Siamo fatti così: bene e male, mostri ed eroi, gogne e troni. È questo il modo con cui il carattere italico ama celebrare se stesso, le sue sventure e le sue fortune.
E dunque, la comparsa sulla scena pubblica di due personaggi, il comandante Francesco Schettino e l’ufficiale Gregorio De Falco, ha generato un intero nuovo capitolo di questa pigra e roboante epica nazionale.
Schettino, il furbo esibizionista, che ama sfidare e infrangere le regole per poi sfuggire alle sue responsabilità, è un carattere immancabile della commedia all’italiana; così come De Falco, schivo ma con la schiena dritta, l’uomo della regola e della legalità ne costituisce il necessario complemento.
Nessuno, in questa vicenda della Costa Concordia, ha riflettuto che, nonostante i raffinati sistemi di controllo radar della navigazione che, dal 2009, sono in dotazione ad ogni Capitaneria di Porto, quella di Livorno è venuta a sapere dell’incagliamento della nave solo dalla telefonata di un carabiniere di Prato, in seguito alla chiamata della figlia di una passeggera, che aveva visto crollare il soffitto mentre cenava.
Senza la telefonata dei carabinieri, chissà quando la capitaneria di Livorno si sarebbe accorta che la Concordia era uscita di rotta e aveva urtato uno scoglio.. Si deve quindi dedurre che i giornaloni e il circolo mediatico italiano non abbiano alcuna idea di come funziona il traffico aereo e navale e abbiano mandato al Giglio cronisti incompetenti, come la solita Sarzanini, a cui interessa solo sapere se il comandante aveva l’amante a bordo.
AUTORE. Francesco Saverio Calcara
Egr. Prof. CALCARA, ho molto da ridire su quello che ha scritto, le do ragione solo sul comportamento tenuto dal Comandante della nave e dal comportamento tenuto da molti giornalisti che fanno commenti che nn c’entrano nulla con la cronaca ma entrano nel gossip (nn per niente siamo in Italia), ma la prego su molte cose dovrebbe informarsi anche Lei. Il sistema radar (VTS) che usa la Guardia Costiera italiana doveva essere utilizzata da quasi tutte le capitanerie/circomari d’Italia, ma poi x mancanza di fondi sono stati forniti del sistema radar solo i comandi più grandi che, di conseguenza, hanno un territorio maggiore da controllare ed, altra conseguenza, maggiore è l’aria da controllare più imbarcazioni vengono battute dal radar e minor sensibilità hanno questi radar, insomma sono tutte delle conseguenze. In tutti i casi, comunque, una nave ha molti sistemi per segnalare una emergenza, ma se nn l’attiva nessuno a bordo nn è assolutamente facile da una sala operativa accorgersi di quello che sta accadendo. Poi per quel che riguarda la telefonata nn è stata assolutamente registrata per l’occasione ma nelle sale operative vi è un sistema automatico che memorizza qualsiasi telefonata o chiamata radio che viene effettuata. Poi il Com.te DE FALCO, che conosco personalmente, nn ha fatto altro che applicare quanto previsto dal Codice della Navigazione, magari mettendoci anima in quello che ha detto, dando dei comandi ben precisi al Com.te della Nave, per maggior informazione l’art. 303 del Codice della Navigazione precisa che il Com.te deve essere l’ultimo ad abbandonare la nave ed il personale della Capitaneria ha il dovere, anzi l’obbligo, in quanto Polizia Marittima, di far sì che il codice venga rispettato. Sig. CALCARA se ha qualche dubbio non esiti a farmelo sapere sarò felice, per quanto possibile, di darLe altre spiegazioni.
ah scusi volevo precisare che guardo con disgusto quelle persone che vanno all’isola del giglio solo per fare delle foto ricordo con sullo sfondo la nave. Ma dico io nn pensano che ci sono ancora persone la dentro.
Grazie signor Leone, comunque la sostanza del mio ragionamento, che non vuole mettere in dubbio le qualità del comandante Di Falco, resta immutata. Cordialità
Egr. Prof. Calcara lo so che non metteva in dubbio le qualità del Com.te DE FALCO, ma si lamentava del sistema in generale. La mia voleva essere solo una precisazione perché sicuramente molti aspetti tecnici non li conosce. Cordiali saluti.
Purtroppo il guaio è che in Italia chi fa il proprio dovere viene considerato un eroe, invece dovrebbe essere la normalità.
Comunque vedrete che Schettino se la caverà a buon mercato, aldilà del bailame mediatico. Anche questa è l’Italia.
mi permetto anch’io di fornire qualche precisazione. Sulla vicenda, oltre che il Codice della Navigazione, occorre prendere in considerazione anche il D. lvo n° 196 del 2005, che recepisce una direttiva europea. La norma è variegata, in quanto disciplina le zone VTS, l’AIS, il VDR ( voice data recorder: la cosiddetta ‘scatola nera’ secondo il gergo aeronautico ). Consiglio agli interessati di consultarlo perchè spiega molte cose: si scarica in un attimo; il prof. Calcara non è l’unico, purtroppo, a non avere una conoscenza approfondita della questione: ho letto un articolo allucinante di M.Giovanna Maglie su Libero. Lasciamo perdere. Ma, soprattutto, il decreto rende esplicito un obbligo che prima, per quanto strano possa sembrare, tanto esplicito non era: quello di rapportare immediatamente ogni incidente all’Autorità Marittima ( art. 17 )Se a Livorno hanno saputo del sinistro dai Carabinieri di Prato la responsabilità non è della Capitaneria, ma del Com/te Schettino. Una fra le tante, a mio modo di vedere..
La capitaneria con gli strumenti che non può prevedere quello che sostieni, quindi evita di fare il capoccia,se vuoi fare retorica questo non è il posto giusto.
Forse non fa comodo a te dare la colpa a Schettino, magari sei come lui, noi italiani non siamo stati mai uniti, neanche sul buon senso comune, non devo stupirmi se nel nostro paese vengono condannati gli innocenti, oramai se mi trovassi in balia di una rapina come potenziale vittima la colpa sarebbe solo mia e non del rapinatore, perché non dovevo trovarmi li in quel momento.
Complimenti della dubbia moralità.
Simone, lo decide lei quale posto è buono per scrivere quello che ciascuno liberamente ritiene di dovere esprimere, o chi? Intanto emergono le prime responsabilità della Costa crociere, sicché davvero ritengo che l’analisi, come sempre puntuale e argomentata, del prof. Calcara, trovi conferma nei fatti.In ogni caso, le offese personali dovrebbero sempre essere bandite da questi commenti. Faccio dunque appello ai moderatori affinché ne controllino meglio il contenuto, per evitare che questo spazio di libertà e di civile dibattito diventi un cortile.
da Livorno, se più attenti, avrebbero dovuto sapere in tempo quello che stava succedendo,e non per via della telefonata del carabiniere di Prato.
In ogni caso Schettino ha le sue colpe (ma non al 100%) solo perchè come un animaletto codardo, infimo, meschino e imbecille non ha avuto le palle di scendere per ultimo da quella dannata nave e perchè, da puro malato di esibizionismo, voleva farsi bello con l’ex collega presente al Giglio e con quella zoccola che avrebbe poi soggiornato nella sua cabina durante il viaggio. Punto e basta!!
Al di la delle verità processuali che di certo non mi confortano, penso e ritengo che l’unico responsabile del disastro sia il comandante Schettino, se volete cercare altri colpevoli magari per una certa avversione contro chi si trova vittima di uno sprovveduto fate pure, il vostro pensiero e solo di parte.
Art. 303
(Abbandono della nave in pericolo)
Il comandante non puÚ ordinare l’abbandono della nave in pericolo se non dopo esperimento senza risultato dei mezzi suggeriti dall’arte nautica per salvarla, sentito il parere degli ufficiali di coperta o, in mancanza, di due almeno fra i pi˜ provetti componenti l’equipaggio.
Il comandante deve abbandonare la nave per ultimo, provvedendo in quanto possibile a salvare le carte e i libri di bordo e gli oggetti di valore affidati alla sua custodia.
Quello che mi meraviglia e perchè ci si stupisca più di tanto se un comandante di una nave di quella portata che guadagni 10.000 euro al mese e sbaglia, ci devono essere sempre altri colpevoli. Possibile che in questo paese davanti anche alle verità più palesi, si cerchi sempre in qualche modo di mandare in galera altre persone, sempre che poi queste persone vadano in galera.Comunque si capisce perchè in questo paese non esiste la meritocrazia, perchè tutti vogliamo giacca e cravatta senza avere responsabilità individuali, bella la vita, complimenti.
Quello che vi scrive e un normale cittadino di 33 anni che il suo spirito non e come quello del comandante schettino, ma va ben oltre.
<>,sempre che il buon senso faccia da padrone.
schettino se la cavera’con poco,paghera’la sua parte di colpe,e tra qualche anno potra’ se vorra’ tornare a navigare.la storia dei disastri marittimi ne e’ piena.al contrario,invece credo, che la costa crociere o dovra’ rinunciare agli inchini, o si dovra’ accontentare di assumere comandanti (mollicci)che costeranno molto di piu’,a causa della mancanza di spettacolare pubblicita’.schettino ha dichiarato:quando la nave si e’ inclinata sopra la scogliera, sono sceso.tutto qui’ sta la chiave. infatti, la nave in quel momento non e’ cosiderata piu’ in navigazione.le operazioni di evaquazione erano da quel momento sono passate sotto il comando della capitaneria di livorno.anche se tornava a bordo,nulla poteva fare se non quello di contare i superstiti ancora a bordo gia’ attenzionati da numerosi soccorritori intervenuti.una plancia affollata? si,e allora,(domanda):quanti schettini erano presenti in plancia a gufare contro il comandante?
Lo vogliamo capire che un comandante non può abbandonare la nave, e non si può pensare di scaricare tutto sulla capitaneria visto che non possono prevedere i disastri con gli strumenti che hanno, certo che siamo sempre al contrario del vero in questo paese, invece di dare la colpa ai criminali la diamo alle vittime, mi fa proprio ridere il tuo commento caro giorgio,visto che il signor schettino e fuggito dalla sua nave, la colpa e della capitaneria se qualcosa va storto, bravo, complimenti, la capitaneria si muove di conseguenza se il comandante schettino che si doveva trovare sulla nave coordinava l’abbondono nave dando istruzioni alla capitaneria, e invece scaricato il barile, la colpa e di altri, che senso di giustizia e di diritto, ancora complimenti della dubbia moralità che pervade il nostro paese.
Lo vedremo se Schettino continuerà a navigare, invece di auspicare che quel coglione non navighi più, lo sosteniamo con quell’ironia del menga all’italiana della serie che tanto alla fine chi dovrebbe scontare la sua pena e redimersi per quello che ha fatto, gli diamo lo stesso posto di lavoro, le leggi non devono funzionare solo per i furbi mio caro, devono funzionare per tutti, le furbate(infatti, la nave in quel momento non e’ cosiderata piu’ in navigazione.le operazioni di evaquazione erano da quel momento sono passate sotto il comando della capitaneria di livorno.anche se tornava a bordo,nulla poteva fare se non quello di contare i superstiti ancora a bordo gia’ attenzionati da numerosi soccorritori intervenuti.una plancia affollata? si,e allora,(domanda):quanti schettini erano presenti in plancia a gufare contro il comandante?) di codardia e aspettare che qualcuno risolva i nostri problemi non sono comportamenti da comandante di una nave, neanche un responsabile di reparto si comporterebbe in quel modo.
Comunque non è che le responsabilità sono consequenziali che se manca una allora vale altra, la capitaneria era l’ultima risorsa di Schettino e ha fatto quello che ha potuto fare senza che schettino coordinasse l’evaquazione, invece di sostenere coloro che rappresentano le istituzioni, sosteniamo quella parte di paese che andrebbe condannata.
Non mi meraviglia più niente, se i nostri politici sono persone dalla dubbia moralità perchè non possono esserlo le persone che vivono in italia, anche loro sono cittadini?,allora non ci lamentiamo se non si riescono a risolvere i problemi del bel paese.
Qui non si tratta di gufare caro giorgio, tanto per cominciare un comandante deve essere un riferimento per i suoi uomini e sapere il fatto suo altrimenti non si spiega cosa ci stia a fare li, gli ufficiali di seconda se in qualche modo vanno contro un ordine del comandante rischiano l’ammutinamento, quindi se schettino ha fatto i cavoli suoi non potevano legarlo e sollevarlo dal comando cosi facilmente, se io mi trovassi una persona del genere e io fossi di seconda, potrei fare due scelte, o lo sollevo dall’incarico e prendo il comando della nave facendolo arrestare e se ciò non fosse possibile lo lego(lo lego veramente) e poi mi denuncio da solo dopo che la nave e in sicurezza dalla costa, oppure lo lascio sbagliare, non puoi fare altro se nessuno ti sta a sentire.
In plancia di comando si contavano 8 persone, di cui 5 esperti ufficiali,che dovevano sapere che non si passa a mezzo miglio dalla costa ad una velocita’di 15 nodi.Se schettino era un pazzo,loro qualche cosa dovevano fare!! Ben vengano gli ammunitamenti,se servono ad evitare certi lutti.Qualore cosi non fosse,allora non ci resta di pensare che:O questi ufficiali non sono affatto degli esperti, o gufavano contro schettino.
Posso anche trovarmi daccordo con l’ultimo commento che hai scritto, però capisci bene che un ammutimento non e cosi facile come si può pensare, certo anche a me fa pensare che anche queste 8 persone fossero subbordinate a schettino per puro quieto vivere e non credo che qualcuno avrebbe osato scavalcare il comandante,in poche parole nessuno voleva prendersi la responsabilità di andare contro il comandante, certo un ipotesi molto grave nei confronti di chi e morto, però se ci pensi e un po cosi da tutte le parti, non voglio dire che ci dobbiamo accontentare di questo sistema, però un caso di ammutinamento non si vede tutti i giorni, sopra schettino c’è l’armatore e costa concordia, a me hanno sempre insegnato che se se sai muovere la bocca bene fai tanta strada.