Tutti gli anni in estate la Sicilia diventa “rovente”. La vicinanza al continente africano e il sole cocente contribuiscono a far raggiungere sull’isola temperature considerevoli, ma in questo caso l’aggettivo rovente si riferisce agli incendi largamente diffusi durante la stagione e non al clima arido. Quest’anno il corpo dei Vigili del Fuoco in Sicilia ha registrato da metà giugno fino ad oggi più di 8mila interventi e, a causa degli incendi, sono andati in fiamme più di 2700 ettari di territorio custode di importanti tracce di macchia mediterranea o, talvolta, di coltivazioni agricole.

Numerosi anche gli interventi in cui è stato necessario l’intervento dei famosi ” Canadair “ per domare le fiamme e mettere in sicurezza nel minor tempo possibile le zone abitate che altrimenti sarebbero state travolte dalle fiamme anche a causa dei forti venti di scirocco che caratterizzano i mesi estivi e che alimentano considerevolmente i fuochi. Per la Coldiretti – che definisce la situazione siciliana “angosciante”- il 60% dei roghi è di origine dolosa. 

Tra i casi di incendi più rilevanti registrati in provincia di Trapani ne elenchiamo alcuni tra cui quello di Monte Cofano (Custonaci), a Montagna Grande (Salemi ), al bosco di Angimbè ( Calatafimi – Segesta) e al bosco Magaggiaro (Montevago) dove in meno di 24 ore sono scomparsi più di 200 ettari di bosco e dove adesso, al posto di un rigoglioso polmone verde, non rimane che un desolante e sterile paesaggio, come è possibile notare dalle immagini documentate dalla redazione di CastelvetranoSelinunte.it.

 

 

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