Nel 2008 si è dimenticato di pagare 2,80 euro su una multa di 42,00 Euro, per questo motivo, ora dovrà pagarne altri 75. È ciò che è accaduto a Salvatore Di Maio, 37enne castelvetranese che abita da diversi anni a Pietrasanta, in provincia di Lucca.
L’automobilista pensava di aver già saldato la sanzione, pagata in forma ridotta entro sessanta giorni dall’aver ricevuto la raccomandata, come del resto prevede la legge. Ma così non era.
Nel verbale notificatogli dal Comando di polizia municipale del comune versiliese c’era scritto – e non certo a caratteri cubitali – che «qualora l’agente postale consegni la raccomandata a persona diversa dal destinatario, l’importo indicato nel bollettino deve essere maggiorato di 2,80 euro, pari al costo dell’ulteriore invio di lettera raccomandata per comunicazione di avvenuta notificata».
Impossibile per Di Maio ritirare personalmente la missiva, dal momento che l’ha ricevuta a Castelvetrano, dove cinque anni fa ancora risiedeva. A firmare è stata infatti sua madre, che successivamente gliel’ha spedita a Pietrasanta. Di Maio, a quel punto, ha saldato i conti con il Comune di Camaiore, dimenticandosi la piccola maggiorazione. Ed è arrivata la beffa.
Tre anni più tardi – nel 2011 – alla porta si è trovato una cartella di Equitalia. Con tutta una serie di numeri che gli descrivevano nei dettagli il recupero dei debiti a suo carico: 40,80 euro di residuo da versare, 7,67 di interessi di mora, 4,36 di compensi, 12,24 di sanzione maggiorata, oltre a 2,30 di interessi e 1,31 di ulteriori compensi. Calcolatrice alla mano sono 68,68 euro, a cui bisogna aggiungerne 5,88 di diritti di notifica. In tutto, insomma, Di Maio deve al Comune di Camaiore 74,56 euro. Che sommati alla multa già pagata – di 42,08 euro – fanno 116,64. Solo per un divieto di fermata.
Lo so, ho sbagliato – riconosce Di Maio – ma così si accaniscono su di me. Non l’ho certo fatto apposta. Ho ricevuto la multa il 10 ottobre del 2008 e il bollettino l’ho fatto dopo circa quaranta giorni. A seguito dell’errore mi sarei aspettato che mi avessero chiesto la differenza di 2,80 euro, non certo 75. Io quest’ultimo importo non lo pago. Il Comune di Camaiore – conclude il giovane siciliano – non ha usato il buon senso
Giovedì scorso la sua famiglia ha ricevuto l’ultimo sollecito di pagamento da Equitalia. «Gentilissimo signor Di Maio – recita la missiva – l’articolo 1, comma 544, della legge 24 dicembre 2012, prevede per i debiti fino a mille euro che le azioni cautelari (come il fermo amministrativo dell’autovettura) ed esecutive (come il pignoramento) non possano essere attivate prima che siano trascorsi 120 giorni dall’invio, mediante posta ordinaria, di una comunicazione contenente il dettaglio delle somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo. Dalle verifiche effettuate – scrive Equitalia – non ci risulta ancora versato l’importo di euro 74,56».
Ma Di Maio non vuole pagare e il comune versiliese non molla. Forse, per evitare questo spiacevole inconveniente, sarebbe bastato usare il buon senso. E non certo coinvolgere un’agenzia di riscossione crediti.
fonte. iltirreno.gelocal.it
AUTORE. Redazione