Il reddito di cittadinanza, si sa, è uno strumento di sostegno economico voluto dall’attuale Governo e che ha consentito a migliaia di disoccupati di potere avere un reddito mensile. Una manna dal cielo per molti che non trovavano un lavoro e che avevano un reddito familiare di poco conto. Ma, come spesso accade, una cosa buona ha anche i suoi effetti collaterali. E, nel caso specifico, a denunciarlo pubblicamente su Facebook è stata l’amministratrice di una struttura turistica di Triscina di Selinunte che per giorni ha cercato – invano – di assumere dipendenti stagionali.
«Mi servivano addetti ai piani – spiega – e quando ho contattato coloro che mi avevano lasciato il curriculum mi hanno risposto: no, grazie, percepiamo il reddito di cittadinanza». Un’amara risposta per l’amministratrice della struttura che, per garantirsi il servizio, ha dovuto ricorrere al servizio in appalto, «con un costo, evidentemente, superiore» spiega. A trovare difficoltà nel reclutare personale pare siano anche altre strutture turistiche del territorio.
Meglio, dunque, lavorare, seppur stagionale, oppure godersi l’estate sotto l’ombrellone e percepire tutto l’anno il reddito di cittadinanza? E, alla luce di tutto ciò, quanto valgono ancora le parole di Papa Francesco che ha detto: «Il lavoro conferisce la dignità all’uomo non il denaro»?
AUTORE. Redazione
Citi bene “il lavoro” non lo sfruttamento, quando il cosiddetto lavoro ti fa percepire uno stipendio che è sotto o uguale al RdC , soglia minima di povertà ritenuta dallo Stato , di quale dignità stiamo parlando.
Non sarà forse perché i dipendenti stagionali vengono scambiati per schiavi, senza un giorno libero e nemmeno qualche ora di riposo perché vogliono il sangue? E con ciò non voglio giustificare chi non ha voglia realmente di non fare un bel niente. E ne esistono tantissimi
Cerco lavoro
Quanto ĕ la mensilità e quanti ore al giorno
Un’imprenditrice locale lamenta su Fb la difficoltà di trovare impiegati stagionali che rifiuterebbero la sua offerta in quanto percettori del reddito di cittadinanza. Se, come afferma, propone un contratto in regola e, a suo dire ben retribuito, perchè non si rivolge al centro impiego onde obbligare il percettore del RDC, se la retribuzione supera la la soglia-limite di 858 euro, ad accettare (pena la perdita dello stesso al 3º rifiuto).
Ho cercato di capire di più sull’argomento. Mi sembra interessante quanto dichiarato in un’intervista, da Giovanni Carfagna, presidente dell’Associazione nazionale lavoratori stagionali sui motivi motivi della diminuzione in generale anche a livello nazionale dei lavoratori stagionali non imputabile all’introduzione del RdC:
“Il problema è esploso nel 2015 quando ci è stato dimezzato il sussidio di disoccupazione. Noi stagionali lavoravamo sei mesi e percepivamo poi sei mesi di sussidio. Con l’introduzione dell’Anaspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego, l’ammortizzatore sociale voluto dal Jobs Act, il nostro sussidio è stato ridotto a tre mesi. Questo costringe i lavoratori stagionali fissi a cercare altre soluzioni. Fare lo stagionale non conviene più farlo. Prima venivamo sfruttati ma almeno prendevamo il sussidio per sei mesi, più o meno 700/800 euro che ci permettevano di pagare le spese correnti. Ora veniamo sfruttati e il sussidio non copre l’intero anno. Rimaniamo scoperti per tre mesi”.
Lavoro nel settore ristorativo alberghiero sono di Castelvetrano e ci vivo e per avere uno stipendio degno di essere considerato stipendio sono costretto a fare 150 km al giorno , la colpa non è tutta dei ristoratori che sottopagano i dipendenti ma degli incompetenti che hanno amministrato male la nostra città facendo scendere al ridicolo la nostra economia, lasciando al degrado più sconcertante la nostra città e vogliamo fare turismo???