Ha destato l’attenzione della stampa internazionale la nuova affascinante ipotesi di David Camporeale che potrebbe svelare il più grande mistero custodito di Selinunte: quello dell’antico teatro greco.
Il giovane castelvetranese nel suo contributo “Nuovi indizi di un teatro a Selinunte”, pubblicato sulla rivista “Science and Technology for Cultural Heritage” (Fabrizio Serra Editore, Pisa-Roma), tenta di affrontare definitivamente l’annosa questione.
In questi giorni, anche il National Geographic si è occupato dello studio di Camporeale.
“Leggendo tra le righe del suo studio – scrive il giornalista Marco Merola – si apprende che la ricerca dell’edificio magnogreco non è un’avventura recente. Vi si sono cimentati già altri e, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, si dissero convinti della sua esistenza anche dei fini cervelli quali il filologo tedesco Julius Schubring e due francesi, l’architetto Jean Hulot, borsista dell’Accademia di Francia a Roma e l’archeologo Gustave Fougères, studioso della Grecia arcaica. La particolarità della vicenda è che costoro collocarono il teatro in una zona diversa da quella individuata da Camporeale”
“La struttura in realtà si trova a ovest del fiume Sélinos, accanto all’importante area dei santuari ctonii della Gaggera nella quale venivano celebrati i riti misterici”, spiega lo studioso nell’articolo della noto rivista internazionale.
Alcune foto satellitari mostrerebbero, secondo l’autore, delle “anomalie del terreno che sembrano evidenziare il kóilon (le gradinate Ndr) e l’orchestra del teatro” e poi i risultati di ricognizioni e osservazioni fatte sul posto. “Ho potuto notare che i cespugli crescono in maniera incoerente, come se fossero ‘disturbati’ dalle strutture presenti sotto terra”.
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AUTORE. Redazione