sicily_selinunte_temple_e_hera.JPGL’edificio, scavato tra il 1982 ed il 1985, si trova al centro di una vasta area sacra recinta da un muro, di cui si conservano alcuni tratti delle fondazioni a Sud ed un lungo segmento a Nord, rinvenuto nel 1889 da Patricolo ed attualmente ricoperto dalla sabbia. La costruzione ha la forma di un tempio senza peristasi, diviso in due ambienti e con il vano d’ingresso al centro della parete Est.

L’edificio è stato eretto nel primo quarto del VI secolo a.C., come documentato dal tipo di calcarenite adoperata per i blocchi squadrati, dalla tecnica costruttiva e dalla forma della cornice di coronamento delle pareti, molto semplice e priva di elementi decorativi. In una seconda fase, databile dopo la ripresa successiva allo scontro con i Cartaginesi del 409 a.C., alla fronte del tempio fu accostato un portico di quattro pilastri con capitelli ‘a gola egizia’, di ispirazione punico-orientale. La distruzione dell’edificio avvenne in seguito ad un evento sismico nella seconda metà del IV secolo a.C., ma attività cultuali, documentate da focolari, pietre sacrificali, stele anepigrafi e deposizioni rinvenute a diversi livelli, continuarono a svilupparsi nell’area fino alla metà del III secolo a.C.

I blocchi delle pareti lunghe dell’ambiente anteriore, rinvenuti in posizione di crollo, sono stati restaurati e ricollocati secondo la tessitura originaria. Nell’anastilosi della parete Nord, effettuata nel 1985, si è reso necessario l’impiego di blocchi nuovi per integrare i due filari inferiori del tratto di muro crollato, evidentemente asportati in epoca moderna. Davanti alla facciata dell’edificio, che ha subìto danni evidenti a causa dello sfruttamento dell’area come cava di sabbia, vi è un altare monumentale, il cui piano sacrificale è diviso in due settori delimitati da tre ‘guance’ lisce. Per la divinità del santuario, certamente femminile per il carattere matronale delle statuette di terracotta finora rinvenute, è stata proposta l’identificazione con Hera sulla base di un documento epigrafico frammentario.

(fonte. Assessorato Beni Culturali)