Il Parco di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria continua il suo corso de “I Cantieri”, integrando le attività multidisciplinari, Architettura e Archeologia, già in realizzazione al fine di dotare il parco di una offerta scientifico-divulgativa unita alla realizzazione degli standard museali, tali da competere con i più grandi musei, ripartendo (dopo la Fase 1 COVID-19) dalla ricerca archeologica con un sondaggio stratigrafico sul Pianoro di Manuzza, programmato dall’Istituto Germanico di Roma e per essa dalla Università di Berlino in condivisione con la Direzione del Parco, al fine di ottenere un quadro generale della formazione e trasformazione urbanistica, a partire dai dati emersi dagli scavi condotti negli anni Settanta dalla Dott.ssa Rallo, attestanti una fase indigena, le fasi monumentali del VI e V sec. a.C., la distruzione a mano dei Cartaginesi nel 409 a.C., la ricostruzione immediata di un nuovo quartiere abitativo e il suo trasferimento in necropoli punica a cavallo tra il IV e III sec a.C. Responsabili del saggio stratigrafico la Dott.ssa Jonasch per lo scavo e la Dott.ssa Adorno per lo studio dei materiali.

La ricerca si pone quale modello di “laboratorio permanente delle arti e della scienza” che si unisce ad altre esperienze con i dipartimenti di Architettura (Palermo, Venezia e Roma), di Agraria (Palermo), Geologia (Camerino e Milano), con un rafforzamento delle iniziative miranti al coinvolgimento di studenti delle Università di Palermo e Catania, fortemente voluto dalla Direzione del Parco ed incardinato nella nuova programmazione, che intende offrire a studenti e ricercatori la possibilità di intraprendere attività di formazione, nel quadro di accordi di partenariato, che integrano e attuano le convenzioni, stipulate a tal uopo con gli Atenei, nell’ottica di rendere l’area monumentale di Selinunte, con i suoi spazi monumentali e archeologici, luogo di ricerca per eccellenza.

Al fine di far crescere la consapevolezza di chi vive luoghi straordinari dal grande valore culturale, prosegue pertanto l’azione de “I Cantieri della Conoscenza”, ormai un conio rappresentativo e collaborante le attività di divulgazione e valorizzazione attuato dalla nuova direzione con la formula dei cantieri aperti, i quali svolgono un ruolo fondamentale per la conoscenza consapevole delle attività in itinere attraverso la metodica dell’archeologia partecipata, che favorisce la trasformazione di una attività di scavo in un momento di scoperta e conoscenza entusiasmante.

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