Nuovo esame per il Comune di Campobello di Mazara, attualmente sottoposto al controllo da parte della Corte dei Conti per il piano di riequilibrio finanziario. Dopo un primo resoconto, lo scorso dicembre, è arrivata ora la relazione del magistrato istruttore della Corte dei Conti Antonio Tea. Novantacinque pagine nelle quali il togato solleva numerose criticità e mancanze alle quali il Comune sarà chiamato a rispondere in contradditorio davanti la Corte dei Conti. A partire dal disavanzo. Ai fini del calcolo della massa passiva, infatti, il Comune dal disavanzo (presunto) al 31 dicembre 2022 ha tolto 3.821.103,69 euro, «qualificata come “disavanzo da FAL (fondo anticipazione liquidità) per nuova anticipazione”, considerato che, tra l’altro, la stessa non è collegata ad alcun peculiare o derogatorio regime di ripiano». Per il giudice «il fatto che l’anticipazione di liquidità ricevuta nel 2021 segua, come tutte le altre, un proprio piano di ammortamento non giustifica l’esclusione dalla massa passiva di una componente di disavanzo commisurata alla medesima». Ci sarebbe, dunque, «un primo difetto di ricognizione della massa passiva». Per il magistrato «tra il 2020 e il 2021, non può dirsi intervenuto alcun recupero di disavanzo, essendosi manifestato, per contro, nell’indicato frangente temporale, un peggioramento di tale saldo contabile (passato da euro 10.545.134,79 a euro 18.633.313,84)». Poi c’è la sezione delle imposte comunali.

Nel Piano di riequilibrio il Comune annuncia un maggiore gettito dalla riscossione, ma quanto chiarito non sarebbe esaustivo. Ma il magistrato istruttore scrive: «nonostante gli aumenti di aliquote stabiliti, stando alle risultanze del preconsuntivo, il volume di accertamenti dovrebbe attestarsi, nell’esercizio 2023, a un importo (euro 3.400.000,00) inferiore a quello dell’esercizio precedente (euro 3.500.000,00). Un ulteriore passaggio è dedicato all’alienazione dei beni. Il Comune ha inserito nel Piano di riequilibrio il valore di 559 mila euro ma ha incassato solo 255 mila euro. Chiarimenti sono stati chiesti anche per i canoni dei beni confiscati. Il Comune ha comunicato alla Corte che per il 2023 la locazione dei beni confiscati ha prodotto introiti per €. 17.552,72 ma, in effetti, ne ha incassati solo € 6.688,85. Il magistrato parla anche di «situazione di allarmante ritardo nell’approvazione dei documenti contabili», nello specifico i bilanci di previsione 2022-2024, 2023-2025, 2024-2026 e rendiconto 2023. Da qui l’ulteriore richiesta di chiarimento: «su quali basi giuridico-contabili il Comune sta gestendo le entrate e le spese».

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