La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di usura bancaria una società cessionaria di credito. L’udienza preliminare dinnanzi al gup è stata fissata per il 23 febbraio prossimo. La vicenda trae origine dalla querela che hanno presentato i coniugi M.P. e M.V.M. di Palermo, dopo aver subìto la vendita all’asta dell’unica abitazione di cui erano proprietari. Nel 2018 i coniugi, entrambi residenti a Palermo, assistiti dall’avvocato Giovanna D’Angelo, hanno presentato la querela. Il tutto è scaturito da un contratto di mutuo che hanno sottoscritto con un importante istituto bancario per l’acquisto dell’abitazione. Nel 2019 la Procura di Palermo chiese l’archiviazione del caso, ma il gip ha disposto l’iscrizione coatta nel registro degli indagati del legale rappresentante e amministratore unico della società finanziaria.
Dopo 3 anni di indagini e consulenze tecniche ora la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Secondo l’accusa a far data dal 28 dicembre 2007 la società avrebbe chiesto la corresponsione degli interessi usurari maturati a partire dalla quattordicesima rata del 30 giugno 1999 sino alla trentesima rata del 30 giugno 2007. Ma avrebbe pure pignorato l’immobile e poi venduto. In sede civile i due coniugi hanno già ottenuto sentenza favorevole emessa dal Tribunale di Palermo, nella quale è stata accertata l’inesistenza del diritto da parte della società di procedere esecutivamente nei confronti dei coniugi, in virtù del contratto di mutuo del 23 giugno 1992 e che i coniugi vantavano, addirittura, un diritto di credito di euro 2.915,88.