Il Consiglio dei Mininistri, lo scorso venerdì, ha stabilito i nuovi criteri per il riordino delle province: in Sicilia su 9 ne rimarranno in vita solo 4: Palermo, Agrigento, Catania e Messina. La scure si abbatterà su Caltanisetta Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani. La soppressione, a lungo rimandata, sarà dunque effettiva dal 1° gennaio 2014 contestualmente alla creazione delle Città metropolitane.
In base ai criteri approvati, i nuovi enti dovranno avere almeno 350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai 2500 chilometri quadrati. Secondo gli ultimi dati Istat, il territorio della Provincia di Trapani è di 2.459,84 chilometri quadrati, appena 40 km quadrati sotto il limite. La popolazione attuale sarebbe invece di 436.459 abitanti.
I nuovi enti eserciteranno competenze in materia ambientale, di trasporto e viabilità, mentre gli altri compiti finora esercitati dalle province passano ai Comuni, come stabilito dal decreto ‘Salva Italia’.
Pur rendendomi conto dello stato economico in cui versa il Paese mi sembra un atto sconsiderato affidarne lo scioglimento a meri parametri matematici senza tenere conto di quell’insieme di valori dettati dall’economia, dalla cultura e umani che un territorio racchiude ed esprime.
Mi chiedo a cosa sia servito che la nostra Provincia sia tra quelle più virtuose d’Italia. Non un euro di debito, un bilancio sano, una struttura tecnica e burocratica che funziona a meraviglia pur tra le mille difficoltà imposte da decreti e balzelli.
Girolamo Turano, presidente della Provincia Regionale di Trapani
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