Questo disse il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 3 Novembre del 1993 nei giorni in cui la politica italiana viene travolta dagli scandali giudiziari e dal tentativo dell’allora pentapartito di salvare Craxi & Co.
Il Presidente Scalfaro intervenendo in un discorso alla nazione ribadì la sua indisponibilità a salvare i politici corrotti e che la magistratura dovesse fare il suo corso!
Biografia
Oscar Luigi Scalfaro (Novara, 9 settembre 1918 – Roma, 29 gennaio 2012) è stato un politico ed ex magistrato italiano, nono Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999.
Fu eletto deputato ininterrottamente dal 1946 al 1992, quando, durante la sua presidenza della Camera dei deputati, fu eletto Presidente della Repubblica. In precedenza era stato Ministro dell’Interno nel Governo Craxi I. Era senatore a vita aderente al Partito Democratico.
Scalfaro, insieme a Sandro Pertini (che presiedette come membro anziano il Senato nel 1987) ed Enrico De Nicola (presidente della Camera, del Senato e della Repubblica dal 1º gennaio all’11 maggio 1948), ha ricoperto tutte le tre più alte cariche dello Stato: è infatti stato Presidente della Repubblica e Presidente della Camera, oltre ad avere presieduto provvisoriamente il Senato all’inizio della XV Legislatura.
Gli Scalfaro, famiglia originaria della Calabria, acquisirono il titolo di baronale sul cognome (che – come ogni altro titolo nobiliare – ha cessato d’aver rilevanza giuridica con l’avvento della Repubblica). Esso fu concesso da Gioacchino Murat con patente del 7 settembre 1814 all’antenato catanzarese Raffaele Aloisio Scalfaro, comandante la Legione Provinciale di Calabria Ultra. Quest’ultimo avrebbe in seguito presieduto il consiglio di guerra che nel 1815 condannò a morte lo stesso Murat.
Origini [modifica]
Il padre, il barone Guglielmo, era nato a Napoli il 21 dicembre 1888 da madre napoletana, mentre la madre, Rosalia Ussino, era piemontese; ciò indusse Scalfaro a definirsi, nell’occasione di una visita di stato negli Stati Uniti, figlio dell’Unità d’Italia.
Ancora dodicenne Scalfaro si iscrisse alla GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica), appartenenza che ha sempre ostentato (portò sempre all’occhiello della giacca il distintivo tondo dell’Azione Cattolica visibile anche quando, appena eletto alla massima carica pubblica italiana, fece in televisione le brevi dichiarazioni di rito).
Si formò in ambienti cattolici e sin da giovanissimo partecipò all’attività dell’Azione Cattolica, in un periodo in cui questa organizzazione veniva avversata dal fascismo. In particolare fu attivo negli ambienti della FUCI, che in quegli anni raccolse i maggiori esponenti della futura classe dirigente cattolica. Durante la lotta partigiana, ebbe contatti con il mondo degli antifascisti.
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AUTORE. Redazione
Non prendiamoci in giro, non abbiamo perso un esempio di virtù! Mi conforta che ora dovrà pur rendere conto di tutte le cose belle che fatto per l’Italia e anche di tutto quello che si è pappato alle spalle dei contribuenti! Riposa in pace? No, almeno lassù la giustizia Divina, impartirà la giusta pena!
In effetti quel discorso ha gelato l’Italia….come ha gelato tutti noi sapere che il presidente Scalfaro (assieme a Ciampi), secondo la deposizione del magistrato Sabella, cercò di dare un segno di disponibilità alla mafia alleggerendo il numero dei boss sottoposti al regime carcerario duro previsto dall’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario. E poi si persevera nell’affermare che la collusione con la mafia è affar di destra….ma per cortesia, che la si smetta di far demagogia inutile!!
Oscar Luigi Scalfaro mi ha convocato, nel marzo del 1996, assieme alla mia comunità scolastica per insignirmi dell’Ordine al Merito del Cavalierato della Repubblica. Purtroppo uno sciopero selvaggio degli autisti degli autobus impedì ai miei studenti di raggiungere il Campidoglio da Fiuggi, dove erano alloggiati. Andai solo col treno e ho avuto l’onore e il privilegio di essere ricevuto nel suo studio privato e di rimanere a colloquio con Lui per circa mezz’ora. Il ricordo che ne ho è di una persona eccezionale, che ha vissuto sempre a servizio della patria, da Lui messa sempre prima di ogni cosa sia da magistrato che da politico. Le Sue parole mi sono state di conforto e mi hanno spinto ad andare avanti senza dubbi e tentennamenti. Spero di essere stato all’altezza dell’onore che mi ha fatto e di non essere mai venuto meno ai valori e agli ideali a cui deve ispirarsi un Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana!
E’ stato il miglio presidente della Repubblica italiana, finora. Altri sono stati grandi come lui: Pertini, Ciampi, Einaudi. Ma lui lo è stato in un momento in cui la Costituzione era sotto pesante attacco, e l’ha difesa con successo. Onore al merito. Non la dimenticheremo, Presidente!!!
adesso dovrebbe toccare al gobbo…
crepi prima tu, teresa.. fai corna. tutto gli si puo’ imputare ,tranne le guerre puniche…
creperò prima io dato che la speranza è l’ultima a morire…
l’ antenato ha partecipato alla condanna a morte di Gioacchino Murat, il nostro si dice condannò a morte dei perdenti della RSI, è proprio un vizio di famiglia , viva gesù