Carissimi lettori di CastelvetranoSelinunte.it,
è sempre una grande emozione, ed è già il terzo anno che lo faccio, scrivere una breve considerazione su quella piccola perla sulla costa trapanese che è Selinunte. È una grande emozione perché è la terra della donna che mi ha messo al mondo, è la terra della mia famiglia, dei miei primi amori, della mia giovinezza, dei miei ricordi più belli.
Come una bambina l’ho vista crescere e di anno in anno mi sono accorto dei suoi cambiamenti, della sua crescita, delle sue bellezze che affioravano ma, ahimè, anche di alcune sue storpiature che non bene sono riuscito a digerire.
Comincio subito con il rivolgerti un ringraziamento, visto che anche quest’anno mi dai la possibilità di questo piccolo spazio. Non aspettarti lunghe e noiose considerazioni. Troverai nelle prossime righe solo domande ed una di queste è proprio per te: “Ma dove è finito il vostro coraggio?” Si, è proprio questa! Ho trovato spesso nei vostri volti una rassegnazione alle difficoltà che la “Natura” e la gestione del “Bene comune” purtroppo creano.
I tempi sono difficili per tutti e la colpa non è certamente solo di chi amministra o di chi gestisce. “Quannu è guerra, è guerra pi tutti”, diceva così mio nonno. Lo capisco bene ma penso che ci sia sempre una via d’uscita. Penso che ci sia sempre quella consapevolezza delle difficoltà e quella buona volontà per uscirne.
La crisi della società e di quella politica, che dovrebbe dare il buon esempio, purtroppo stanno creando mostri che spesso sono nascosti ma che quando escono distruggono. Quello che una volta chiamavamo Bene Comune oggi sembra essere un male comune. Sembra che non appartenga a nessuno ma, al contrario, è di tutti. Solo una vera e sentita unione delle forze ed un progetto comunitario possono ribaltare il risultato e finire la partita con una vittoria.
Quella crisi che leggo ogni giorno sui giornali si riflette sulle nostre città, sulle nostre famiglie e sui nostri luoghi. Ahimè, si riflette anche su quell’angolo di paradiso, Selinunte, che vi appartiene e che ogni anno vivo più che posso. Risvegliate le vostre coscienze ed abbiate la consapevolezza di avere tra le mani un tesoro che non ha pari al mondo. Per questa ragione intendo porre due domande mirate che possono sembrare forti e crudeli ma che spero possano essere una scossa. Spero possano essere una provocazione per tutti coloro che leggono. Spero possano essere un punto di partenza, un inizio di strategia comune che porta alla vittoria finale che è la “Crescita”. Io, seppur “straniero” sarò della partita e con tutti gli strumenti che ho, cercherò di contribuire alla vittoria di quella partita che sento anche mia.
Perché la borghesia e l’imprenditoria sana che negli anni passati sono riusciti ad investire e pubblicizzare i vostri tesori, primo tra tutti il più grande Parco Archeologico d’Europa, hanno lasciato la strada ad un’imprenditoria sempre più commerciale ed egoista che non vuole investire bene?
Perché lo spirito di iniziativa dei giovani e delle associazioni che una volta davano vita ad attività sportive, culturali e sociali nel cuore del Paese oggi hanno lasciato la strada alla rassegnazione del “Questo abbiamo e purtroppo questo ci teniamo”?
AUTORE. Giancarlo Russello
complimenti sig. russello lei seppur molto giovane ha saputo perfettamente interpretare il mio pensiero, chi vive (o ha vissuto) fuori da questo territorio per anni si accorge meglio quale mentalità disfattrice si è annidata nella gente che dovrebbe invece spendersi per questo meraviglioso territorio che, da lontano abbiamo tanto amato ma vivendoci ci siamo fatti corrompere da una società disinteressata ed irrispettosa sia del territorio che dalle origini, basi fondamentali per una convivenza civile e costruttiva e che alla fine ne pagano le conseguenze le generazioni future.
Ho molto apprezzato la lettera di Giancarlo Russello. Scrive da innamorato e si percepisce subito. Concordo con quel che scrive sulla borghesia selinuntina e sui giovani. L’una troppo vecchia e conservatrice, gli altri troppo culturalmente indietro per capire il vero senso del loro tesoro!
Giancarlo caro, hai toccato il centro del mio cuore ma per migliorare le cose devi fare qualcosa per toccare il centro della loro mente! In gamba
Bravo l’autore di questo articolo.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
È stato incisivo con eleganza.
Speriamo che questo articolo venga letto da qualcuno dell’amministrazione comunale!
Sig. Russello, mi scusi, ma trovo le sue osservazioni generiche e nemmeno troppo fondate. Innanzitutto Selinunte é una perla della costa sud-occidentale sicula, dal momento che si affaccia sul canale di sicilia,e non del ‘trapanese’, una zona che, invece é situata nel nord-ovest della Sicilia e prospiciente il basso tirreno. Da un punto di vista amministrativo, poi, quel che fu la Provincia di Trapani valorizzò e pubblicizzò adeguatamente solo la località di san Vito lo Capo ( situata, appunto, all’estremo nord-ovest siciliano )e, ma solo da qualche anno, le isole Egadi. Il ‘più grande parco archeologico d’Europa’ mi pare continui ad essere parecchio sottovalutato dalle competenti autorità turistiche locali. Personalmente, mi capita di leggere continuamente di ritrovamenti di scarso interesse in quel di Lilibeo, e poco delle eccezionali scoperte recenti in Selinunte ( non solo Mosko, ma anche il ‘centro commerciale’ di Manicalunga: un ‘belicittà’ di 3.000 anni fa circa, a dimostrazione di che metropoli fosse già Selinunte: se ne é parlato veramente poco!). In ogni caso, Marinella è cambiata ultimamente. In meglio. Trovo molto suggestiva, per esempio, l’illuminazione sul molo. Ma io frequento Selinunte da ben più di 3 anni. Certo, si può sempre fare di più.