A Palermo si registrano circa 300 fuitine l’anno. Il dato proviene da padre Antonio Garau, parroco della chiesa di Maria Santissima del Carmelo, a piazza Scaffa, che sulla rivista “S”, in edicola da sabato 21 febbraio, lancia un allarme connesso alle fughe d’amore, quello sugli aborti clandestini.

Il fenomeno sta assumendo nuovi contorni sociali, ma resta solido nei numeri: “Spesso – annota Lucia Bonaccorso, la volontaria che segue vicende di questo tipo alla Zisa – non si tratta più nemmeno di ragazze che fuggono per coronare il sogno d’amore con un fidanzato che non piace ai genitori e neppure si organizza la fuitina per evitare le spese matrimoniali, come avveniva in passato.

Si fa e basta, senza pensarci troppo, con una leggerezza scellerata che è sintomo di immaturità”. Ma la fuitina è ancora sintomo di degrado sociale: “Queste ragazzine non hanno aspirazioni – dice Marina Valenza, operatrice psicopedagogica dell’Osservatorio contro la dispersione – la fuitina rappresenta il rimedio alla noia, al vuoto esistenziale. C’è un abisso fra la loro vita e i modelli patinati proposti dalla tv. E allora scappano per inseguire un sogno impossibile”. Come nel caso, raccontato da “S”, della quattordicenne che dopo essere fuggita con un ragazzo ha detto alle professoresse: “Non mi sposo, io convivo perché così fanno le attrici”.

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