Scoperta nel parco archeologico di Selinunte, nell’area industriale rinvenuta anni fa, una fornace a due bocche del tipo “praefurnia” unica nel suo genere e, secondo gli scienziati mai ritrovate dello stesso tipo, in prossimità di città greche.
L’importante reperimento, è stato effettuato dall’equipe del professore Martin Bentz dell’università di Bonn (Germania) che da tre anni lavora nell’area archeologica selinuntina in prossimità della zona in gergo detta, di “Manuzza” o meglio conosciuta come, “la valle de cotone” e presentata ieri, nel corso di una conferenza tenutasi presso il “Baglio Florio”.
Il professore Bentz da anni conduce importanti scavi che stanno meglio identificando, una delle aree artigianali e industriali più rilevanti, dell’antichità greca. Un vero polmone produttivo che dimostra la potenza economica raggiunta da Selinunte tra il V e VI secolo A.C.

Credits. Martin Bent – Uni Bonn
Secondo i ricercatori dell’Istituto archeologico germanico di Roma, l’area artigianale scoperta a Selinunte, , dimostrebbe l’alto livello tecnologico raggiunto per l’epoca la forza metropolitana della città greca e il suo tenore economico che permise, probabilmente la costruzione della già conosciuta e apprezzata, area monumentale posta al nord del parco. Le recenti scoperte, presentate dall’equipe di Bentz, mettono in evidenza con vari ritrovamenti di manufatti di notevole spessore storico , il know how produttivo raggiunto dai selinuntini ,nella lavorazione delle ceramiche ,del ferro e del legno.
“Dagli scavi- afferma Martin Bentz viene fuori uno spaccato di vita quotidiana antica di Selinunte, veramente straordinario e possiamo dire che ancora tanto c’è da scoprire”.
“Non nasconde la sua soddisfazione il direttore del parco di Selinunte, Caterina Greco. “ Selinunte è un’eterna emozione- afferma Caterina Greco-Qui c’e tanto da portare a conoscenza del mondo scientifico internazionale. L’autonomia che ci darà l’Ente parco, aprirà nuove frontiere alla ricerca scientifica e alla storia di Selinunte.”
AUTORE. Filippo Siragusa
Di enorme interesse, veramente. Ma ne leggo solo su castelvetranoselinunte.it . Quanto vogliamo scommettere che, tempo qualche giorno, e la Soprintendenza diramerà l’ennesimo comunicato su qualche tratto di fogna risalente ad età romana tardo-imperiale rivenuto nell’area di Capo Boeo?
scusate la domanda, forse con l’argomento della fornace ritrovata non c’entra niente, ma mi sorge spontanea.
A Castelvetrano vi sono molti ragazzi laureati in archeologia che per poter lavorare sono costretti ad andare fuori dalla Sicilia se non addirittura all’estero. non è un controsenso far venire archeologi dall’estero, che sicuramente hanno un pure un costo maggiore, al posto di archeologi di Castelvetrano e dintorni.
qual è il criterio che usa la sovrintendenza per la scelta degli archeologi?