Sono state commemorate stanotte, alle 1.04, ora esatta dell’esplosione, le vittime della strage mafiosa dei Georgofili a Firenze. Sono passati esattamente 30 anni dal 27 maggio 1993. Fabrizio Nencioni, la moglie Angela Fiume, le bimbe loro figlie Caterina e Nadia, lo studente Dario Capolicchio, tutti rimasti uccisi nello scoppio dell’autobomba di Cosa Nostra, sono state ricordate dalle autorità e da centinaia di persone con la deposizione di una corona nel punto dell’esplosione.
Il suono della Martinella, la campana civica fiorentina, e l’esecuzione del Silenzio hanno accompagnato la cerimonia cui hanno assistito fra le autorità politiche il sindaco Dario Nardella, il presidente della Regione Eugenio Giani, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Presenti familiari e parenti delle vittime, esponenti delle istituzioni e della magistratura, e moltissimi cittadini che hanno seguito il corteo aperto dal Gonfalone della città.
Nel luglio del 2016 a Castelvetrano è stato inaugurato uno spazio giochi intitolato alle due bambine che hanno perso la vita in questo terribile attentato terroristico. I responsabili della stagione stragistica del ’92-93 sono stati definitivamente condannati quali mandanti ed esecutori. La corte d’assise di Firenze ha condannato Toto’ Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Matteo Messina Denaro.
Secondo Luigi Dainelli, zio delle bambine Nencioni, cognato dei loro genitori, “manca ancora un 10 per cento di verità. Con gli ergastoli si raggiunse gran parte della verità di questo attentato, ma mancano i mandanti che hanno suggerito questi obiettivi fuori dalla Sicilia. Secondo me sarà difficile raggiungerli specie finché saranno in vita coloro che sono collusi. Io speravo che con la sua cattura, Messina Denaro decidesse di parlare, ma non lo fa e mi sembra difficile che lo farà“. Dainelli ha ricordato la domenica prima dell’attentato del 27 maggio 1993. “C’era stato il battesimo di Caterina (la bimba morì a soli 50 giorni, ndr), facemmo una grande festa a La Romola (il pase della famiglia Nencioni, ndr), c’erano tutti i parenti e gli amici, Nadia era contenta di questa festa. Ci fece leggere su un foglietto la sua poesia sul Tramonto, che poi copiò sul quaderno il giorno dopo. Ecco, ricordo quel giorno di festa, e quelle bambine, la contentezza della più grande. La domenica eravamo finiti dentro un dramma. Per noi familiari il pensiero che abbiamo è il solito di 30 anni fa, noi non abbiamo bisogno degli anniversari, anche se sappiamo che servono per il ricordo”.
AUTORE. Redazione