Lombardo si è ufficialmente dimesso dall guida della Regione Sicilia. Un discorso conciso e incandescente dopo il ritiro della spending review promessa al presidente del Consiglio Mario Monti per ridurre una spesa che rischia di portare la Sicilia al default.

Lombardo tiene il suo ultimo discorso da governatore, anche se ha intenzione di rimanere in sella comunque fino alle nuove elezioni e, non a caso, poche ore prima delle sue dimissioni ha tenuto una giunta nominando perfino un nuovo assessore agli Enti locali, un dirigente dell’Mpa, Nicola Vernuccio.

Il leader dell’Mpa lascia dopo quattro anni di presidenza segnata da continui cambi di maggioranza e di assessori. E lo fa travolto dalla vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto con la richiesta dei pm della Procura di Catania d’imputazione coatta non solo per voto di scambio ma anche per concorso esterno.

Le mie dimissioni erano state preannunciate da tempo memorabile, è stata una scelta consapevole e ragionata decisa almeno quattro mesi fa.

Stiamo subendo un vero e proprio attacco all’autonomia speciale. Non mi è stato consentito di essere interrogato. Inoltre per tre volte la pubblica accusa ha chiesto l’archiviazione della mia indagine.

L’aggressione alla nostra autonomia speciale avrebbe reso necessario che un presidente della Regione fosse libero da ogni vincolo e non indebolito nel suo ruolo. Così non è stato per me da oltre due anni, dal 29 marzo del 2010. Sono convinto che l’autonomia e i partiti nazionali sono ontologicamente incompatibili. Anche per questo non giudico negativamente il proliferare dei movimenti sul territorio.

Da più parti mi è stato chiesto di non dimettermi, ma io oggi farò seguito a ciò che avevo detto da tempo: che affronterò il giudizio del giudice da cittadino e non da presidente della regione.

C’è stata una tattica politico-mediatica disonesta e criminale che ha infangato la Regione a livello internazionale.

Il prossimo 28 e 29 ottobre si elegga un presidente della regione libero e senza vincoli.Ho fatto il mio dovere fino in fondo e se oggi lascio lo faccio con serenità e senza rimpianti.

Non rinnego nulla di quanto fatto in questi quattro anni. Lascio consapevole di aver toccato l’apice, perché la presidenza della Regione siciliana è l’apice di una carriera. Auguro a tutti voi di poter continuare a servire al meglio la Sicilia.

Raffaele Lombardo

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