“Voce di uno che grida nel deserto” è un dramma sacro che ho scritto anni orsono, affidandone la performance alla regia all’amico Rino Marino che ne curò un allestimento en plein air, nello scenario antistante la Chiesa di San Giovanni Battista a Castelvetrano.
Oggi, su richiesta di Don Giuseppe Undari, il mio testo ha l’onore di una rinascita, nella costruzione drammaturgica attuale, curata in gran parte dall’amico Leonardo Seidita, per l’interpretazione principale di Giuseppe Pipitone (Giovanni), Leonardo Seidita (Johsùa), Salvino Martinciglio (Erode), e con Vitalba Bivona (Miriam), Anna Maria Viola (Erodiade), Sara Fittante (Salomè), Giuseppe Indelicato, Piervito Biondo, Guido Di Stefano, Marco Emanuel Noto, Veronica Trapani, Enza Valentina Di Piazza (battezzandi e appestati) e la partecipazione di Vitalba Ingrasciotta (la Peste).
Il testo scandisce, per isole, la vicenda narrata nei Vangeli: la predicazione di Giovanni, il conflitto con il potere di Erode ed Erodiade, la danza di Salomè, il pianto di Maria, il battesimo di Gesù e, infine, la morte del Battista. Il tutto è racchiuso come cuore narrativo, aperto da uno spaccato che riprende il teatro della peste di Artaud, e chiuso dalla trasformazione iconica del santo del Giordano.
Giovanni è quindi il santo precursore ma, al contempo, il guaritore miracoloso della peste, che – da epidemia ottocentesca – si fa metafora dell’oggi, del dolore, della sofferenza, della malattia dell’anima che non trova guarigione se non nel potente e doloroso viatico della conversione. Devo dire che, nel corso dell’allestimento, ho più volte perso e ritrovato il mio testo. L’ho ritrovato nel “come” del teatro, nel suo potente gioco immaginifico, grazie all’apporto di una ricreazione che ne ha lavato totalmente l’origine, e grazie ad una autorevole condivisione di regia che ne ha totalmente ristrutturato gli orizzonti narrativi e di messa in scena. Così, quindi, possiamo tornare “dentro” la Chiesa, nello spazio che da anni ci appartiene, come momento di profonda riflessione sul tema del Sacro e del Santo nel Contemporaneo.
VENERDì 22 GIUGNO 2012
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA A CASTELVETRANO
ORE 21.15
Contro tante cornacchie ecco la migliore risposta: i meriti si acquisiscono sul campo. Auguri, professore!
Vivendo fuori non sarò presente, ma seguo sempre questi eventi con orgoglio. Quando sono andato via da Castelvetrano, cari ragazzi, al massimo si faceva un po’ di teatro dialettale, del quale tuttavia ho nostalgia. Ora siete cresciuti molto culturalmente, grazie anche a chi vi guida. vi ho visto con commozione nello Stabat Rosam, e sono tornato la secondda sera con mia moglie, per applaudirvi di nuovo. Vedete: tutta la gente che era là ha detto la stessa cosa, “bravi bravi bravi”, uno spettacolo davvero di levatura internazionale. Per cui, lasciate sproloquare quei minuscoli anacronistici scimpanzè che tentano di sporcare voi, sporcando il vostro mentore. Dovete amare quello che fate, così come ho visto in scena, e amare anche le persone che vi siete scelti per farlo… questa è l’alchimia che traspare dai vostri sguardi puliti. Per cui se il Dottore Bonagiuso è riuscito a fare questa cosa meravigliosa coi giovani e per i giovani, io lo stimo a vita. Forza, mi deve arrivare l’eco che avete fatto, anche per il Santo Patrono, uno spettacolo meraviglioso.
All’attore poco importa di tutto questo…Egli ha il suo gioco e lo prende sul serio…il gioco comune: e allora permette di sognare il mondo e se stessi come costruzioni architettoniche reali, finite e solide…
in cui sopravvivono, per fortuna, tenui ed eterni interstizi di assurdità…a NOI interessa solo il gioco!!!
che belle le sue parole… eppure, non voglio fare l’avvocato del diavolo, forse tutti voi potete giocare perché Bonagiuso fa il parafulmine. Voglio dirle quello che da lontano appare: appare che un intellettuale di quarant’anni si è messo così in gioco, esponendosi ad una Città che da sempre non ti perdona il “fare”. A Castelvetrano, anche vent”anni fa quando sono dovuto andare via, se volevi fare una cosa ti criticavano, se addirittura la facevi ti mangiavano vivo. Io spero che tutti voi, e siete tanti, comprendiate quello che da fuori castelvetrano è chiaro. I vostri ragazzi possono giocare perché qualcuno ha le spalle larghe e non si stufa. Io a volte mi chiedo come faccia Bonagiuso a non lasciare un paese così gretto come Castelvetrano. Vero è che quelli che pensiamo bene e lo scriviamo siamo pochi, e che di solito scrive nei siti solo chi è anonimo, ha 3 o 4 nickname finti, ed è in contrasto. Ma se scrive solo chi polemizza rischiate sempre che almeno nei siti si legga “sì bello lo spettacolo” ma una signora Titone insulta Bonagiuso… Credo che dobbiate un po’ smuovervi anche voi, perché è bello giocare con la montagna che ti ripara e si prende tutte le maledizioni. Questo almeno penso io, da estimatore di Bonagiuso e non lo nego. Nemmeno lo conosco di persona. Me lo hanno presentato per santa rita ma solo una stretta di mano. Rifletteteci tutti, ragazzi: è tempo che ognuno di voi prenda posizione intorno agli attacchi strumentali che ogni giorni arrivano.
Gentile Paolo,
mi ritrova al fianco di uno dei tanti Garanti del pensiero sulla Ricerca laboratoriale attoriale (..mi piace più viverlo così che come Montagna, laddove le sue fattezze persino le darebbero ragione)dal 1993.
E quella presa di posizione, non vociata, non gridata o scomposta, si insinua potente nel lavoro e nelle attenzioni ai processi creativi e all’umano che se ne fa carico (per la maggior parte tardi adolescenti o giovani adulti) che con ardore si forma, “gioca” (nell’accezione più seria del termine quale atto creativo e quindi lavoro…), e segna solchi che già hanno procurato anche la più piccola delle trasformazioni a quel pensiero stantìo che lascia fuggire verso…, a favore di nuove dimensioni culturali, sociali e rinnovate vivibilità del nostro territorio.
Assieme a Lei, ho lasciato Castelvetrano per acquisire competente e strumenti, per poi tornare puntualmente e rimetterle in circolo all’interno dell’Akkademia di Teatro “F. Centonze”, dal suo primo anno di attività…quale docente di psicodramma e dinamiche di gruppo; e le competenze e le specializzazioni laddove producono in silenzio, e si fanno gioco dell’arte con fatica e passione (cardini del nostro teatro AMATORIALE…perchè il nostro è teatro AMATORIALE) non necessitano di parafulmini ma di concerti di intenti e propositi…ognuno nel proprio ruolo e nelle proprie funzioni….
SIGNOR PAOLO INCERTO, ADESSO CREDO CHE SI STIA ESAGERANDO FACENDO DELLA MIA PERSONA IL BERSAGLIO PRINCIPALE!! LA CORRETTEZZA E’ PRIMA REGOLA NEL DIALOGO E NEL DIBATTITO APERTO! LEI E’ IN MALA FEDE SE CONTINUA A SOTTOLINEARE CHE IO AVREI “SPARLATO” DEL PROF. BONAGIUSO!SE SI VOGLIONO ATTACCARE I COMUNISTI E’ ALTRA COSA, MA BISOGNA AVERE ONESTA’ INTELLETTUALE PER SOSTENERE UN APERTO SCAMBIO DI OPINIONI! IL PROF. BONAGIUSO E’ PERSONA E PROFESSIONISTA CHE STIMO PER LA SUA INTELLIGENZA, PER LE SUE CAPACITA'( VIENE ANZI SMINUITA LA SUA FIGURA IN UN PAESACCIO COME CASTELVETRANO CHE DI CULTURA SI INTENDE BEN POCO!!). HO SEMPRE, COME MOLTI, DEL RESTO, PARLATO DEI METODI DI NOMINA CHE LE DIVERSE AMMINISTRAZIONI UTILIZZANO, FACENDO TORTO ALLO STESSO PROF, BONAGIUSO CHE E’ COSTRETTO( E SFRUTTATO) NEL FARE IL TUTTOLOGO, VISTO CHE INVECE LA REALIZZAZZIONE DI UN ENTE SAREBBE ANCHE PER IL PROF.BONAGIUSO MOTIVO DI PRESTIGIO, POTENDO LUI ENTRARE A PIENO TITOLO!! I METODI SONO COSA DIVERSA DALLE PERSONE,I METODI CI DICONO DOVE SI INTENDE ANDARE E COSA SI VUOLE INDICARE PER LO SVILUPPO DI UN PAESE! SCEGLIERE DI INDIRE DEI CONCORSI PUBBLICI SIGNIFICHEREBBE RISPETTARE TUTTI I CITTADINI IN POSSESSO DEI REQUISITI PER ACCEDERE ALLA COSA PUBBLICA, NON SIGNIFICA ESCLUDERE BONAGIUSO O QUANTI ALTRI DA TEMPO SONO RITENUTI GLI UNICI ESPERTI DI CASTELVETRANO(QUESTO SUCCEDE IN TUTTI I SETTORI)!HA PROPIO RAGIONE, VIVIAMO IN UN PAESE GRETTO E PROVINCIALE,MI AUGURO CHE LA NUOVA AMMINISTRAZIONE GUARDI ALLE GIOVANI GENERAZIONI CHE EMIGRANO DA TEMPO O SI APPRESTANO A LASCIARE LA PROVINCIA!! COMUNQUE NON DESIDERO ESSERE CHIAMATA CONTINUAMENTE IN CAUSA SOLTANTO PERCHE’ ESPRIMO UNA MIA OPINIONE, OPINABILE, MI PIACE DIALOGARE CON E PER ARGOMENTAZIONI POLITICHE E DI LARGO RESPIRO, NON PER “CURTIGGHIU” INUTILE!!FACEBOOK E’ UNA BUONA “FINESTRA”, MA COME TUTTI I MEZZI TECNOLOGICI SONO RIDUTTIVI IN QUANTO SI “FERMANO” ALLE LIMITATE E LIMITANTI PAROLE CHE INVECE SONO LO SPECCHIO DI RIFLESSIONI E PENSIERI CHE SI INSCRIVONO NELLA PERSONALITA’ E NELLA CULTURA DI CHI SCRIVE!! PERTANTO NON FARO’ PIU’ USO DI QUESTO MEZZO CHE INVECE STRUMENTALMENTE SERVE A QUANTI VOGLIONO ATTACCARE SENZA POSSEDERE LA FACOLTA’ DEL COMPRENDERE E LA UMILTA’ DI ACCETTARE CHE ESISTE ANCHE IL GARBATO E RISPETTOSO DISSENSO!!!
Signora Titone non la conosco personalmente, e di certo lei è un personaggio in vista lì a Castelvetrano, però mi consenta di fare presente anche a lei cosa traspare da fuori. Sembra che lei ce l’abbia a morte con Bonagiuso. Io seguo questo sito come mio legame a casa mia, alla mia terra, dove posso tornare solo per le feste comandate, come si diceva ai miei tempi. Le dico con franchezza che da quando a posto dei politicanti la gestione culturale l’hanno fatta concretamente giovani menti come Bonagiuso, io ho trovato cresciuta e di molto la qualità della cose. Sono un divoratore di teatro, a Torino ne frwquento diversi, non sono un critico e non ho titoli, però venti anni fa me ne sono andato che si faceva teatrino da quattro soldi, e a maggio son stato lì e ho visto Stabat Rosa. Ora permette che ho visto dei giovani essere a livello e superiori di compagnie professionali? E che quei giovani erano del mio paese, e ben guidati mi rende orgoglioso? Mi permette che vedo che ora rifanno un altro spettacolo e quindi sono al centro di una Città in modo serio e che i suoi continui attacchi mi mortificano perché raccontano una Città che non c’è? Se non avessi visto settanta giovani e giovanissimi su quel palco leggerei i suoi attacchi solo come personali, ma siccome li ho visti mi sembrano pure fuori bersaglio. E poi, volevo dire: io commercio alimentari, e frequento la cultura come posso e quando posso; è sempre curioso che lei attacchi chi è in dissenso con lei, ma lei è sempre in dissenzo con tutto e tutti. Potrebbe per favore adottare una linea più coerente? Io accetto con umiltà il suo pensiero anche se non lo condivido e lo trovo stucchevole e fuori dalla realtà per le cose che ho visto, per la loro qualità e per la loro partecipazione enorme di ragazzi. Lei accetti con umiltà il mio pensiero. Come vede, se ho qualcosa da dire liberamente anche ai collaboratori di Bonagiuso o se un domani avrò da dirla anche a Bonagiuso, stia tranquilla che gliela dirò con la stessa onestà. Per il momento il suo lavoro mi rende fiero di aver ritrovato una cultura a castelvetrano non più provinciale e minuscola, per cui torno più spesso.