n_1.jpgSecondo le ricerche di E. Gabrici e ultimamente A. Di Vita il santuario urbano principale situato sulla collina meridionale era definito, a Nord a Sud, da muri di recinzione (temenos), il cui percorso coincide con quello delle più antiche strade Est-Ovest del primo quarto del sec. VI a.C. Il ripido pendio orientale era cinto dall’andamento poligonale del muro mentre la chiusura ad Ovest rimane sconosciuta.

I primi templi di questo santuario, come quelli dei santuari suburbani ad Est e Ovest della città, avevano la semplice forma del megaron allungato. La loro monumentalità si evidenziò soltanto nella precisa opera isodomica eseguita interamente in pietra. Le divinità venerate in questo santuario nonché le relative forme dello svolgimento dei culti sono poco noti. Perciò la convenzionale denominazione dei templi con le lettere dell’alfabeto.
Verso la metà del sec. VI il megaron centrale fu sostituito da un grande tempio perittero, il tempio C. Davanti alla sua fronte orientale e in grande distanza del tempio fu costruito il grande altare cinerario. Di conseguenza tutto il temenos fu allargato considerevolmente verso Est tramite un enorme terrapieno artificiale che fu sostenuto dalla poderosa costruzione a gradini. Una stoa a forma di L definiva e rinchiudeva il santuario verso Est e Sud.

Nell’ultimo quarto del sec. VI a.C. si aggiunse a Nord l’altro grande tempio perittero, D, anch’esso preceduto da un piazzale costruito artificialmente. La particolare posizione dell’altare posto obliquamente e immediatamente davanti al tempio stesso fa ipotizzare anche qui un predecessore più antico.
Tra gli altri monumenti di culto si distinguono ancora due altari, e cioè quello che costeggia in senso Est-Ovest il muro di temenos meridionale nonché l’altare a triglifi ben conservato situato nell’angolo Nord est del santuario.
Nella prima metà del sec. V fu ridefinito anche il confine occidentale con la prosecuzione della grande arteria principale dell’acropoli verso Sud. Allo stesso tempo nacque una nuova aera sacra con i due templi A e O, dei quali fu portato a termine, tuttavia, soltanto il primo, assieme al suo sontuoso altare.

Acropoli di Selinunte (foto di Alberto Chiulli)Nel secolo IV a.C. tutta l’area sacra fu occupata dalle case della città punica. Il culto greco sembra essersi spento, mentre nel pronao del tempio A si installò un santuario punico. Soltanto vicino l’angolo Sud est del tempio C si costruì ancora, poco prima della definitiva fine della città (250 a.C.) un piccolo tempio in stile puramente greco-ellenistico, il tempio B famoso per la ricca policromia delle sue membra.
Dopo lunghi secoli di decadimento la vita ritornava tra le rovine soltanto in epoca bizantina. Ed il castello che fu costruito nei ruderi dei templi A e O secondo una tipologia diffusa in Nordafrica a partire dell’epoca tardoantica, potrebbe essere stato costruito addirittura durante la occupazione araba dopo il 827 d.C.

(fonte. Assessorato Beni Culturali)