È una dolore senza fine quello della moglie e dei figli di Vincenzo Vento, rimasto ucciso per sbaglio in un agguato di mafia il 28 aprile 1984 a Castelvetrano. Sono passati 39 anni da quell’efferato omicidio. Rosamaria, quando suo padre venne ucciso, aveva due mesi di vita. Oggi ricorda quel “maledettissimo giorno” con un pensiero al legale dei suoi genitori: “Vi hanno diviso fisicamente… ma non riusciranno mai e poi MAI a dividervi spiritualmente”
Dell’omicidio del papà ha conosciuto la storia solo quando è diventata ragazzina. Due killer vennero a Castelvetrano per uccidere Epifanio Tummarello, ex sorvegliato speciale e Vincenzo Vento, solo per caso, si trovava sullo stesso furgone con Tummarello. I killer non risparmiarono di uccidere anche il suo papà che sarebbe stato un testimone scomodo. «Mio padre, dopo essere stato ferito, aveva implorato i killer di lasciarlo stare perché a casa c’erano i suoi figli piccoli che l’aspettavano – racconta ora la figlia – ma non hanno voluto sentire ragioni». I killer di quell’omicidio vennero subito arrestati e furono loro stessi a raccontare gli ultimi momenti di vita di Enzo, durante il processo.
AUTORE. Redazione