Stamattina è tornata in corsia nel reparto Covid dell’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Lo stesso dove da mesi lavora come coordinatrice infermieristica. Stamattina, però, c’è tornata con un animo diverso, «più tranquilla, ma certo non meno attenta». Diana Scandaliato, 50 anni, infermiera di Castelvetrano, è uno degli operatori sanitari dell’ospedale mazarese che si sono vaccinati per il Covid-19. Ieri è toccato il suo turno, insieme a un altro collega e a 4 medici dello stesso reparto dove si combatte il virus invisibile e preoccupante. Da Mazara del Vallo al CTO di Palermo, Diana Scandaliato spiega oggi «di aver fatto il proprio dovere». Quando si è aperta la campagna di prenotazione, il personale del reparto s’è subito messo in attesa per vaccinarsi.
In quel reparto lo sanno bene cosa è il Covid-19: «Abbiamo visto persone giovani ammalarsi, anziani intubati, altri ancora con difficoltà nel respirare», racconta Diana Scandaliato. Le testimonianze di chi lavora in prima fila e, soprattutto, all’interno dei reparti coi malati Covid-19, offrono uno spaccato veritiero di un virus che ha messo il mondo in ginocchio. «Non è assolutamente una semplice influenza – spiega ancora Diana Scandaliato – bisogna porre la massima attenzione nei comportamenti preventivi ed evitare di contrarre il virus». La frontiera del vaccino è il segno della speranza. «Ecco perché bisogna farlo – conclude Diana Scandaliato – è un dovere per noi ma anche per gli altri».
AUTORE. Max Firreri