Vito, nato a Cinisi il 29 aprile 1954, è vissuto all’ombra del padre e lo ha seguito, assieme al fratello minore Leonardo, in tutte le sue vicissitudini e peregrinazioni dallo scoppio della seconda guerra di mafia, cioè da quando i corleonesi di Totò Riina decisero di far fuori la vecchia generazione di mafiosi, il cui rappresentante più autorevole era Gaetano Badalamenti, padre di Vito.
Nel corso della guerra vennero eliminati, a Cinisi, una trentina di parenti e soldati dell’esercito di quelli che Mario Francese chiamava “guanti di velluto”, cioè dei badalamentiani, e Vito lasciò Cinisi insieme al padre nel 1981 per emigrare prima in Brasile, poi in Spagna dove venne arrestato, l’8 aprile 1984 a seguito di una complessa operazione internazionale concordata da funzionari della Squadra Mobile, della Criminalpol palermitana, della Guardia di Finanza, della DEA (dipartimento antinarcotici americano), della polizia spagnola e di quella svizzera: l’imputazione era di avere organizzato il colossale traffico di droga definito “Pizza connection”.
Malgrado don Tano fosse richiesto dalla giustizia italiana, venne estradato dalla Spagna negli Stati Uniti nel 1984, assieme al figlio Vito, il quale ha trascorso 4 anni in carcere poiché non ha pagato la cauzione fissata in diversi milioni di dollari. Alla fine del processo, mentre Don Tano è stato condannato a 45 anni di prigione, Vito è stato assolto da tutte le accuse e, non sappiamo se risarcito.
Su Wikipedia leggiamo: “La stampa lo accredita come latitante all’estero, in Brasile o forse in Australia, da dove continuerebbe a gestire affari con la mafia americana e con quella siciliana”
. Di fatto, dovunque sia, adesso Vituzzu potrà tornare in Sicilia, quantomeno per rivedere l’anziana madre Teresa Vitale. In quale casa non si sa, visto che la casa di Corso Umberto 180 a Cinisi è stata confiscata e affidata in parte al Comune e in parte alle due associazioni di amici e parenti di Peppino Impastato, vittima della ferocia assassina del padre Tano. Da questo aspetto l’avvocato Gullo, che non è riuscito a fare assolvere don Tano dall’accusa di omicidio, che non è riuscito a fermare il sequestro della casa di don Tano, dopo 15 anni di ricorsi, è riuscito invece a fare liberare Vituzzo, il quale, se vuole, potrà dimorare nelle stalle malconce del feudo di Dainasturi, non sequestrato perché acquistato o posseduto prima del 1952, anno in cui Badalamenti padre avrebbe iniziato la sua carriera criminale.
Lo scrivente, che è presidente di una delle due associazioni e che pertanto ha la chiave della casa, è disposto a fargliela visitare, per tutto il tempo che crede, qualora egli avesse nostalgia di rivedere i luoghi in cui è nato ed è cresciuto. Che non vada però oltre un’intera giornata. Poi abbiamo da fare altre cose. Rimane da chiedersi se, nel caso di rientro di Vituzzu, il sindaco di Cinisi non si comporterà come il sindaco di Corleone Jannazzo, che ha giudicato negativamente il ritorno del figlio di Totò Riina, giudicandolo “indesiderabile”, oppure se se ne starà zitto, mentre, magari, qualche cinisaro andrà a scrivere sui muri, come è stato fatto a Corleone: “Bentornato Vituzzu”.
di Salvo Vitale
per antimafiaduemila.com
In Italia la giustizia è per i poveri. Come si fa a non indignarsi leggendo che Badalamenti è ritornato libero o che ad Aiello sono stati concessi gli arresti domiciliari per favismo, mentre tanti giovani marciscono in carcere in attesa di giudizio? Basta avere un buon avvocato e si trova un cavillo per farsi assolvere o per far trascorrere il tempo per ottenere la prescrizione. E’ giustizia questa?
questo fa riflettere, perchè le leggi in Italia sono fatte dai legislatori , italiani che abbiamo noi votato e incaricato di rappresentarci…ma come dimostrazione alcune leggi o cavilli sono fatte apposta per essere a favore di chi si mette a disposizione di questi legislatori…ne consegue che i latitanti vengano protetti e ben occultati dalle famiglie compiacenti e sopattutto premiati per la loro orgogliosa latitanza…ROBA DA MATTI….altro che indignazione il Ministro della giustizia dovrebbe abolire il CAVILLO di legge immediatamente perchè è una vergogna.