Nella qualità di genitori presenti nella vita dei propri figli e attenti al loro benessere, con la presente i sottoscritti intendono chiedere formalmente alle Dirigenti scolastiche in indirizzo la possibilità, prevista dalla legge, che l’orario scolastico scaturisca da un atto di democrazia.
Si chiede, in altri termini, che il recente istituto della cosiddetta “Settimana Corta” venga confermata dalla volontà della maggioranza delle famiglie che si vedono coinvolte, loro malgrado, da queste scelte, ad oggi, pressoché unilaterali delle Scuole.
Tale organizzazione dell’orario, imposta alla maggioranza delle famiglie come unica soluzione, senza alternativa e non più sovvertibile, è, invece, solo la scelta di un Consiglio Scolastico, che, purtroppo, ormai in maniera abbastanza risaputa, antepone risultati di carattere economico e organizzativo della scuola ai ben più importati risultati peculiari della scuola: risultati pedagogici e culturali.
È opportuno analizzare quelli che a nostro modesto parere sono i lati negativi di questa opinabile scelta:
Calo dell’attenzione- è noto e fondato su dati medici, esperimenti e dati scientifici, che l’attenzione dei bambini cala a seguito di stress di informazioni, nel corso della giornata. Appare evidente che ciò avviene se la giornata di studio dura 9 ore.
È sicuramente evidente alle insegnanti che la reattività dei bambini nelle ultime ore o successivamente al pranzo, è praticamente assente tant’è che differenti solo le attività svolte proprio a tal fine. Se nel caso delle prime classi delle elementari ciò appare stremante (considerando che i bambini da 6 anni in poi entrano a scuola alle 8 per uscire alle 13.45) figuriamoci cosa avviene nelle ultime ore delle scuole medie ove gli insegnanti, magari beneficianti di solo poche ore finali della giornata, devono spiegare l’Iliade, matematica a bambini/ragazzi sonnolenti e sbadiglianti.
È il caso anche di evidenziare che la stessa insegnante non ha la medesima lucidità e freschezza per una spiegazione che va proposta senz’altro in orari più consoni.
2) Mancanza di tempo libero: la scelta della settimana corta, che prevede giornate ordinarie più lunghe, a dire dei sostenitori, è voluta anche per dare maggiore tempo libero ai ragazzi per stare insieme alla propria famiglia. Peccato che i dirigenti non hanno verificato il tessuto sociale ed economico del paese, paese dove non esistono fabbriche e anzi per lo più i genitori sono impegnati anche il sabato.
In pratica questa benevola elargizione di tempo libero è diventata solo un aggravio economico (eventuali baby-sitter) o un disagio logistico. Nella migliore delle ipotesi, poi, il sabato mattina è utilizzato per studiare per portarsi avanti con i compiti: “ fatti i compiti per martedì e se puoi anche per mercoledì!!!”, questa è la cantilena presente in tutte le famiglie. Dove va a finire il tempo libero? Scompare sacrificato da ben altri interessi scolastici.
L’agenda di bambini e ragazzi è più fitta di quelle dei genitori che lavorano.
I bambini e i ragazzi non sanno più cosa sia la tanto agognata noia, ossia tempo libero, svuotato da impegni e preoccupazioni stressanti, tempo da dedicare ad inventarsi qualcosa da fare.
Sono oberati di impegni scolastici ed extra e certamente i rientri pomeridiani non depongono in favore della serenità di adempiere a tutti i loro obblighi e hobbies.
Prima dell’adozione della settimana corta, era invece possibile svolgere ad esempio, attività sportiva in modo rilassato e rilassante.
Le scuole fanno a gara con le offerte formative ma il realtà alle famiglie serve tornare a trovare il proprio fulcro nella famiglia e non nelle aule scolastiche (peraltro spesso fatiscenti e prive di minimi comfort a partire dalle mense e dai bagni).
Oggi si combatte con la difficoltà di incastrare al minuto gli orari di eventuali allenamenti con i pomeriggi liberi e non esiste più la possibilità di ridurre lo stress con le attività extra anzi tutto questo ha reso anche questi momenti di relax come ulteriore stress: la routine prevede uscita da scuola, merenda veloce in macchina, subito palestra e poi compiti al rientro, in notturna….!!!
3) Rendimento scolastico: i bambini delle elementari tornano a casa affamati dall’orario troppo dilatato (colazione 7.30, ricreazione 11.00, pranzo nella migliore delle ipotesi alle 14.15 e poi subito compiti.
I ragazzi, come sopra ricordato, fanno i compiti molto tempo prima di quello che è l’orario scolastico e, alla fine, il ripasso e il riscontro con un’eventuale interrogazione sulle materie avviene non in maniera correlata e collegata.
È opportuno anche sottolineare, per quanto riguarda i compiti, che anche la soluzione proposta dai dirigenti, cioè di non assegnare compiti nei pomeriggi in cui si ha il rientro, appare una soluzione in certi casi professionalmente avvilente per gli insegnanti, che vengono privati di uno strumento necessario per fare esercitare gli studenti e per consolidare quanto spiegato in classe, e tutto ciò sempre per portare avanti una scelta non coerente con gli obiettivi della scuola : educare ed insegnare.
4) Zaini pesantissimi: forse insegnanti e dirigenti o chiunque stia al di là della cattedra non ha chiaro anche la conseguenza delle 9 ore sull’entità del peso dello zaino che il ragazzo è costretto a portare: 9 materie 9 libri e 9 quaderni. Occorrerebbe un carrello.
In un dialogo dialettico che abbia come scopo il benessere collettivo (bambini/ragazzi – genitori -insegnanti-dirigenti in ordine volutamente di importanza) rappresentare – come i sottoscritti hanno tentato con questa lettera – le considerazioni soggettive e motivazionali del ripristino di un orario più rispettoso del diritto alla salute e all’istruzione, sembra necessario e strumentale affinché si adotti e si riproponga un sistema democratico nella scelta dell’orario scolastico da proporre per il prossimo anno scolastico 2019/2020, pertanto si chiede
Che i Dirigenti in indirizzo propongano alle famiglie la scelta opzionale dell’orario settimanale scolastico.
Tale possibilità è stata concessa in passato ed è prevista dalla normativa che si cita di seguito pubblicata su https://miur.gov.it/orario-scuole.
Scuola d’infanzia: gli orari di funzionamento della scuola dell’infanzia fissati dal regolamento sono, di norma, pari a 40 ore settimanali; su richiesta delle famiglie, l’orario può essere ridotto a 25 ore settimanali o elevato fino a 50, nel rispetto dell’orario annuale massimo delle attività educative. Scuola primaria: all’atto dell’iscrizione si possono esprimere le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale, che, in base alle norme è cosi strutturato: 24; 27 fino a 30; 40 ore (tempo pieno). L’accoglimento delle opzioni fino a 30 ore settimanali o per il tempo pieno e subordinato all’esistenza delle risorse in organico e alla disponibilità di adeguati servizi; tali circostanze devono essere portate a conoscenza dei genitori all’atto dell’iscrizione. Scuola secondaria di I grado: nella domanda, il genitore esprime le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale che, sulla base del D.P.R. 89/2009, è definito in 30 ore oppure 36 ore elevabili fino a 40 ore (tempo prolungato), qualora siano presenti servizi e strutture idonee a consentire lo svolgimento obbligatorio di attività. Riferimento normativo: Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89
firmato
Giovannella D’Antoni
Roberto Troina
Francesca Guarino
Fausto Lo Sciuto
Rosalba Montalto
Raffaella Stinchelli
Lea Innocenti
Elisa Gaeta
Elisabetta Calcara
Enza Trapani
Maria Antonietta Chiaramonte
Eleonora De Simone
Giovanna Spadaro
Giorgio Amabile
Veronica Apollone
Michela Igora D’Antoni
Giuseppe Marcello Roma
Antonella Montoleone
Giuseppe Ciinquemani
Caterina Rizzo
Vito Sieli
Rosa Firenze
Bernardina Di Nino
Giuseppe Gucciardo
Giancarlo Spagnolo
Tiziana La Cascia
Francesca Barbiera
Francesco Mangiaracina
Annamaria Sacco
Agostino Bivona
Gabriella Cascio
Francesca Giammarinaro
Lina Stabile
Maria Asaro
Antonia Li Causi
Giovanna Cristina
AUTORE. Redazione
Credo che vi sia ben altro dietro una scelta che di didattico ha un bel niente… forse la futura riduzione dell’orario di insegnamento a 25 ore settimanali per mantenere la settimana corta e ottenere un notevole risparmio della spesa pubblica.
Scusate, avete formalizzato la questione ai dirigenti e consiglio d istituto?
La scuola dovrebbe allargare questa direttiva della settimana corta anche ad altri istituti per il benessere dei ragazzi che con tutti gli impegni che noi genitori gli abbiamo dato stanno diventando degli schiavi di un sistema che non lascia spazio per il riposo e semplicemente per un po di vita assieme alle famiglie.
Chi fa queste petizioni non guarda i propri figli ma egoisticamente i.propri impegni.
Ma tutta questa stanchezza nella classe di mia figlia non la noto! Noto invece che Castelvetrano non è aperta ai cambiamenti, poiché ogni innovazione è vista con ostilità dai suoi abitanti che non vedono al di là del proprio naso !