E’ stato pubblicato il calendario 2010 del noto locale Cortez Cafè.
Il fotografo castelvetranese Giuseppe Arnone ha catturato, in una suggestiva carrellata di immagini, il fascino delle modelle all’interno dell’elegante locale sito nel meraviglioso Sistema delle Piazze del Comune di Castelvetrano.
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AUTORE. Redazione
Trovo scontate e ripetitive le immagini del Calendario. …Sempre e comunque le donne “soggetto..oggetto”.!!, non trovo nulla di veramente Artistico in quanto viene rappresentato attraverso le immagini. L’Arte è il coraggio di inventare liguaggi nuovi, di sorprendere, meravigliare, andare oltre i luoghi comuni. Trovo che molti talenti, come il nostro fotografo potrebbero “sovvertire” e rivoluzionare le forme espressive e contribuire così al risveglio delle menti assopite e scuotere dal torpore i nostri neuroni !! Il nostro cervello ha sempre più bisogno di emozioni forti, pertanto le cerca in “..paradisi..artificiali”!!…Le immagini possono, a mio avviso contribuire notevolmente alla crescita culturale, sono Imput di forte rilevanza psico-emotiva. Gli stimoli visivi inducono il nostro cervello a modificare i pensieri, orientare i gusti, le scelte. E’ proprio attraverso tale operazione che fa leva su meccanismi inconsci che si “conducono ” le Società verso forme di grave involuzione!! ..Senza alcun gusto verso la polemica, dunque, ma , in nome delle donne che hanno anche… cervello…, basta.., basta..con questi calendari….anche se elegantemente seduttivi!!! ..è troppo semplice avere il consenso attraverso una coscia e..un …c..lo!!! ..Fantasia.., la nostra società ha bisogno di genialità, non di ovvietà!!!!
Cara Lucia, rispetto il tuo pensiero ma non lo condivido affatto.
Penso che gli scatti di Peppe riescano a trasmettere delle belle emozioni a chi le osserva, per apprezzare questa arte bisogna “davvero” essere liberi da pregiudizi di alcun tipo.
La donna oggetto è quella che fa la doccia al grande fratello mezza nuda a ora di cena, la gnocca che utilizza il proprio seno per evitare la multa del vigile……… certamente non delle ragazze che prestano la loro sensualità all’occhio di un artista che cerca di interpretare nello scatto l’eleganza del locale ed il fascino della modella.
Io credo nella libertà..
Giuseppe è libero di esprimere la sua arte
Le ragazze sono libere di mostrarsi belle in questi scatti
Lucia, tu sei libera di esprimere il tuo pensiero
La TV non dovrebbe essere libera di violentare le nuove generazioni!
Ecco cosa intendo io per libertà di espressione…….
esprimere il proprio pensiero, la propria arte senza ledere la libertà degli altri
Lucia…. comprendi il mio pensiero?
Flavio e Lucia,
avete entrambi affrontato un problema che apre una voragine nell’etica contemporanea. Mi appassiona l’etica, mi appassiona l’immagine. Curioso controsenso? Come posso insegnare Etica e, al contempo, creare immagine se – esse – sono così diverse quanto ai fini. Flavio dice in buona sostanza che l’immagine tende al bello, come suo scopo. Vero. Ma di che bello stiamo parlando? Lucia, ripropone la questione del corpo come luogo di senso e non come oggetto, che è al centro del panorma valoriale del femminismo e che, oggi, ritorna, come polemica costruttiva tessuta in vista della liberazione del corpo femminile dal ruolo di feticcio mediatico. Entrambe sono, quindi, domande giuste per il nostro tempo. La televisione vende emozioni finte, pianti e lovestory, tradimenti e finta realtà in pillole… come dovrebbe reagire l’arte? Fuggendo dalla realtà? Quale fuga dal mondo potrebbe legittimare l’appropriazione del mondo ad esclusivo appannaggio dei modelli ipocriti di una tv che ormai ha superato il limite della spazzatura, per creare in tutto e per tutto lo spazio dell’anti-mondo. Ecco perché non dobbiamo cadere nell’inganno di considerare reale il reality, vere le storie di “uomini e donne”, plausibili gli scontri di “amici”… Certo, se da un lato la premiata ditta Costanzo De Filippi può a pieno titolo intestarsi il primato di una televisione finta e superficiale, e quindi di aver “educato” per anni a questo ridondante vuoto un paese intero (è questa, secondo me, la colpa più grave del berlusconismo, la perdita di contatto con la realtà che le sue televisioni hanno prodotto, il velinismo, e l’esibizionismo del nulla patinato), dall’atro i modelli culturali deboli del nostro paese hanno totalmente ceduto alla tv. Inoltre, l’abdicazione della politica sul versante delle politiche familiari, con l’introduzione di un modello arrivistico e capitalistico che ci vede tutti lavorare, lavorar e solo lavorare senza più domeniche per i nostri spazi di civiltà,ha definitivamente distrutto ogni nesso storico e politico tra corpo e corpo. Come stupirsi, oggi, se i questionari sul “che farò grande” dei nostri bambini dicono “la velina”? Mestiere onesto, certo, ma incentrato su un corpo commercium, non su un corpo otium, su un corpo validato dalla sua appetibilità e non dalla sua bellezza in sé, quindi. Ecco, forse, il discrimine tra arte e morbosità. L’arte dovrebbe riprendere l’idea di kalòs greco, che è bello e buono nello stesso tempo… ma per fare questo dovrebbe riprendere anche dei canoni di bellezza… Non so se fotografare belle ragazze in un bar assomigli a questi canoni… certo è che negli scatti di Arnone una ricerca c’è, e io non sono nessuno per giudicare dove questa ricerca conduca… Forse potrebbe fare di più, come artista puro, senza per altro cadere nel trabocchetto intellettualistico alla Toscani, magari, che inverte il rapporto tra tema e visione, illudendoci in uno scandalo fittizio. Forse se non avesse dovuto promuovere un cafè, il suo occhio si sarebbe posato altrimenti sul corpo… Certo è che Arnone cerca, e in questo pone il rapporto tra arte e bellezza. Ed ognuno è libero di cercare ciò che crede… Flavio. Questo – come hai notato – è indiscutibile. Epperò una pulce vorrei metterla addosso a tutti noi che ci siamo caricati questa bella discussione, ed è una pulce tecnica, precisa.
1) Perché tutto quel photoshop nella post-produzione dell’immagine? Perché l’occhio dell’artista deve per forza assomigliare, appiattirsi al glamour che ci finge tutti più belli, meno rugosi, senza brufoli??? E’ un tentativo di fuga dalla realtà? Un modo per cadere nell’antimondo? O che altro?
Ripeto: non è una critica, ma una finestra di discussione su un tema che mi pare interessante: il rapporto tra mondo e arte, e quindi tra etica del corpo femminile e rappresentazione contemporanea dell’immagine.
Salve a tutti.
Io credo che il problema probabilmente non esiste.
Mi spiego, abbiamo un fotografo che ha realizzato delle foto probabilmente su commissione di un cliente e ha tirato fuori un progetto. Ognuno di noi poi mette in campo il proprio bagaglio, di cultura e di esperienza, probabilmente le foto realizzate dall’Arnone sono lo specchio della personalità dell’autore. Se nessuno ci trova niente di interessante il progetto è fallito, e il cliente ha speso dei soldi inutili. Il mercato prima e la storia poi diranno se il progetto era banale e scimmiottava produzioni ben più corpose come calendario Pirelli o altro. Il mio pensiero personale è che fotografare una bella donna non è necessariamente maschilismo, occorre però avere in testa qualcosa da dire e comunicare a chi osserva le immagini.