L’amministrazione giudiziaria del Gruppo 6Gdo, l’azienda confiscata a Giuseppe Grigoli, condannato per mafia e considerato dagli inquirenti il “cassiere” del latitante Matteo Messina Denaro, ha sospeso la procedura di licenziamento per i 14 dipendenti della ditta collegata Stegicom ai quali nei giorni scorsi era stata recapitata la lettera con cui era stata avviata la procedura individuale plurima di licenziamento.
Contestualmente è stato bloccato, per il momento, l’annunciato avvio della procedura collettiva plurima di licenziamento per i 37 dipendenti della Logicom, altra ditta del Gruppo 6Gdo il quale conta 197 lavoratori.
È una prima e positiva notizia che arriva ai lavoratori impegnati da mesi nella lotta per la salvaguardia del posto di lavoro e che con i colleghi martedì scorso hanno preso parte, al Liceo Scientifico, a un incontro promosso da Sonia Alfano, presidente della Commissione antimafia europea e al quale, tra gli altri, hanno preso parte pure il vescovo Domenico Mogavero, il sen. Giuseppe Lumia, il commissario della Provincia Antonio Ingroia, il sindaco Felice Errante, il prefetto Maria Rosaria Laganà e Antonietta Manzo, dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, amministratori locali, sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, Nicola Ribolla, amministratore giudiziario dell’azienda e Antonello Cirino del Cda del Gruppo 6Gdo. Gli ultimi due al termine dell’incontro erano dovuti andare via scortati da poliziotti e carabinieri in quanto i lavoratori gli si sono scagliati contro accusandoli di avere portato al fallimento l’azienda. Accuse che Ribolla e Cirino hanno rigettato con forza.
La decisione assunta dall’amministrazione giudiziaria dell’azienda – afferma Anselmo Gandolfo, segretario provinciale della Filcams Cgil – la ritengo un’apertura, un segnale positivo benchè al momento non ancora definitivo. Tuttavia questo ci fa ancora sperare in una soluzione positiva della vertenza».
Tra giovedì e venerdì, intanto, alla sede di Palermo dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati si sono tenuti degli incontri con dei potenziali acquirenti del Gruppo 6 Gdo. Alla luce di quanto accaduto in questi due giorni la prossima settimana, nella stessa sede, si ritroveranno alcuni degli attori presenti martedì scorso al Liceo Scientifico per valutare i conseguenti passi da effettuare per salvare azienda, che dal 25 marzo sarà posta in liquidazione. L’obiettivo è non fare passare il messaggio, come spesso è stato detto durante questa vertenza, che «la mafia dà lavoro e lo Stato lo toglie
Margherita Leggio
per La Sicilia
Bloccare i licenziamenti è cosa buona e giusta,ma ció deve essere affiancato da un intervento nel sistema aziendale.Vi è la necessità,a mio modo di vedere,di pianificare ogni singola cosa dai costi operativi al ciclo del magazzino ai contratti di fornitura.Ma chi si occupa di gestire tale azienda lo saprà meglio di me!!!Senza ció,il blocco dei licenziamenti sarà solo una proroga dello scenario precedente.
Saluti
Luciano Risalvato
…quando la mia azienda si è trovata in crisi di liquidità, il sottoscritto, come tanti altri imprenditori, hanno stretto la cinghia, garantendo stipendi ai dipendenti e il pagamento delle forniture ai fornitori. Non mi sono preso stipendi o bonus per almeno un anno e mezzo. Oggi la mia azienda, come altre, si sta riprendendo, avendo trovato altri mercati, e senza dovere licenziare. Che sacrifici hanno fatto i “rappresentanti” della amministrazione giudiziaria?! Sarei proprio curioso di saperlo… Mi chiedo come non ci sia neanche un magistrato o un rappresentante della forza pubblica che non si faccia le mie stesse domande…