Un giovane castelvetranese risulta indagato per il danneggiamento di una delle telecamere installate a Marinella di Selinunte, per il controllo della ZTL. Riceviamo è pubblichiamo la nota del suo legale, l’Avv. Margherita M. Barraco.
AUTORE. Redazione
In data 09 maggio 2016 veniva pubblicato un articolo relativo al danneggiamento di una delle telecamere che il Comune di Castelvetrano ha istallato a Marinella di Selinunte, nella via Caboto, al fine di controllare la ZTL da eventuali scorribande di soggetti trasgressori.
L’articolo non sembra lasciare margini di dubbio circa la conoscibilità da parte delle autorità inquirenti dell’identità del presunto danneggiante.
Tali assunti sembrano emergere proprio dalle parole del Sindaco del Comune di Castelvetrano che, con certezza tipica di chi coglie qualcuno in flagranza di reato, sembra quasi voler anticipare una sentenza per un processo che ancora si dovrà, forse, celebrare innanzi ad una autorità giudicante deputata a poter decidere e sempre che vi sia l’emissione, comunque, di un decreto che disponga un rinvio a giudizio.
A tal proposito, lo scrivente difensore, nominato in data odierna dal soggetto indagato, ricorda che nel Diritto Penale sussiste la presunzione di innocenza sino a prova contraria e che, oggi, in una fase prettamente di indagine, non ci si può arrogare il diritto di anticipare sentenze né assolutorie e neppure di condanna in danno di un giovane imprenditore che si vede il dito puntato contro, con espressioni ed accuse tutte ancora da provare in sede dibattimentale.
Pertanto, a mezzo il presente comunicato si diffida a voler moderare toni e termini in quanto solo un Tribunale potrà, a mezzo emissione di una sentenza di condanna, punire quella persona di cui ci si ritiene avere l’identità certa, il “delinquente” che tale non si riconosce perché nulla ha fatto e che vuole ricordare al primo cittadino che solo un Organo Giudicante può condannare e che ogni gesto posto in essere qualunque esso sia, rimane tale e reato non diventa se un magistrato non condanna in tutti e tre i gradi di giudizio.
Oggi quel “delinquente” si indigna per le accuse che gli vengono rivolte e certo della sua innocenza confida nella Magistratura, affinchè la vicenda venga chiarita senza lasciare dubbi ed ombre, come per ora essa si appalesa.
Ci si auspica pertanto che venga posto fine a questo frastuono mediatico ed ad ogni forma di chiacchiericcio che non fa altro che ledere la rispettabilità del soggetto additato, oggi già indagato e si consenta alle autorità di poter proseguire serenamente la propria attività di indagine alla ricerca del vero colpevole e non di un presunto reo dato in pasto alla collettività solo per tacitare e giustificare il danneggiamento di uno strumento comprato e gestito con i soldi dei contribuenti.
Avv. Margherita M. Barraco
Caro avv. sono pienamente d’accordo con tutto quello che ha scritto , ma vede viviamo a Castelvetrano dove per i compagni di partito ,anche se macchiati da gravi fatti , si tace fino a quando non si è costretti a fare altrimenti , un citta dove tutto e fuori dalle norme , dove si trova il tempo e il denaro per riacquistare l’auto a una collega perché minacciata , poi minacciata da chi non è tenuto sapere , si dice che sia stato un atto intimidatorio , intimidatorio per cosa ,bo ,dove si usano i vigili come posteggiatori alle riadunate mattutine scolastiche , e poi non vederli più per il resto della giornata ,e bene può capita di sfogare tutta la propria indignazione con il primo capo espiatore , come se tutti i mali del mondo siano causati da quella sola persona ,che viene accusata condanna e marchiata come chi sa quale bestia , tutto questo prima che si sia certi.
Avvocato….Rosario….ma di che stiamo parlando?! Credo che gli unici a sapere chi sia questo intelligentone siate voi due e coloro i quali hanno potuto scorgere dalle immagini il volto del soggetto!
Le vostre parole, comprensibili solo perché proferite da un avvocato difensore e da un “difensore e basta” d’altro canto però stridono con un atto vandalico con tutti i crismi perpetrato contro la cosa pubblica, che sinceramente avrei difficoltà a difendere se fossi avvocato. Preferirei la via del silenzio e me la giocherei in aula.
Per il resto, leggere le parole di un sindaco anch’egli avvocato, che dice che l’autore è stato chiaramente ripreso (cavolo era una telecamera!), sarà denunciato e quindi subirà un processo, credo in verità desti molta meno indignazione della vostra seppur lecita difesa.
In fondo, e la circostanza casca a pennello, “dunni c’è vista un ci voli prova”….e qui c’è un video!
Vorrei fare una semplice domanda essendo ignorante in materia. Ma se si viene registrati da una videocamera mentre si commette un reato e si ha la certezza di trovare l’autore che è stato ripreso, perché quest’ultimo viene indagato e non direttamente arrestato per aver commesso il fatto?
Sig. Adriano ,non do forma di nessun dibattito ,ma se non si è certi non si accusa nessuno , nelle immagini non vi sono le generalità del vandalo , qui non si difende il gesto ma l’accusato , assomigliare non è sinonimo di essere , la brutta consuetudine di parlare senza essere certi ,e mi riferisco a tutti i commentatori a sproposito ,che non hanno neppure visto le immagini , e non giustifica nessuna offesa gratuita .
smettiamola con questo garantismo da due soldi,se le riprese sono chiare ed inconfutabili c’è poco da discutere anche in sede giurisdizionale, si punisca con severita’ tale atteggiamento incivile e criminale, il sistema di videosorveglianza è fondamentale in quei luoghi rischio come banche, possibili obiettivi terroristici e sedi di Tribunali dove possono essere compiuti reati di qualsiasi tipo……concorda avv.Barraco?
Sig. Rosario, a questo punto devo supporre che lei abbia visto le immagini e conosca la persona che si professa innocente per sostenere la tesi della somiglianza.
Ad oggi nessun mezzo di informazione ha evidenziato il nome del soggetto in questione quindi temo che l’unico vero chiacchiericcio nasca dal comunicato dell’avvocato o dalle persone a quel contesto vicine. Comprendo che talvolta la miglior difesa è l’attacco….ma forse stavolta sarebbe stato meglio attendere l’evoluzione dei fatti in religioso silenzio.
Ritengo ci sia un errore di fondo, pare infatti che la telecamera presuntivamente danneggiata non sia quella fissa allocata all’inizio della via caboto, come indicato nei vari siti internet.
Il ragazzo sarebbe stato invece indagato per un’altra telecamera collocata in una automobile.