[di Giuseppe Scorsone] Corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere secreta finalizzata ad interferire con la pubblica
amministrazione. Vi sembra poco? Non vi basta? Forse avevamo tutti gli occhi chiusi, forse a qualcuno conveniva pure così. Ora le danze sono aperte, da subito il via alle premonizioni del web, a chi vuole dire la sua, come me, a modo suo. Il pensiero comune è quello d’aver toccato il fondo, stare assistendo alla caduta di una città che di città ha ben poco oggi. Oggi è morta la sporca politica, o almeno parte di questa. La stessa sporca politica capace di prendersi la dignità di un paese. Oggi la giustizia ha fatto il suo corso. C’è un’emozione comune adesso, un’emozione che quasi sempre, erroneamente, acquisisce valore negativo, emozione che ha origine dalla frustazione e dalla costrizione. C’è Rabbia. Solo rabbia.
Rabbia per la gente che realmente avrebbe avuto bisogno di quelle pensioni.
Rabbia per quei posti di lavoro che sarebbero potuti essere occupati da gente per bene.
Rabbia per chi avrebbe rappresentato meglio.
Rabbia per i giovani costretti a scappare.
Rabbia perché in un modo o nell’altro se non è la mafia che conosciamo è solo un’altra sua evoluzione.
Rabbia perchè vorreste insegnare la legalità a noi, voi. Voi classe, generazione che della legalità ve ne siete infischiati.
C’è rabbia perché sono solo chiacchiere su un blog e magari fra una settimana vi scorderete tutto. C’è rabbia perché non vi hanno mai, non ci hanno mai insegnato a votare, a identificarci, a condividere degli ideali, ad imparare a servire, a dare reale valore al pensiero critico. E se votare è un rischio, dove sta la democrazia? Dove sta la libertà? Dove sta la forza del popolo? Forse proprio qui abbiamo peccato, forse non abbiamo saputo dire di no, forse non sappiamo proprio scendere nelle piazze, forse non sappiamo manifestare, forse non sappiamo ribellarci, urlare, unirci.
Forse non sappiamo canalizzare bene le nostre emozioni, forse basterebbe solo smettere di vendersi, votare con la testa, parlare senza fini e lavorare bene, proprio come la brava gente.
Giuseppe Scorsone
AUTORE. Redazione