Il sindaco della città, Dr. Gianni Pompeo, ha colto con soddisfazione l’accorato appello lanciato dal presidente della provincia regionale di Trapani, sen. Antonio D’Alì, per il ritorno delle Metope dei templi di Selinunte nel territorio castelvetranese.
“Da tempo accarezziamo l’idea di restituire alla nostra città uno dei più bei tesori dell’arte selinuntina, quei capolavori dell’arte classica che sono le Metope – afferma il sindaco – quindi accogliamo con piacere la notizia che il nostro Presidente della Provincia, abbia scritto una lettera per chiedere il trasferimento della collezione delle Metope di Selinunte in una struttura museale castelvetranese”.
La proposta nasce dalla considerazione che il Museo regionale Salinas di Palermo, sede in cui sono custodite da oltre 80 anni le metope, rimarrà chiuso per lungo tempo per interventi di manutenzione straordinaria.
Da qui la lettera che il presidente D’Ali ha inviato al Presidente della Regione, l’On. Salvatore Cuffaro ed all’assessore regionale ai Beni Culturali, l’On. Nicola Lenza, in cui si chiede di : “riportare al luogo d’origine degli straordinari capolavori dell’arte classica siculo-greca e per poterli rendere fruibili “in situ” agli studiosi e ai visitatori – scrive D’Alì – non si tratta di una rivendicazione campanilistica ma va valutata la possibilità che anche come momento di attenzione e sensibilità nella ricorrenza del 40° anniversario del terremoto della Valle del Belice, almeno per il periodo di annunciata lunga chiusura del Museo Salinas – conclude D’alì – le Metope trovino collocazione nell’ambito delle strutture museali esistenti nel parco di Selinunte o, tutto al più, nel Museo Archeologico di Castelvetrano, od anche nel recentemente riaperto al pubblico Castello Grifeo di Partanna, dotato di ogni moderno accorgimento di sicurezza e di agibilità per ospitare mostre temporanee od anche permanenti”.
Ma ovviamente il sindaco Pompeo non può che chiedere con rinnovato vigore che le Metope tornino nella loro sede naturale: “Abbiamo a disposizione il museo archeologico cittadino che già ospita diversi reperti dell’epoca selinuntina tra cui spicca il giovinetto bronzeo dell’Efebo- afferma il primo cittadino- ma non dimentichiamoci che all’interno del Parco Archeologico esiste la sala museale del baglio Florio che, con i dovuti accorgimenti, potrebbe diventare la sede più adeguata per le Metope. Siamo pronti a portare avanti la battaglia in tutte le sedi perché le Metope tornino nella loro sede naturale.”
AUTORE. Redazione