Sono 100.000 i “super-pensionati” e ci costano ben 13 miliardi di euro all’anno.

La pensione più ricca d’Italia è quella di Mauro Sentinelli, ex manager e ingegnere elettronico della Telecom; percepisce un assegno di 90.246 euro al mese che si sommano ai gettoni di presenza che percepisce come membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom e Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Enertel Servizi Srl.

Lamberto Dini incassa 18.000 euro da Bankitalia, 7000 dall`Inps e 19.054 dal Senato, Giuliano Amato invece cumula 22.048 euro mese dall`Inpdap coi 9.363 che gli da il Parlamento.

Il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi cumula 30.000 euro al mese di pensione Bankitalia con 4.000 euro dell`Inps ed i 19.054 euro dell’indennità da parlamentare.

L’unica soluzione di buon senso sarebbe quella di INTRODURRE UN TETTO MASSIMO. Indipendentemente dall’importo dei versamenti previdenziali versati, stabiliti in base al reddito, nessuno dovrebbe percepire una pensione superiore ai 3.000 euro mensili netti.

Il tetto porterebbe un risparmio dell’Inps di almeno 8 miliardi all’anno, che dovrebbero essere impiegati per aumentare le pensioni minime, che oggi non sono sufficienti per la sopravvivenza di una persona. Sarebbe possibile infatti aumentare di 100 euro mensili ben 6.650.000 pensioni, una somma rappresenterebbe una boccata d’ossigeno, soldi che sarebbero immessi nell’economia reale, visto che anziché andare ad ingrassare i conti correnti di qualche privilegiato.

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