Più le indagini vanno avanti e con grande evidenza emergono circostanze che provano che non c’era nulla di inventato quando si sosteneva che esisteva una alleanza tra la mafia siciliana e quella di Matteo Messina Denaro in particolare, e i clan campani dei “casalesi”.
Una alleanza che era nata per compiere delitti e stragi e che via via si è trasformata in “economica”. Sullo sfondo le intese per il controllo dei più importanti mercati dell’ortofrutta.
Le inchieste che in Sicilia hanno colpito il clan dei fratelli Sfraga di Petrosino, zona marsalese, provincia di Trapani, hanno posto in luce intese e accordi, dal mercato di Fondi, a quelli della Sicilia orientale per arrivare a quelli trapanesi: prezzi imposti, forniture obbligate, piccoli produttori e coltivatori costretti a vendere per manciate di euro, trasporto gommato conferito alle solite aziende, tutto questo per far fare “cassa” ai “soliti noti”, costituendo cassaforte di introiti in nero, soldi serviti ad alimentare il riciclaggio.
Ai sequestri e alle confische di questi mesi un altro si è aggiunto in queste ore, l’ha eseguito la Dia su disposizione del Tribunale di Trapani, colpisce, il sequestro, gli eredi di un defunto pluripregiudicato, un imprenditore che era stato in affari, e socio, dei clan, Ignazio Miceli.
Si tratta di una delle prime applicazioni delle nuove norme in materia di sequestri antimafia: fino a poco tempo addietro era impossibile sequestrare e confiscare beni a eredi di soggetti defunti e che si erano arricchiti col malaffare, adesso questo è diventato possibile.
Il sequestro operato dalla Dia di Trapani ammonta a 15 milioni di euro, Miceli era un imprenditore operante nel settore dei trasporti alimentari, nel 2003 fu arrestato per mafia ed estorsioni, e per favoreggiamento ai latitanti più pericolosi dei Cosa nostra trapanese: riuscì però a uscire assolto in appello dopo una condanna in primo grado a sei anni e otto mesi. Vicenda giudiziaria che non gli ha impedito una volta libero di tornare a fare affari meglio di prima, secondo le risultanze investigative condotte dalla Dia.
Titolare di fatto della “A.F.M. TRASPORTI”, azienda risultata fittiziamente intestata a terzi, Miceli, morto due anni addietro, è riuscito ad allargare la propria attività, aumentando anche in modo consistente la propria “flotta” di automezzi commerciali, riuscendo a diventare impresa leader della provincia trapanese nei trasporti di prodotti ortofrutticoli diretti ai mercati del sud Italia.
Per la Dia non c’è dubbio: “tutto questo è stato frutto di una spartizione degli affari da parte delle principali organizzazioni malavitose e di una monopolizzazione del settore dei trasporti su gomma della camorra del cosidetto clan dei casalesi”. Mezzi sui quali avrebbero viaggiato anche armi, c’è questo forte sospetto che si può leggere nei rapporti della Dia di Trapani. Rilevanti i legami di Miceli: quelli con i fratelli Antonio e Massimo SFRAGA, con l’anziano patriarca mafioso Gaetano Riina, fratello del più noto “Totò”.
Il sequestro ha interessato ditte individuali, società di capitali, beni immobili e mobili e diverse disponibilità finanziarie, valore 15 milioni di euro, eccole come sono state indicate nel report della Dia diffuso alla stampa: intero capitale sociale ed il compendio aziendale della società denominata: “A.F.M. TRASPORTI s.r.l.”, con sede in Marsala, c.da Strasatti nr.1120/A;intero capitale sociale ed il compendio aziendale della società denominata: “EURO FRIGO MARSALA SOC COOP.” in liquidazione, con sede in Marsala, via Mazara nr. 226; ntero capitale sociale quote sociale della società denominata: “A.F.M. AUTOFRIGO MARSALA SOC COOP. con sede in Marsala, c.da Strasatti nr.1120/A; intero compendio aziendale della ditta individuale di autotrasporti MICELI Ignazio ”, con sede in Marsala, c.da Strasatti nr.1120/A, come risultante dalle scritture contabili obbligatorie alla data del sequestro;Terreno sito nel comune di Marsala c/da Ciancio, via Favara, in catasto al foglio 232 part. 438 di are 38.45 e part. 437 di are 38.65 con destinazione d’uso industriale/commerciale di proprietà della A.F.M. TRASPORTI sr;, terreno sito nel comune di Marsala strada provinciale Marsala – Ciavolo in catasto al foglio 232 part. 440 di are 21.64 con destinazione d’uso industriale/commerciale di proprietà della A.F.M. TRASPORTI srl; nr. 68 automezzi per trasporto merci su strada; nr. 16 rapporti bancari.
articolo di Rino Giacalone
per www.malitalia.it
AUTORE. Rino Giacalone
ma che fine fanno questi milioni…so che questa cifra sarebbe sufficiente per regolarizzare tutti gli articolisti..perchè la sicilia non li incamera.. invece di elemosinare fondi a destra e a manca…non c’è un politico che in maniera spiccia mi può’ dare un chiarimento….