad esempio, il Comune vanta crediti anche nei confronti di attività commerciali che non pagano da anni e le loro bollette ammontano a centinaia di mila euro. Intanto, il servizio di raccolta l’ente ha dovuto già pagarlo alla ditta appaltatrice. Ora il sindaco ha anticipato che gli Uffici si sono messi in moto per avviare la riscossione di quanto dovute che il primo cittadino chiama come «misure correttive». Castiglione ha chiesto la collaborazione di tutta la città e si è detto fiducioso che «insieme sapremo fronteggiare anche questa difficoltà, nella certezza di superarla nel più breve tempo possibile», è stato l’auspicio di Castiglione. Il “caso” di Campobello non è l’unico in Sicilia. Forti situazioni debitorie si registrano anche in altri centri dell’isola.
Correte subito ai ripari tanto soldi da noi padri di famiglia non ne troverete, perché invece non aiutate chi non arriva a fine mese. Prima di inviare lettere guardate l’isee, il conto in banca e magari in che condizioni viviamo, perché quando si combatte per fare la spesa, le mettiamo nel cassetto per forza di cose